Anno Domini 1975. Un anno denso di eventi. Margareth Thatcher è la nuova leader del partito conservatore inglese, David Lynch, demiurgo di Twin Peaks, inizia la stesura di Heraserhead, Fellini vince il suo quarto Oscar con Amarcord e Steve Harris decide di fondare una delle band destinate a segnare la storia del rock: gli Iron Maiden. Se rimaniamo nel contesto musicale, in Italia succede un qualcosa di irripetibile. Un ragazzo di 24 anni incide e pubblica una raccolta musicale destinata a cambiare per sempre la storia della canzone dello stivale. Mancano, secondo le regole del giornalismo, il chi e il cosa. Alla seconda domanda rispondiamo con una semplice parola: Rimmel. Il “chi”, non crediamo sia necessario specificarlo. Nel suo terzo album Francesco De Gregori canta in una delle sue canzoni più belle “E qualcosa rimane fra le pagine chiare e le pagine scure”, e qualcosa ci è rimasto davvero della bellissima raccolta da cui questo brano è tratto. Ci è rimasta la sua bellezza, il suo carattere alternativo rispetto alle produzioni dell’epoca e ovviamente le nove bellissime tracce di cui è composto.
Rimmel è uno di quei progetti che entrano di diritto nella storia del cantautorato italiano. E ci entra come entra un elefante in un negozio di cristalli. Francesco De Gregori cambia il modo di vedere il cantautorato, rendendolo più commerciale agli occhi degli integralisti del genere. Una rivoluzione totale. Le nove tracce contenute nella raccolta sono incredibili. Rimmel, Pezzi di vetro, Il Signor Hood, Pablo, Buonanotte Fiorellino, Le storie di ieri, Quattro cani, Piccola Mela e Piano Bar sono manifesti musicali di una nuova musica che prenderà il sopravvento. Noi, oggi, vogliamo concentrarci sulla quarta traccia Pablo. Ma cosa c’entra con Twin Peaks? Cosa c’entra soprattutto con Laura Palmer. Sì, perché quel “Hanno ammazzato Laura, Laura è viva” che da il titolo al nostro articolo è ispirato proprio alla canzone dell’iconico De Gregori. Una canzone di rivolta, che manda un messaggio ben chiaro, così come Laura è colei che in Twin Peaks ci racconta lo spaccato di una società destinata alla rovina. Ma procediamo con calma, non corriamo troppo con le parole e con la fantasia.
Chi è Pablo? Cosa c’entra Laura? Cosa c’entra Twin Peaks?
Nel corso degli anni le disquisizioni su chi fosse il Pablo citato nella quarta traccia di Rimmel si sono susseguite. C’è chi pensava che la canzone parlasse di Neruda, chi ha addirittura utilizzato una frase di questo brano per un titolo di giornale dedicato a Pablito Rossi e chi, invece, non sapeva che pesci pigliare. La verità è una: questo brano, a distanza di quasi 50 anni dalla sua uscita è più attuale che mai. Il Pablo di cui racconta De Gregori è lo stesso Pablo la cui morte sul lavoro oggi potrebbe essere una delle notizie principali su un quotidiano o su un giornale online. Il Pablo di oggi è una donna vittima di violenze, una donna uccisa perché troppo bella, troppo facile, troppo difficile. Troppo poco considerata. Il Pablo di oggi potrebbe essere tranquillamente associato alla Laura di Twin Peaks, una ragazza uccisa da una società che ti divora dall’interno, che ti giudica, che ti spingere a fare quello che ha fatto Laura. Pablo e Laura, Laura e Pablo, distrutti dalla vita per ragioni diverse.
Nonostante la loro morte però, vivono nei cuori di chi si sente colpevole per la loro morte. E i colpevoli siamo tutti noi. Sì, perché il messaggio di De Gregori è molto simile a quello di Lynch. La morte, l’omicidio o più in generale il dramma non sono episodi sporadici che possono essere decontestualizzati dal mondo in cui accadono. Quella che per il regista è Judy, per il cantautore è la società, e viceversa. In entrambi avvertiamo il senso di rabbia verso i meccanismi che muovono il mondo e che rendono le persone sterili macchine da riproduzione, programmate al lavoro, all’odio e alla sopraffazione del più debole. Quello che per De Gregori è il capitalismo sfrenato, per Lynch è la bomba atomica nell’iconico episodio 8 di Twin Peaks – The return. Pablo e la serie tv sono due opere d’arte che ci raccontano l’emarginazione e la violenza, l’amore per la vita e la sofferenza che c’è nella morte, i vincitori e soprattutto i vinti.
Ma perché, allora, Laura e Pablo sono vivi, nonostante la loro morte?
Qui entriamo completamente nel campo di Lynch e di Twin Peaks. Un uomo sudamericano una volta ha detto: “sparami, ucciderai solo un uomo”. E lo stesso vale per i nostri due protagonisti. Sebbene vengano uccisi, non è possibile uccidere le loro idee e il loro messaggio. Laura e Pablo con la loro morte scatenano una rivoluzione. Il loro messaggio di rabbia verso la società si fa epifania solamente dopo la loro morte, perché questa smaschera una società che all’apparenza sembra variopinta, colorata e calda, ma che in realtà è l’esatto opposto. E quindi per questo vivono, perché solo con la loro morte riescono a ottenere un riscatto sociale e una vendetta verso quel mondo che da vivi ha spezzato la loro anima in mille piccoli frammenti. Entrambi i nostri protagonisti sono totalmente insoddisfatti della vita, assumo droghe, sono promiscui e assistono inermi al lento e inesorabile crollo di quella società che tutti gli altri amano. O che per lo meno sono costretti ad amare per non essere etichettati come diversi.
Chi invece, come loro, prende le distanze da quei canoni rigidi e grigi, viene quasi esiliato, muore civilmente. E è quindi questo che i due ci dicono. Non è stato il crollo di una impalcatura a uccidere Pablo, non è stato suo padre Leland a uccidere Laura. Siamo stati tutti noi, la collettività, che ogni giorno miete nuove vittime con la nostra più totale indifferenza. Le idee però sono cose leggere, che nonostante la gravosità del corpo, rimangono nell’aria. E oggi ci sono Francesco De Gregori e David Lynch a raccontarci che nonostante Pablo e Laura siano morti, sono vivi e le loro idee lottano per un mondo più giusto. E ci saranno anche domani, e poi il giorno dopo ancora. Perché i simboli fanno la storia. Perché hanno ammazzato Pablo, ma Pablo è vivo, perché hanno ammazzato Laura, ma Laura è viva. Perché davvero, qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scure.