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#VenerdìVintage – The OC: Oliver, il personaggio che ci ha insegnato ad odiare

La Casa de Papel
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Molte serie tv negli ultimi anni ci hanno spinto ad amare e tifare sfrontatamente per un cattivo anziché per l’eroe dello show ma in questo, il cult The OC, fa eccezione. Spesso gli autori tendono a rendere molto più carismatico e accattivante un cattivo piuttosto che il protagonista della serie, arrivando a fargli riscuotere talmente tanto successo da offrigli uno show tutto suo, come nel caso di The Originals e il suo Klaus o Better Call Saul.

Ecco, questo non è il caso di Oliver Trask di The OC.

Come suggerisce il titolo del pezzo, Oliver ci ha insegnato cosa vuol dire odiare un personaggio, senza concedergli alcuna occasione di redenzione. Questo accade non solo perché il ragazzo si presenta con evidenti squilibri sociali che meriterebbero l’accompagnamento sonoro della intro di Psycho ma anche perché, con il ruolo del danaroso e psicolabile teenager, Oliver ha fomentato molte delle nostre peggiori paure adolescenziali.

A quanti di noi a quell’età (e non solo) è capitato di trovarsi nei panni di Ryan, nella seconda stagione di The OC, e sentire per primi puzza di marcio, senza essere creduti?

A quanti di noi ha tagliato la strada un Oliver, magari come nello show, mettendo pure gli occhi addosso al proprio\a compagno\a? Oliver e la sua tossica insicurezza, condita dalle sue frottole patologiche, sono stati per una porzione di pubblico solo un astioso intrattenimento da dover sopportare ma per l’altra parte, una nefasta conferma a un sentore che nella realtà hanno misurato sulla propria pelle.

Ma perché questi soggettoni spaventosi come il conto in rosso, entrano in collisione con le nostre pacifiche esistenze, senza che li invitiamo ad entrare? Come nel caso del già turbato Ryan Atwood?

Risposta easy, a causa dei cacciatori di casi umani come Marissa Cooper.

The OC

Eh sì, e anche qui molti di noi avranno un’associazione istantanea con qualcuno di reale, che nella loro esistenza gli ha portato a “casa” esemplari tossici, socialmente incapaci e caratterialmente ambigui, come Marissa la pazzerella era solita fare sistematicamente in compagnia.

Oliver è solo il caso più eclatante tanto che il fatto che tutto sarebbe finito con l’intervento della polizia è qualcosa che pure il più ingenuo di noi avrebbe previsto. A Oliver mancava solo la tendenza a imitare la vittima della sua morbosa attenzione e poi il quadro del cringe poteva essere appeso, ma nel carnet della crocerossina di Newport brillano altri esemplari da catalogo.

Va bene seguire la filosofia del “tieni vicini gli amici e più vicini i nemici” ma la pseudo alleanza con Theresa? Ma perché? Perché Coop, non puoi essere come tutte le adolescenti dell’ecosistema terrestre e odiare visceralmente qualunque ragazza provi a fregarti il fidanzato?

Ah già, perché pure Theresa in The OC, è un caso umano.

Proseguiamo con la collezione della Coop e arriviamo al fratello galeotto e complessato di Ryan, Trey. Questo le mette pure le mani addosso e si becca anche una pallottola in petto da lei (almeno), dando poi la colpa al povero Ryan. Colui che paga sempre le pessime scelte sociali della ragazza.

Finiamo il poker degli orrori con Volchok, bello e dannato ma palesemente fuori di testa che, come tutti sappiamo, finisce pure per mandare all’altro mondo la nostra protagonista.

Durante quell’episodio comunque, uno di quelli più ricordati della nostra adolescenza, dal momento che ce l’ha vagamente traumatizzata, i due innamorati si prendono un momento per ricordare il personaggio più odiato nel teen drama, conferendogli il fregio di unico errore della scatenata vita della ragazza che sì, tutto sommato, si poteva anche evitare.

Perché Oliver Trask fa parte, come pochi altri ruoli nel panorama seriale, di quella categoria di personaggi che odi ferocemente e che nessuno si alzerebbe in piedi per difendere.

La chiameremo l’algoritmo Joffrey Baratheon; una sequenza che non importa quali dinamiche debba affrontare o a quali leggi cosmiche debba sottostare, porterà sempre come unico e solo risultato la solidarietà collettiva nel condannare senza assoluzione il personaggio in questione.

Risultato che spesso ha portato l’attore che ha avuto l’infelice incarico di prestare il volto al suddetto personaggio, a sparire dalle scene seriali un attimo dopo che la sua odiatissima controparte televisiva è uscita di scena.

Attori emergenti avvisati, mezzi salvati.

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