Nella nostra vita, la maggior parte delle volte, ricordiamo quelle esperienze che hanno saputo regalarci emozioni forti, che siano di gioia, risate, lacrime o eccitazione e, allo stesso modo, ci rimangono impressi quei momenti in cui siamo stati pienamente coinvolti in qualcosa. Che le serie tv abbiano questo potere, noi che le amiamo, lo sappiamo già. Inoltre, sappiamo bene quanto sappiano farci compagnia, risollevandoci anche le giornate più buie e tristi. Ma questa capacità, le serie tv, e in modo particolare le sitcom, ce l’hanno da sempre. Le migliori sitcom ci hanno sempre regalato puro divertimento e ce lo dimostra il fatto che se facciamo un salto indietro nel tempo di qualche decennio, negli anni ’90 ad esempio, la nostra considerazione al riguardo non cambia.
Anzi, ci rendiamo conto di quanto i linguaggi e gli stili si sono mescolati, dando vita a prodotti seriali ibridi che non possono prescindere completamente dalle serie tv del passato ma ne sono profondamente influenzate perché ciò che vediamo oggi non è altro che la loro progenie. Negli anni ’90 come oggi, le sitcom rappresentavano un ottimo antidoto alla noia ed erano momento di aggregazione, ritrovo e piacevole allegria. Facciamo un tuffo nel passato, rispolverando un po’ nei ricordi e ripescando quelle sitcom che pur essendo iniziate o terminate rispettivamente negli ultimi anni ’80 o nei primi 2000, collochiamo nel decennio di mezzo perché ne hanno segnato indiscutibilmente il piccolo schermo.
Ecco la classifica delle 10 migliori sitcom anni ’90:
10) Dharma & Greg (1997-2002)
Anche se questa sitcom la collochiamo tra gli ultimi anni ’90 e i primi 2000, è inevitabile parlarne come di uno di quei prodotti che hanno segnato questi anni. Dharma & Greg, ideata da Chuck Lorre (noto per aver creato anche The Big Bang Theory e Due uomini e mezzo) è stato uno show vincente per la sua capacità di mettere in campo una tematica allora molto affrontata dagli show televisivi, ossia quella delle differenze e disparità sociali.
La coppia dei protagonisti innamorati è composta da Dharma e Greg che decidono di sposarsi lo stesso giorno in cui si sono conosciuti in un frettoloso matrimonio che però sappiamo bene non rappresenterà il loro più grande problema. Le mille peripezie che i due dovranno affrontare per salvaguardare la loro storia d’amore derivano dalla profonda diversità che caratterizza i loro contesti familiari. Dharma è un’istruttrice di yoga, figlia di una coppia hippy che vive in maniera anticonvenzionale, mentre al contrario Greg è un avvocato che proviene da una facoltosa famiglia dell’alta borghesia.
Con due filosofie di vita estremamente agli antipodi, le due famiglie presto si scontreranno mettendosi in situazioni esilaranti e divertenti che metteranno a dura prova la sopravvivenza del matrimonio tra i due, i quali invece cercheranno di far trionfare il loro forte sentimento. Riusciranno nelle loro impresa?
9) Mr. Bean (1990-1995)
Ci spostiamo in Inghilterra con Mr. Bean, la sitcom andata in onda dal 1990 al 1995 e trasmessa in centinaia di paesi in tutto il mondo. Ad aver reso la serie memorabile è stato il volto di Rowan Atkinson che ha prestato le sue capacità attoriali per l’interpretazione del buffo e bizzarro ometto inglese del piccolo schermo.
Seguiamo le numerose avventure di Mr. Bean che si comporta in maniera infantile in svariate circostanze e non riesce a portare a termine i suoi obiettivi anche più banali perché si imbatte in qualcosa che lo sabota in mille diversi ed esilaranti modi, o meglio si autosabota rendendo anche le situazioni più semplici estremamente complicate. Escogita diverse soluzioni, alcune al limite dell’assurdo pur di scamparsela e uscirne vincitore.
Non si separa mai dal suo Teddy, un orsacchiotto di peluche che rappresenta il suo più fedele compagno, indossa sempre lo stesso abito marrone e adora guidare la sua Mini che non passa inosservata per il suo verde acidulo. Mr. Bean, pur non essendo un personaggio di molte parole, costruisce la sua comicità attraverso il linguaggio del corpo con esilaranti gag semplici ma efficaci che insistono sulla fisicità del personaggio. Fu anche questa particolarità rendere la sitcom britannica estremamente rivoluzionaria in un mare magnum di show che puntavano sull’incisività della battuta.
