La celebre Serie Tv da record, E.R. – Medici in prima linea, non è solo una delle serie con più episodi nella storia, non è solo una di quelle serie di cui tutti hanno sentito parlare almeno una volta, non è solo il nido di tanti attori che grazie ad essa si sono lanciati nel piccolo e nel grande schermo, ma è anche una vera e proprio opera d’arte.
Coprodotta da Steven Spielberg e ispirata ai racconti di Michael Crichton “Five Patients” (Casi di emergenza), la serie è un must degli anni a cavallo tra 1990 e 2000. Conta 15 stagioni per un totale di ben 331 episodi ed è proprio da questi numeri da record che parte la nostra riflessione.
Perchè E.R. – Medici in prima linea ha avuto così tanto successo? Che cosa ha portato al pubblico, agli attori e ai produttori la voglia di continuare a lavorarci, la voglia di continuare a seguirla e amarla?
I motivi ovviamente sono tantissimi. Quando la Serie Tv è così potente da arrivare a 15 stagioni senza cali di trama troppo evidenti, non può esserci una sola chiave da girare nel portone sigillato chiamato “SUCCESSO”. Di chiavi ce ne sono molte, anzi moltissime.
Il susseguirsi di produttori e attori sempre ben collocati, la varietà di storie e di “casi di emergenza”, la caratterizzazione originale di tutti i personaggi, i racconti esterni alle mura dell’ospedale per captare ogni singolo angolino della psiche dei protagonisti sono sicuramente solo alcune di tutte quelle “chiavi”. Una delle principali però, sicuramente, è l’assenza di un vero e proprio protagonista. Ed è proprio quella su cui ci vogliamo soffermare oggi.
Perchè E.R. è così. Non c’è protagonista. Dalla prima all’ultima stagione si susseguono tantissimi personaggi, chi più importante e in rilievo e chi meno, ma nessuno di loro è alzabile al ruolo di “singolo protagonista”. Pensiamo ad esempio alle altre Serie Tv con protagonisti medici di vario tipo. Dottor House, ad esempio, gira intorno al lavoro di squadra capitanato da Gregory, ma il protagonista indiscusso è lui. In Grey’s Anatomy, per quanto il numero di attori del cast sia elevato, la protagonista, alla fine, è pur sempre Meredith Grey. Anche nel suo spin off Private Practice, il fulcro delle vicende gira intorno a Addison Montgomery. E così via per tutti gli altri..
E in E.R. invece? Nessuno è protagonista, ma al tempo stesso lo sono tutti.
Per prima cosa c’è da ricordare che nessuno dei personaggi classificati come “principali” è presente dalla prima all’ultima stagione. Nessuno. Qualcuno c’è nelle prime e torna negli episodi finali per celebrarne la conclusione e il successo, qualcuno arriva solo a fine corsa, qualcuno compare nella quinta o nella sesta stagione per poi allontanarsi con orgoglio e un po’ di tristezza nel corso della tredicesima o quattordicesima. Qualcun altro rimane solo per due o tre stagioni, ma lascia il segno esattamente come tutti gli altri.
Insomma..non c’è un filo conduttore che lega un solo personaggio a tutta la storia. I fili sono tantissimi e formano una ragnatela che costituisce il magico mondo di E.R., formano quel fantastico muro su cui sono appese tutte le targhette dei dottori che sono passati da quell’ospedale e da quella Serie Tv.
Nella prima puntata della primissima stagione veniamo buttati nel caos di un Pronto Soccorso davvero micidiale. Subito ci chiediamo..’a chi ci affezioneremo di più?’ o ‘il punto di vista più seguito è quello di..?’. Ma la risposta non c’è.
Piuttosto c’è Mark Greene, occhiali grandi e cuore ancor di più, sguardo smarrito ma attento ad ogni minimo movimento e sintomo dei pazienti. Potrebbe sembrare lui il fulcro di tutte le vicende, ma non è così.
