Summer Roberts, in The O.C., è una boccata di aria fresca, una novità pronta a emergere nel mondo delle protagoniste femminili complicate e dannate, spesso salvate dal bel tenebroso. Se Marissa Cooper nasce per incarnare questo modello, il personaggio di Summer Roberts deve essere costretto nel ruolo di supporto, pronto a sdrammatizzare con un atteggiamento solare i momenti peggiori della protagonista. Ma è qui che gli sceneggiatori di The O.C. fanno un passo avanti, decidendo di rendere quel personaggio secondario e prettamente comico come Summer qualcosa di più. Dietro la maschera di ragazzina superficiale, la cui battuta cardine e di riconoscimento all’inizio è un semplice ew, appare qualcosa che la rende indipendente, il cui sviluppo solo in parte è legato al rapporto con Seth Cohen.
Nel mondo delle protagoniste femminili un grande passo avanti era stato già fatto con Buffy, la cui ironia e il cui coraggio avevano dato voce alla vera forza che un’eroina può dimostrare.
Tuttavia la protagonista di Joss Whedon si inserisce in un genere diverso le cui sfumature in teen drama come The O.C., apertamente ispirato a Beverly Hills 90210, dovevano ancora innestarsi. Dunque l’evoluzione di Summer diviene interessante perché inconsapevolmente esprime la necessità dei tempi di cambiare prospettiva: un nuovo punto di vista desiderato dallo spettatore e dalla spettatrice che si accorgono ben presto di apprezzare più il supporto alla protagonista che la protagonista stessa.
The O.C. resta attuale ancor oggi poiché ha deciso di cambiare le carte in tavola creando non solo la Lei problematica e misteriosa.
Ma anche una Lei più solare, indipendente e coraggiosa a tal punto da sovvertire i ruoli uomo-donna salendo sul Kissing Booth per riconquistare l’amato. A tal proposito non è un caso che il personaggio di Taylor ricordi molto di più la solarità di Summer piuttosto che quella di Marissa.
Nelle prime puntate della serie Summer si presenta al pubblico come una figura schizzinosa, viziata e superficiale. È difficile crederla una persona diversa, almeno finché non inizia a temere di amare Seth Cohen. L’amore che veicola il cambiamento, che nobilita e rende migliori non è certo una novità, si tratta di un piacevole cliché di cui tra l’altro questa volta è protagonista la figura femminile e non maschile. Lo apprezziamo poiché nella storia rappresenta la spinta che conduce Summer ad abbattere i muri del pregiudizio che l’avevano da sempre circondata. Da questo momento capiamo che la solarità e l’ingenuità, spesso confuse con superficialità e idiozia, diventano nutrimento per il suo coraggio.
Summer contro ogni aspettativa si mette in gioco dando prova di determinazione e inventiva pur di raggiungere i propri obiettivi. Si affranca da ruolo di supporto e diventa protagonista della sua storia. La relazione tra lei e Seth è un passo necessario per comprendere la propria fragilità e la propria forza, aspetti del suo carattere che emergono non perché scatenati dal ragazzo in quanto oggetto del suo amore. È grazie al sentimento in sé e alle emozioni contrastanti che questo comporta che durante il primo arco narrativo Summer comprende da un lato l’importanza della sincerità e dall’altro il desiderio di difendere prima di ogni cosa la propria dignità.
In The O.C., Summer rinunciando a Cohen non solo sceglie se stessa ma diventa adulta e si allontana dal mondo patinato e infantile.
Così facendo può dare inizio a una nuova fase di crescita, fatta comunque dei suoi alti e bassi poiché il traguardo non è la perfezione. Ogni aspetto della sua storia ci attira perché se all’inizio la sua persona sembrava impossibile da scalfire, successivamente rivela un lato fragile, possibile da ferire nel momento in cui a colpire sono le persone amate. Pian piano il suo temperamento così solare e vivace si complica e, sebbene continui a rispecchiare perfettamente il suo nome, si carica di molteplici sfumature che rendono questo personaggio solo più interessante.
Infatti, dopo tutte le peripezie la sua vivacità non cede il passo a una cupa malinconia. Tale risvolto è significativo poiché è come se durante tutto il processo di crescita lei avesse deciso di trattenere una parte specifica della sé bambina. Paradossalmente Summer cresce pur rimanendo la stessa degli inizi e questa decisione è tanto un rischio quanto un successo narrativo.
Durante tutta l’avventura lei ha scelto di non autosabotarsi, di porre un’alternativa alla via d’uscita fatta di difficoltà e di tristezza. In questo sviluppo si evince la necessità di presentare al pubblico Marissa Cooper. Lei e Summer sono come la notte e il giorno, ed è solo apprezzando e comprendendo la complessità dell’eroina-Marissa che possiamo finalmente notare l’eroina-Summer. Sono due figure necessarie l’una all’altra, certo non indagate quanto Lila e Lenù ne L’Amica Geniale, ma di certo pronte a mostrare quante sfaccettature possa avere una protagonista femminile.
Summer vive tenendo con sé il passato, imparando dal passato, e solo così comprende di non dover attendere qualcuno che la salvi, ma di lasciare che siano quella stessa solarità e vivacità a salvarla perché, come direbbe Anne, lei è l’eroina della sua storia.