8) Otto sotto un tetto (1889-1997)
Otto sotto un tetto (Family Matters) è una tra le migliori sitcom anni ’90 trasmessa originariamente negli Stati Uniti d’America e divenuta celebre anche altrove per essere lo spin-off del più noto Perfect Strangers.
La trama è all’apparenza semplice, adatta a fare spazio alla numerosa compagine dei suoi protagonisti. Carl Winslow è un amabile padre di famiglia che vive con la sua estesa famiglia composta dalla moglie Harriet, i figli Edward, Laura e Judith, la madre Estelle, la cognata Rachel e il nipote Richard, in una grande casa di periferia.
Tuttavia il più memorabile fra i protagonisti dello show è senza ombra di dubbio lui, Steve Urkel, il giovane e maldestro vicino di casa che ne combina di tutti i colori e cerca di svignarsela scrollandosi di dosso ogni responsabilità pronunciando quella che sarebbe poi diventata un’iconica frase: “Sono stato io a fare questo?”. Steve è considerato il vero e proprio personaggio simbolo della serie che, già grazie al suo sgangherato look, riesce a rendersi perfettamente riconoscibile e inconfondibile.
La serie ha riscontrato un forte successo e merita un posto nella classifica delle migliori sitcom anni ’90 per il modo brioso ed esilarante di trattare temi comuni ai telefilm a sfondo familiare dove la famiglia è la chiave del racconto e tutte le vicende che vi ruotano intorno sono tese a rafforzarne i legami o a minarli. Oltre a queste dinamiche sentimentali e relazionali, Otto sotto un tetto riesce a dare voce anche a tematiche più complesse come il razzismo e la dubbia moralità del porto d’armi consentito in America.
7) Sabrina, vita da strega (1996-2003)
Sabrina, vita da strega si basa sulle storie a fumetti di Archie Comics e viene mandata in onda dal 1996 fino al 2003, ma possiamo considerare questa serie un simbolo della televisione degli anni ’90. Siamo a Waestbridge, precisamente a Boston. Tutto ha inizio il giorno del sedicesimo compleanno di Sabrina Spellman (Melissa Joan Hart), un’ordinaria adolescente americana. Le sue certezze presto verranno sconvolte una volta appreso dalle sue zie Hilda e Zelda di essere per metà una strega, di avere quindi dei poteri soprannaturali. Per questo sarà costretta a vivere con loro fino a quando non avrà appreso i rudimenti della magia.
Quello che accade dentro le mura della sua casa però non può però essere lasciato trapelare. Sabrina deve costruirsi la sua vita da normale ragazza della sua età, comportarsi in maniera ordinaria e senza destare il minimo sospetto. Così cerca di fare amicizia, vive le sue prime tresche amorose e intanto fronteggia l’insopportabile cheerleader della scuola che non perde occasione per renderle difficile la vita.
A farle compagnia durante le sue sessioni di studio di incantesimi, oltre che di prove spesso avventate e fallimentari, c’è l’iconico gatto nero Salem, diventato uno dei simboli indiscussi dell’immaginario collettivo legato alla stregoneria. Si tratta infatti di un noto e potente stregone punito dal Concilio delle Streghe, così come tutti i suoi seguaci, per aver tentato di conquistare il mondo e costretto ora ad assumere le sembianze di un animale. Sarà proprio lui a farle da mentore e insieme a Sabrina a dar vita a un duo, letteralmente, esplosivo!
6) Bayside School (1989-1993)
Bayside School (Saved by the Bell) è una sitcom andata in onda negli Stati Uniti d’America dal 1989 al 1993. È stata senz’altro fonte d’ispirazione per tutti i successivi show ambientati fra i banchi di scuola del liceo. Di fatti narra le giornate di sei adolescenti raccontando questi anni delle loro vite, prevalentemente ambientate all’interno del liceo Bayside High di Pacific Palisades e dell’attiguo diner “The Max”.
