Scrubs è sicuramente una delle sitcom più amate della storia. Anche se ci costa ammetterlo, è apparsa la prima volta nel lontanissimo 2001 quindi rientra a tutti gli effetti nella categoria vintage. Alcuni momenti della serie li abbiamo visti e rivisti più volte e possiamo affermare con sicurezza che uno dei personaggi migliori rimane Elliot Reid, impersonificata dalla fantastica Sarah Chalke, che ha quasi rischiato di perdere il ruolo ma alla fine è riuscita a diventare una delle nostre dottoresse preferite.
Elliot ci viene presentata fin dall’inizio come un personaggio freddo, presuntuoso e soprattutto opportunista. Nel corso delle prime stagioni capiamo che per gran parte si tratta di una maschera, nata per riuscire a essere all’altezza di un padre medico anaffettivo e deluso dalla sua stessa esistenza (non a caso, scopriamo che l’ha chiamata con un nome da maschio, in quanto deluso di aver avuto una femmina). Proprio a causa di questo background, Elliot è un concentrato di paranoie e follie che diventano dei modi per contrastare l’enorme repressione di cui è soggetta.
L’inizio del percorso: dalla repressione alla consapevolezza
Il percorso di Elliot in Scrubs è tutto incentrato sul riuscire a equilibrare le varie parti della sua personalità senza più reprimersi, ma anzi trasformando la repressione in una forza trasformatrice. Il primo grande passo è nella prima stagione, quando finalmente conosciamo la sua famiglia e capiamo da dove derivano le sue insicurezze e le sue maschere. Elliot capisce di avere la passione per il lavoro, sepolta sotto mille strati di paranoia. Questa consapevolezza diventerà la base per il cambiamento successivo. È nella seconda stagione, infatti, che Elliot getterà finalmente l’ultimo appiglio e comincerà a crescere davvero: per la prima volta contrasta suo padre e decide di non accettare la specializzazione “femminile” che vuole imporle. Questa scelta le farà perdere tutti i privilegi e le comodità che i soldi della famiglia le permettevano, portandola a dover combattere con i debiti e le scomodità come tutti gli altri studenti.
Elliot dimostra di avere una passione e un coraggio talmente forti da riuscire a cambiare radicalmente la sua vita e a mantenere il punto anche nelle difficoltà, senza più reprimere i suoi sogni.
Questa neonata conoscenza di se stessa la porterà spesso a essere addirittura la più coraggiosa tra gli specializzandi, spesso in contrasto con lo stesso J.D., prendendo le scelte più impopolari ma necessarie. Sempre nella seconda stagione, Elliot verrà lodata rispetto proprio a J.D., fautore della filosofia del “chi vivrà vedrà”.
Dalla consapevolezza alla sicurezza
Un po’ come una barca nella tempesta dopo aver lasciato gli ormeggi, dopo aver ottenuto consapevolezza di sé, Elliot passa un lungo periodo di estrema insicurezza e bassa autostima. Una parentesi che si ripercuote sul lavoro approssimativo che svolge per tutta la terza stagione di Scrubs e sulle relazioni confuse che vivrà, perennemente divisa tra J.D. e Sean. Questo momento avrà il suo culmine con la fine, scelta attivamente e non più passivamente accettata, della sua relazione sia con Sean che con J.D.
La quarta stagione di Scrubs si apre con il personaggio di Molly Clock, che sarà fondamentale per la crescita di Elliot. Nonostante rispetto a J.D. non sia mai stata tipa da credere in un mentore, Elliot vede in Molly un esempio da seguire soprattutto in relazione all’autostima. Sarà proprio lei a convincerla a proporsi come supervisore, posizione che vincerà insieme a J.D., e a combattere da sola per le sue battaglie. Grazie a Molly non solo continuerà a crescere, ma diventerà addirittura un esempio per gli altri. Sarà Elliot infatti ad aiutare Doug a trovare la sua strada, ad aiutare J.D. con le emergenze e persino a insegnare qualcosa al Dottor Cox.
Ormai completamente consapevole della sua forza, Elliot lascia il Sacro Cuore con una borsa di studio in Endocrinologia, pronta a spiccare il volo.
Elliot Reid: il medico indipendente
Tutto il percorso fatto porta Elliot a essere finalmente capace di “volare da sola”: persa la borsa di studio, decide di trovarsi da sola un altro lavoro e di trovare da sola una soluzione per tornare al Sacro Cuore. Lunga strada dalla ragazzina che viveva in una casa interamente pagata dal padre. La quinta stagione di Scrubs è quella che ci mostra una Elliot ormai decisa, ma soprattutto sicura nel suo campo: la borsa di studio le ha mostrato la strada per l’endocrinologia, ossia la specializzazione che deciderà di intraprendere. Questa sicurezza si nota anche nella vita privata, perché dall’insicuro Sean, ai dispotici Paul e Jake, Elliot passa a Keith: uno specializzando su cui ha il completo controllo, simbolo del rinnovato controllo sulla sua vita.
Insieme a Keith, Elliot dimostra anche una nuova consapevolezza sulle sue folli fantasie. Quelle che inizialmente nascondeva dietro una maschera di freddezza e poi vedeva come vergogna da nascondere ai sui ragazzi, ora sono un elemento da integrare nella sua vita di coppia. La relazione con Keith sarà la più seria perché porterà Elliot a realizzare di voler fare un passo avanti anche nella vita privata. È pronta a consolidare le sicurezze ottenute e lo fa accettando di diventare un medico privato, una scelta radicale e coraggiosa ancora una volta.
L’ultimo passo: la consapevolezza sentimentale
Giunta al picco massimo della realizzazione lavorativa, Elliot spinge per concretizzare anche sentimentalmente e aggiunge un altro tassello di consapevolezza: vuole sposare Keith per avere un matrimonio, e non perché lo ami davvero. Assistiamo quindi, finalmente, alla decisione di Elliot di stare da sola e godersi quanto raggiunto, senza più bisogno di ottenere conferme da un rapporto falsato. E, quando alla fine si rimetterà con J.D., lo farà da persona completamente consapevole e indipendente, senza tutte quelle paranoie che avevano caratterizzato la loro prima relazione.
Nel corso di 8 stagioni vediamo la crescita di una ragazza dal percorso già segnato, quasi imposto, da una famiglia che le ha trasmesso mille insicurezze. Elliot affermerà la sua passione per il lavoro, disegnando una strada fatta apposta per lei e abbandonando la gabbia di repressione in cui era intrappolata. Un percorso bellissimo e un esempio per tutti coloro che ancora faticano a trovare la propria strada: non è mai troppo tardi.