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#VenerdìVintage – 10 motivi per cui Lost è un capolavoro assoluto

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IL PATHOS NEI FINALI

Lost è stata tra le più bastarde serie televisive di tutti i tempi. C’è da dire anche questo. E come a noi donne piacciono di più se sono stron*i, così a noi serie tv addicted più sono stron*i con le vicende più ci piacciono. Masochisti, non saprei, ma fatto sta che con Lost e soprattutto con i suoi finali di stagione rischiavamo di morire ogni volta. Voglio solo ricordarvi il primissimo finale di stagione. Puntate su puntate che vertono sull’apertura di una misteriosa botola su un’Isola deserta ma non troppo. Nell’ultima puntata trovano il modo per aprirla, finalmente, vedremo cosa si cela lì dentro. Sicuramente. Aprono la botola e… fine.
La situazione fantastica in cui ci catapultava ogni volta era inspiegabile: rimanevi attonito, imprecavi contro Lindelof e gli altri sceneggiatori, per poi restarne stupito in positivo. Affermo, totalmente consapevole di ciò che sto per dire, che la potenza di Lost consisteva anche in questo: lasciarti sempre col fiato sospeso, anche per mesi, non importa. E debolmente accettavamo sempre di continuare la lunga corsa verso un destino tortuoso e doloroso.

“Non sono più sperduto.”
“E come ci sei riuscito?”
“Nel modo in cui si ritrovano le cose perdute: ho smesso di cercare.”

LA VELATA FILOSOFIA DELLA SERIALITA’

Alcuni personaggi di Lost, ma in realtà più o meno tutti, prendono il nome da filosofi, scienziati, matematici. Vantano di una personalità simile alla figura di spicco che rappresentano. Non è un caso se i creatori hanno intrapreso questa strada: Lost è filosoficamente essenziale, è essenzialmente filosofia. Paroloni, eppure la grandezza di questo capolavoro mediatico si misura anche grazie al suo impatto mentale, non solo emotivo. Le serie televisive ormai sono una realtà e una cultura tangibile dei giorni nostri e non solo. Si può imparare anche da un singolo episodio di Lost, per dirne una. Tutte le paranoie e le filosofie che si nascondono dietro le mie parole finora elencate sono frutto di una narrazione studiata e di una geniale tecnica nel metterla su schermo. Mai avrei pensato di capire il pensiero di John Locke, il filosofo, grazie alla personalità dettagliata del personaggio affine ed omonimo. Ed ugualmente vale per (Desmond) David Hume. Come dei personaggi in un perfetto Cluedo, riuniscono le loro sfumature più variegate per risolvere enigma. Daniel Faraday risponde a qualche nostra domanda, fisico e professore universitario non poteva che portare il nome del fisico-matematico Michael Faraday, studioso dell’elettromagnetismo.

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