Il protagonista Zack Morris, che sfonda la quarta parete e parla al pubblico, è innamorato della ragazza più carina della scuola, Kelly. Con loro ci sono anche Jessie, Slater, Lisa e il più goffo ed esilarante Screech. I giovani protagonisti cresceranno proprio fra le mura della loro scuola che diventerà, per loro, una “seconda casa” che li vedrà vivere tutte le diverse tappe che caratterizzano questo periodo ricco di cambiamenti importanti.
Tuttavia, gli adulti qui c’entrano poco. Il focus è completamente sui ragazzi, sulle loro avventure e sui loro esasperati drammi. E inoltre riconosciamo molti dei classici episodi riconducibili al piccolo schermo di questi anni, come ad esempio quello che tratta la pericolosità delle droghe oppure la tradizionale competizione sportiva che scalda gli animi dei giovani liceali. Un perfetto mix di risate, divertimento e leggerezza dove non trova spazio, come in molte sitcom elencate in questa classifica, il politically correct con cui oggi, invece, abbiamo preso familiarità.
5) Daria (1997-2002)
Anche se con questa sitcom sfioriamo i primi anni 2000, senza ombra di dubbio Daria è la serie animata più rappresentativa degli anni ’90.
La famiglia Morgerdorffer si trasferisce dalla città di Beavis and Butt-Head a Lawndale. Daria e sua sorella Quinn iniziano a frequentare il liceo locale ma le loro differenti personalità presto si riveleranno determinanti nelle relazioni con i coetanei. Mentre per Quinn è facile fare amicizia e conoscere nuova gente, Daria per via del suo carattere cinico e anticonformista si lega solo a quella che diventerà la sua migliore amica, Jane Lane, uno spirito artistico affine al suo.
Questo personaggio rappresenta ancora oggi un’icona di emancipazione femminile. In un’epoca in cui a dominare erano gli idoli musicali pop e le mode che facevano massa, Daria era un ottimo esempio di contraltare adolescenziale in cui riconoscersi e non sentirsi soli. Nel suo discorso del diploma si esprime con quelle che possiamo considerare parole di grande attualità: “E poi il mio consiglio è: rimanete fedeli a ciò in cui credete, finché logica ed esperienza non vi contraddicono; ricordate che quando il re sembra nudo vuol dire che lo è, e che verità e menzogna non sono quasi la stessa cosa“.
Insomma, Daria è un prodotto originale, arguto, cinico al punto giusto da farci riconsiderare la presunta uniformità dei prodotti di questi anni, riconoscendo in questa giovane ragazza uno spirito ribelle di grande ispirazione a cui, senza dubbio, oggi molte eroine e paladine di indipendenza e orgoglio femminista sono ispirate.
4) La tata (1993-1999)
La Tata (The Nanny) è una fra le migliori sitcom anni ’90 andata in onda per la prima volta nel 1993. La protagonista della serie è Fran Fine, (Fran Drescher, anche ideatrice dello show) una ragazza del Queens che vive con la madre Sylvia e il padre Morty, che, dopo essersi lasciata alle spalle un lavoro e una relazione, piomba per un caso fortuito nella vita della ricca famiglia Sheffield e diventa la governante dei tre rampolli di un ricco produttore teatrale rimasto vedevo, Max Sheffield.
La sua personalità schietta e il suo temperamento vivace riescono ad evidenziare ulteriormente le differenze con l’ambiente elitario e British in cui la donna è capitata. Questa serie ha avuto in Italia una rivisitazione sotto molti punti di vista completamente diversa e, per certi versi, originale. Per mantenere fede a questo contrasto anche nella versione doppiata in italiano, gli adattatori hanno pensato di chiamare la protagonista Francesca Cacace e renderla una ragazza proveniente dalla Ciociaria, la quale ha deciso di raggiungere l’America per sfuggire alle continue avances dei ragazzi di Frosinone.
Anche molti altri personaggi sono sottoposti un processo di “italianizzazione”. Nonostante questi evidenti cambiamenti rispetto alla versione originale, siamo certi che La Tata rappresenti, anche per il pubblico italiano, una delle migliori sitcom anni ’90 che ha segnato questo periodo del piccolo schermo.
3) Willy, il principe di Bel-Air (1990-1996)
Andata in onda tra il 1990 e il 1996, Willy, il principe di Bel-Air è una delle sitcom statunitensi più amate e viste di sempre. Ad averle garantito un largo successo di pubblico è stata, senza dubbio, la presenza dell’esilarante Will Smith nelle vesti del frizzante ed esuberante protagonista.
