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#VenerdìVintage – Un’analisi sociologica onesta s The OC

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Gossip Girl mette al centro delle dinamiche dei ragazzi estremamente ricchi che ogni giorno s’immischiano perfettamente con una società intoccabile all’apparenza ma piena di crepe difficili da risanare, ed è proprio questa apparente perfezione che ci fa comprendere quanto spesso non sia il dettaglio dell’ostentazione o del lusso a caratterizzare questo tipo di storie, ma il modo con cui si decide di analizzare il mondo patinato che si è appena raccontato. Gossip Girl, nonostante la storia, svolge un ruolo più leggero e superficiale che non ha intenzione di scomodare i personaggi dall’ovatta in cui sono cresciuti e questo non fa altro che rendere questo prodotto decisamente meno reale rispetto ad altre serie come The OC. Anche all’interno di questo scenario, infatti, i protagonisti vivono in mezzo al lusso e alla ricchezza, ma ciò che fa la differenza sono i dettagli di cui la serie decide di servirsi. The OC non si pone limiti e, nonostante l’ovvia caricatura che romanza le vicende, si rivela a noi come qualcosa di più crudo, più vissuto, più reale.

Probabilmente quello che da subito fa la differenza è Ryan, il protagonista della serie che viene catapultato da un mondo all’altro: in un attimo il suo quotidiano, tormentato dalla povertà e dall’insicurezza familiare, viene decorato ed edulcorato con i toni di una vita ricca e piena di comodità.

The Oc

Questo cambiamento sconvolge la vita di Ryan catapultandolo in un ambiente a cui non si era mai approcciato e che poteva solo vedere come spettatore dalla giusta distanza di sicurezza. La differenza tra il suo ieri e il suo presente balza subito ai suoi occhi e aiuta noi a vivere le vicende con il suo stesso approccio, con il suo stesso sguardo. Il mondo in cui è finito, al pari di Gossip Girl, è pieno di vizi, lusso, ostentazione ed esagerazione. Nessuno rinuncia a nulla perché tutti possono avere qualsiasi cosa, ma al tempo stesso – e qui si percepisce subito la differenza tra la società presa in considerazione di Gossip Girl e questa – tutto è estremamente reale, pronto a crollare da un momento all’altro. Perché in The OC tutti hanno una crisi di nervi, tutti hanno un fantasma che li minaccia di fargli perdere tutto.

Anche Marissa è un esempio lampante della cruda realtà della società raccontata nella serie: fin dalla prima stagione la ragazza si presenta con un’aria che, nonostante l’apparente serenità, svela la sua inquietudine. L’angoscia che questo personaggio riuscirà a mettere in campo durante le tre stagioni di cui fa parte non passa mai inosservata diventando il filo indispensabile di The OC, quello che racconta quanto non serva a nulla costruire, se poi non sai mantenere.

Lei è l’auto sabotatrice per eccellenza, un vulcano che esplode a causa di ferite auto inflitte e altre regalate da chi le sta vicino, ed è grazie a lei che comprendiamo che il posto in cui siamo finiti nasconde un’infelicità che ben presto non si patinerà più.

the oc

Perché è proprio lei, soprattutto, ad angosciare la trama di The OC. Tutto fluisce verso una narrazione che ha il bisogno di non essere solo una storia su un ragazzo povero in un contesto ricco, e per farlo necessita di una cavia che riesca a far percepire tutto il malessere del mondo in cui è finito. A Marissa, nonostante tutte le critiche le muoviamo, dobbiamo rendere grazie perché senza di lei inevitabilmente The OC sarebbe stato più patinato, meno crudo e più simile a ciò che avevamo già visto in giro. Badate bene: la quarta stagione segue questa linea anche se lei è assente perché comunque – nonostante la sua tragica morte – ha contaminato quel mondo portando tutto il buio reale che alberga dentro il suo personaggio, simbolo di un’insoddisfazione che racconta i frammenti di una società che si auto distrugge. L’alcol, la droga, la depressione, la tristezza di una solitudine che non riesci a escludere dalla vita: tutto in lei minaccia la catastrofe di una perfezione che in realtà non esiste, e non è obiettivo di The OC metterla in scena.

Il vero obiettivo della serie è raccontare una società che cerca di escludersi dal dolore ma non ci riesce comprendendo che non si ci può sottrarre. Lo comprende guardando Marissa farsi del male mentre cerca di evitare il buio con l’ausilio degli stupefacenti e dell’alcol, lo comprende guardando Ryan abituarsi a uno stile di vita in cui si sente inadeguato, scoprendo così questo stato mentale in cui non si era mai ritrovata perché sempre al posto giusto e con l’abito perfetto.

Ryan e Marissa, in conclusione, possiamo definirli i nostri Dante e Virgilio all’interno del mondo di The OC: Ryan rappresenta il viaggio di Dante in un mondo che cerca di patinarsi e Marissa il Virgilio che racconta la realtà cruda e nuda del devasto che lo caratterizza fatto di paure e tormenti che diventano, poi, le vere protagoniste di The OC.

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