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#VenerdìVintage – 10 Serie Tv di Mtv che non dimenticheremo mai

serie tv

8. Lolle
lolle

La produzione tedesca ha lavorato molto perché, a distanza di anni, potessimo sentirci veramente vecchi ricordando l’intramontabile.
Lolle” ne è un’altra testimonianza.
Sulla falsa riga della Lizzie McGuire di Disney Channel, la serie tratta la vita della solare, intraprendente ed ambiziosa Lolle con tutto ciò che consegue dalla sua passione per il disegno ed i fumetti.
Esattamente come in “Lizzie McGuire“, la particolarità della serie era l’inserto di sequenze animate (che raffiguravano la stessa Lolle) utili ad enfatizzare la manifestazione di sensazioni ed emozioni della protagonista.

9. Degrassi: the next generation
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Ricordate “Degrassi“?
Precisazione necessaria: ricordate “Degrassi: the next generation“?
Forse all’epoca non eravamo a conoscenza del dettaglio, ma la serie è un sequel di più serie tv degli anni ottanta anche loro ambientate nella Degrassi Community School.
Seppure con l’inedita protagonista Emma Nelson ed il gruppo di nuovi personaggi legati alla sua backstory, la serie riprendeva le stesse tematiche sociali trattate nelle serie che l’avevano preceduta.
Inizialmente andata in onda su Mediaset, è stata mal gestita ed utilizzata per ricoprire buchi nel palinsesto, spesso non in sequenza ordinale e, addirittura, con l’errato nomeDegrassi Junior High” che fa invece riferimento ad una delle serie originali dell’ottanta.
Ad oggi, con quattordici stagioni, detiene la nomina di “teen drama più longevo di sempre“.
Ma siccome siamo ingordi e l’abitudine gratifica l’uomo, il Messia Netflix ha deciso di (ri)portare in vita l’ennesimo fenomeno; col nome “Degrassi: Next Class“, la serie tornerà nel 2016.

10. Scrubs
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Non c’è assolutamente nulla da ricordare, quando “infinito” è il conto sul calendario che segna il numero di rewatch che i fan di “Scrubs” sono destinati a fare.
Le avventure dello stralunato e bizzarro J.D. rappresentano ormai il simulacro di Mtv.
Indubbiamente, uno dei figli putativi più preziosi che la mittente abbia mai preso in adozione.

(+1). Mario
mario

Dritto per dritto” al punto, senza fronzoli.
L’inception nolaniano del finale di seconda (terza, per meglio dire) stagione di “Mario” ha preziosamente contornato quello che i posteri riterranno quasi sicuramente un cult (per quanto, probabilmente, ricercato prodotto di nicchia) della disincantata e quiescente satira alla televisione italiana, enorme metafora quasi meta-telefilmica che parte dai fratelli Peluria (lo spettatore medio), e finisce con la più proverbiale sagoma della vacuità giornalistica in alcuni contesti.
Che finisca o meno nel dimenticatoio, chi apprezza la comicità di Maccio Capatonda non dimentica, anche a costo del fatto che l’unica nota di consolazione sia, alla fine, poter orgogliosamente affermare: “Io (l’)ho visHto tutto!

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