Cresciuto a Filadelfia, Willy viene mandato da sua madre a vivere a casa di sua sorella Vivian. Il giovane così piomba come un fulmine a ciel sereno nella quotidianità degli zii che vivono in uno dei quartieri più “in” della città di Los Angeles, Bel-Air. La convivenza agli inizi non è semplice per via della enorme diversità che separa i modi di fare e comportarsi di Willy e il contesto altolocato in cui è capitato. Eppure riesce a conquistare tutti con la sua genuina simpatia, ad integrarsi senza dimenticare le sue origini.
Inoltre, chi abbia mai visto questo show lo ricorda per la sua iconica sigla. Impossibile dimenticare quel motivetto rap che racconta proprio il totale “plot twist” della vita di Willy, il suo spaesamento nell’essere capitato in una realtà diametralmente opposta costretto alla fuga dalla pericolosità della sua città. Infatti la serie, oltre a quello spiccato umorismo manifestato anche da altri protagonisti come Carlton Banks e Geoffrey Il maggiordomo, ha affrontato con intelligente lungimiranza temi di grande rilevanza sociale, come la discriminazione dei neri afroamericani e la dipendenza da droghe e sostanze stupefacenti.
2) Seinfeld
Seinfeld è a pieni voti una delle migliori sitcom anni ’90 che ancora oggi rappresenta un cult e, per questo, continua ad essere largamente apprezzata e guardata. I creatori della serie sono Jerry Seinfeld, il cui cognome dà il titolo allo show e ispira uno dei suoi protagonisti, e Larry David.
La sua trama è alquanto banale, se vogliamo definirla per forza con un aggettivo: racconta di single trentenni spiantati, senza radici, con identità indefinite e disinteressati a conformarsi alla moralità. Ciò che oggi definiamo come politically correct, Seinfeld non sa minimamente cosa sia. Nonostante questa serie abbia avuto inizio nel 1989, in un contesto televisivo particolarmente legato alla reiterazione di stereotipati cliché, ha deciso di rimanerne estranea non conformandosi.
Spesso definita come “uno show sul nulla”, è proprio la sua vacuità, l’assenza di una profondità e introspezione dei personaggi e di una loro reale evoluzione a rendere lo show privo di sentimentalismi e disinteressato all’idea di comunicare principi morali. Al contrario, Seinfeld fa proprio della sua capacità di fermarsi alla superficie, senza interessarsi ai risvolti interiori, drammatici e sentimentali, la chiave della sua unicità e indiscussa originalità.
1) Friends
Non potevamo non concludere la nostra classifica delle migliori sitcom anni ’90 con la più famosa, rappresentativa e amata serie che ha segnato questi anni: Friends, creata da David Crane e Marta Kauffman e andata in onda per dieci anni, dal 1994 al 2004. Anche se ha sfiorato i primi anni 2000, Friends è in tutto e per tutto una rappresentazione dell’ultimo decennio del secolo scorso.
Al centro delle numerose vicissitudini che animano la serie abbiamo un gruppo di sei amici che vivono a Manhattan. Rachel piomba all’improvviso nell’abituale ritrovo del Central Perk vestita in abito da sposa dopo aver abbandonato all’altare il suo futuro marito. Qui ritrova Monica, una sua vecchia amica di liceo ora diventata chef, e suo fratello Ross, da sempre (quasi) segretamente innamorato di lei. Con loro ci sono anche la stravagante ed eccentrica Phoebe, l’aspirante attore e seduttore Joey e il sarcastico e incontenibile Chandler.
Tutti single, quasi trentenni alla ricerca dell’amore e della realizzazione personale della propria strada e del proprio posto nel mondo. Questo gruppo rafforzerà sempre più i propri legami, vivendo innumerevoli e differenti situazioni che ci hanno fatto sorridere, commuovere, ridere di gusto e anche crescere con loro. Durante le dieci stagioni della serie attorno a quel divano divenuto iconico ne succedono di ogni e finiamo per sentirci un po’ parte di quel bizzarro gruppo di compagni di vita che si prendono metaforicamente per mano e affrontano un percorso di cambiamenti che li renderà adulti, pur mantenendo sempre fede alle proprie differenti ed esplosive personalità.