Non è così perchè poi compare Doug (George Clooney), con la sua complicata relazione con Carol, il suo amore e il suo senso di protezione per i bambini, il suo essere un pediatra con i fiocchi, il suo carattere scontroso e deciso a cui è impossibile non affezionarsi.
E che dire di Benton? L’aspirante pazzo e bravissimo chirurgo? E del suo rapporto con Carter? Il suo ‘scagnozzo’, il suo ragazzo da crescere e proteggere anche nei momenti peggiori. E come non immedesimarsi proprio in quel ragazzo? Famiglia ricca, ma tanta voglia di lavorare e mettersi in gioco per crescere come uomo e dottore. Un cuore d’oro che si scontra con un mentore preparatissimo che tiene alla sua formazione, alla diligenza e che lo porterà molto lontano. Un ragazzo che ne passerà di tutti i colori, ma che alla fine vincerà su tutto e tornerà nel finale per dimostrarlo. Possiamo forse non considerarlo un protagonista?
E Luka Kovac? Il bellissimo croato di cui impariamo a conoscere tutto il violento passato, che seguiamo in Congo e in cima ad un tetto con una mano schiacciata. Anche lui presente in quasi tutte le stagioni, ma assente nelle primissime.
Ma poi vogliamo parlare delle donne di questa Serie Tv? Delle vere e proprie lottatrici spietate, che tengono testa a tutti i dottori del Pronto Soccorso senza battere ciglio. Come per gli uomini è impossibile stabilire chi si possa ergere al ruolo di protagonista assoluto. Nessuna è presente in tutte le stagioni, nessuna è al centro della scena, ma nessuna è esclusa. Tutte diversissime l’una dall’altra e caratterizzate alla perfezione.
Vogliamo parlare di Carol Hathaway? La bellissima infermiera interpretata da Julianna Margulies, l’anima gemella di Doug che, dopo un inizio scombussolato, riprende in mano la sua vita e dirige (quasi) tutto il traffico all’interno del Pronto Soccorso. Anche lei, come altri personaggi, compare fin dall’inizio, poi lascia la serie e torna per concludere in bellezza il bellissimo percorso delle 15 stagioni.
E Abby Lockhart? Prima infermiera, poi dottoressa. Prima Carter, poi Kovac. Prima i problemi con l’alcool, poi l’uscita, poi la ricaduta e anche per lei una bellissima conclusione. La potenza di questo personaggio è altissima, è stata amatissima dal pubblico e per molto tempo è stata considerata il maggior personaggio femminile di E.R.
Per non parlare di Neela.. aspirante chirurga contesa dagli uomini di mezzo ospedale. Una finta timidezza che nasconde una tigre che ruggisce. Grande amica di Abby, con cui stringe un rapporto molto forte soprattutto durante la sua gravidanza e durante la lontananza di Luka.
Un altro personaggio femminile fenomenale è la Dott.ssa Weaver. La ‘zoppa’ capace di scalare una montagna, discenderla e riscalarla di corsa. Presente con il suo carattere burbero e deciso dalla seconda alla tredicesima stagione, con qualche apparizione anche nell’ultima.
Il lato positivo di E.R., sempre riguardante la questione ‘personaggi’, è stato anche che i produttori non sentivano la necessità di far morire qualunque membro del cast che aveva deciso di finire la sua avventura nella serie per dedicarsi ad altro. A parte pochi casi isolati, i personaggi vengono tenuti quasi tutti in vita e vengono fatti allontanare per esigenze personali o lavorative che rientrano perfettamente nelle possibilità della vita di ciascuno di noi. Il finale di E.R., infatti, in cui i personaggi iniziali si intrecciano con quelli delle ultime stagioni in alcuni scambi ospedalieri, è un grandissimo omaggio a chiunque abbia preso parte a quel meraviglioso viaggio nel Pronto Soccorso del County General Hospital di Chicago.
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