Prison Break è una di quelle serie che accende la straordinaria passione e amore per la serialità, e così è stato per tantissimi ragazzi della mia generazione. Serie che ha raccolto un successo internazionale toccando ogni remoto angolo del globo terracqueo, un successo di pubblico meritatissimo e sacrosanto. Chi non ha mai avuto modo di avvicinarsi e scoprire il mondo delle serie tv dovrebbe iniziare a vedere Prison Break per capirne il potenziale incredibile e il valore sconfinato.
Prison Break è la passione seriale del divorare episodi su episodi e stagioni su stagioni. La serie è stata trasmessa dal canale fox dal 2005-2009 con un totale di quattro stagioni televisive, una stagione migliore dell’altra, forse soltanto l’inizio della quarta è un po’ meno convincente.
Il tema centrale è la fantapolitica, Lincoln Burrows fratello del protagonista Michael Scofield viene ingiustamente accusato di aver ucciso il fratello del vice-presidente degli States. Da questo momento in poi accade veramente di tutto ! Michael Scofield è un brillante ingegnere e per aiutare suo fratello decide di commettere una rapina con l’intento di farsi arrestare, scegliendo successivamente di essere rinchiuso nel carcere più vicino , ovvero Fox River dove il fratello Lincoln dovrà esser giustiziato con la pena di morte.
La prima tappa del piano d’evasione è proprio questa: essere rinchiuso tra le mura di Fox River, uno dei carceri più elaborati, sofisticati e duri d’America. Michael mostra al fratello i suoi innumerevoli tatuaggi sul suo corpo : la planimetria del carcere, le tappe del post evasione e innumerevoli codici per la realizzazione completa del suo piano di giustizia. Mentre Michael e Lincoln sono rinchiusi c’è un personaggio alla ricerca della giustizia classica e lecita, Veronica Donovan, avvocato ed ex-ragazza di Lincoln, è convinta della sua innocenza e farà di tutto per riuscire a dimostrarla. I risultati non saranno sempre soddisfacenti ma Veronica avrà un ruolo chiave per dare ulteriore tempo a Michael nella realizzazione del suo piano di fuga.
Uno dei punti di forza è la non staticità di molti personaggi , impossibile non pensare ad Alex Mahone agente F.B.I che da cacciatore degli 8 di Fox River diventa successivamente un loro alleato per combattere i soprusi della Compagnia.Esempio massimo è Paul Kellerman, che da pedina assassina per la Compagnia, diventa un testimone-chiave nel processo contro Sara Tancredi. Lo stesso Michael non resta mai uguale, anche se prova vergogna per alcune azioni commesse, capisce che la salvezza del fratello è l’unica cosa che conta, Michael è un bravo ragazzo che deve commettere cattive azioni per il fine della giustizia. I sensi di colpa saranno molteplici soprattutto per l’aver sguinzagliato nella società altri “cani randagi” nel corso dell’evasione con riferimento al delirante, scaltro e violento maniaco T-Bag e all’instabile e folle Charles Patoshik ossessionato dai tatuaggi di M.S. scoperti per puro caso.
L’elemento chiave che esalta la serie è indubbiamente la rivelazione di Charles Westmoreland, un’altra mente brillante rinchiusa insieme all’ingegner Scofield nella prigione di Fox River. Charles Westmoreland è lo pseudonimo del reale D.B.Cooper, è un nome evidentemente programmatico e rivelatorio. Scomponendo il cognome West-More-Land, uno dei Paesi americani più ad Ovest, si trova infatti lo Utah, nel quale ha nascosto i 5 milioni di dollari di una sua epica rapina.
Ogni episodio di Prison Break è una straordinaria esplosione di emozioni, se nella prima stagione la tensione è alimentata dalle prove e realizzazione dell’evasione, la seconda è quella delle sparatorie ed inseguimenti mozzafiato. Nel corso del secondo atto seriale i personaggi si dividono e si inseguono, lottando con la polizia, con alcune ex guardie carcerarie (Brad Bellick) e addirittura lottando tra loro stessi per accaparrarsi il cospicuo “montepremi della lotteria dello Utah“. L’ultima stagione è essenzialmente il “team Scofield vs la Compagnia“, contiene episodi validissimi ma qualcuno forse un po’ troppo forzato ed esagerato.
E poi c’è la terza stagione, quella della disperazione e del terrore: Carcere di Sona, un angolo di Inferno nello stato del Panama. Un carcere a cielo aperto ritrovo di violenza, disperazione e cattiveria nel quale finiranno Michael, Alex, Bellick, T-Bag. Le guardie sono posizionate solo sulle torri di controllo, hanno il ruolo esclusivo di cecchini ed entrano nei confini infernali solo in caso di rivolte e proteste dei detenuti. Appena Michael varca la soglia d’entrata proviamo la sua stessa disperazione, il forte sonoro di urla da stadio nel corso di un duello nel fango del tipo “Uccidi o Muori”, è il biglietto da visita ideale per capire che Fox River era a confronto un comune Purgatorio.
Prison Break è la serie da suggerire a chiunque voglia approcciarsi all’universo della serialità. La purezza dell’evasione, la speranza, la voglia, la morte, la fede e la sofferenza. Se non si ama un’opera come Prison Break, si merita di essere rinchiusi a vita tra le mura di Fox River, o meglio ancora… nell’Inferno del Carcere di Sona.