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#VenerdìVintage – 10 motivi per cui Lost è un capolavoro assoluto

“SI VIVE INSIEME, SI MUORE SOLI”

Sei un sopravvissuto se hai trovato la tua dimensione, sei un sopravvissuto se sei in equilibrio tra il tuo mondo interiore e quello che ti circonda, sei un sopravvissuto se hai capito chi sei. Il concetto di sopravvivenza va al di là della concezione del Robinson Crusoe, va al di là dello schianto dell’Oceanic 815. Non è facile rassegnarsi al tempo che passa e agli eventi che ci scivolano addosso. Ma è estremamente semplice essere artefici del proprio destino ed essere immersi nell’imminente pantarei di Eraclito. Siamo sopravvissuti alla verità che faceva male, agli esami, ai problemi insormontabili. E soprattutto siamo approdati sull’Isola che meglio ci rappresentava. Adesso siamo dove siamo.
Una cosa è certa: da questa vita non ne usciamo vivi. L’essere un naufrago consapevole di ciò che gli è successo è fondamentale. Esserne consapevoli in due o in più persone lo è di più. Non restare chiusi nel proprio guscio e aprirsi al prossimo per il proprio bene e per il suo rende più semplice una vita piena di ostacoli. Lost ci ha insegnato che l’Isola ti guardava, ti studiava e aveva il poter di ritorcerti contro un destino scontroso, a volte fatale. Non accettavi consigli, aiuti di un tuo compagno di viaggio (sì, lo stesso passeggero del tuo aereo, lo stesso superstite che tenta di sopravvivere)? Bene, allora te la faccio pagare. Come una gigantesca bambola voodoo, l’Isola ti spia e ti condanna o ti aiuta in base alle azioni che compi. John Locke, non a caso, ha sempre creduto nel suo potere, lo stesso potere che gli ha donato nuovamente l’uso degli arti inferiori. Vivere insieme vale la pena, tanto alla fine si morirà soli. E’ triste, ma allo stesso tempo rincuorante. Qualsiasi pregiudizio riguardo razza, lingua, orientamento sessuale si arrende di fronte l’inesorabilità del tempo e della morte. Non conviene fare la guerra in vita, se l’epilogo non cambia, ed è uguale per tutti. E’ tutto relativo e tutto si trasforma: condividere l’assurdità della vita per sopravvivere alla monotonia del continuo cambiamento. Un paradosso più unico che raro, ma Lost lo è. Possiamo imparare molto da Lost, prendendola nel giusto verso. Possiamo imparare perfino a non capirci nulla, ma fa parte anche questo dell’esistenza.

“A chiunque possa leggerlo: siamo i superstiti del volo Oceanic 815. Sopravviviamo su quest’isola da 80 giorni. Eravamo in volo da 6 ore quando il pilota ci ha detto che eravamo fuori rotta ed è tornato verso le Fiji. E poi siamo precipitati. Per tutto questo tempo abbiamo aspettato dei soccorsi che non sono arrivati. Non sappiamo dove ci troviamo, sappiamo solo che non ci avete rintracciati. Abbiamo fatto del nostro meglio per vivere qui: alcuni si sono rassegnati all’idea che non ce ne andremo mai. Non tutti sono sopravvissuti dopo il disastro, ma c’è anche nuova vita e con essa la speranza. Siamo vivi. Per favore, non abbandonateci.”

 

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