Travolgente e appassionante, Cold Case appare, nel suo primo anno di messa in onda, come una Serie nuova, fresca e con un qualcosa in più che fino ad allora nessun altro aveva deciso di introdurre e di portare avanti.
L’elemento ‘musica’ è impossibile da non prendere in considerazione nella produzione di una Serie Tv, ma con Cold Case è stato fatto un lavoro differente. E’ stato cancellato tutto, si è ripartiti da zero, e da qui è stato posto alla base quell’elemento che in questo prodotto di successo è essenziale per la comprensione e la costruzione narrativa.
Tutto ha inizio e ruota intorno alla colonna sonora, che agisce negli eventi e ne subisce le conseguenze. Tormenta e guarisce, suggerisce e condanna.
Chi lo avrebbe mai detto che dopo aver dato vita alle tre famosissime varianti targate CSI, Jerry Bruckheimer avrebbe fatto nascere qualcosa di ugualmente potente, suggestivo e maniacalmente curato? Ancora una volta stupisce ed emoziona, regalando espressività e dinamismo tipiche di un buon prodotto americano.
Cold Case ha fatto la storia. Poche Serie sono riuscite a guadagnare il suo stesso consenso popolare. L’innovazione, l’eleganza e l’eccellenza narrativa hanno saputo rendere giustizia ad un prodotto che meritava già in partenza.
Alla fine dei conti tra altri sei anni, ricorderemo sempre e comunque le malinconiche ma risolutive canzoni alla fine dell’episodio che non solo concludevano la puntata, ma davano una risoluzione al passato e a ciò che da questo ne era conseguito.
A seguire la scia della melodia che collega il passato, il presente ed il futuro c’è l’intro. Una sigla pensata e realizzata per valorizzare tutti gli elementi che sono essenziali per la vita di questa Serie.
Casi di vecchia data, casi irrisolti (come sottolinea il titolo della Serie) che non trovano soluzione, vittime che non trovano pace, carnefici ancora in libertà. Questo mondo non ha fine, fino al momento in cui qualcuno decide di prendere in mano la situazione e fare di tutto per far sì che questo accada. E’ l’obiettivo che la sezione Cold Case di Philadelphia si prefigge. Grazie al loro lavoro, tutto, o quasi, avrà una fine.
Per non parlare dell’inconfondibile colorito bianco, quasi a voler ricordare la pelle di un vampiro, di Lilly Rush interpretata dalla bravissima Kathryn Morris. Un bianco perfetto, una sfumatura che si adattava coerentemente ai lineamenti della Serie, così dedita al passato, ma che ha comunque bisogno del presente per poter avere una fine. Scelta minuziosa ed azzeccata, non solo per le evidenti abilità da attrice, ma anche per il suo atteggiamento, la sua maniera di porsi ed il suo sguardo accattivante e misterioso. Ha facilmente rapito tutti, attraverso il suo aspetto prima, e grazie al suo talento dopo. Una donna di una straordinaria imponenza e determinazione!
Cold Case aggiunge a tutto questo amalgamarsi di storie e vissuti anche l’utilizzo di flashback che aiutano a far crescere l’impalcatura del telefilm, creando un nuovo metodo di costruzione descrittiva e narrativa con le hit del momento che pian piano si trasformano in brani contemporanei all’epoca dell’indagine eseguita da Lilly e la sua squadra.
Si tratta di un aspetto che rafforza l’analisi della dimensione introspettiva dei personaggi, resa ancor più profonda e complessa dalla colonna sonora e dal come viene sfruttata.
Lilly è stata indelebilmente segnata dal suo passato e anche, e soprattutto, a causa di questo, decide di spendere anima e corpo per riuscire a scongelare vecchi casi e riuscire a trovare una soluzione, quella giusta. In questa impresa viene affiancata dal suo capo John Stillman, e da vari altri detective come Scotty Valens.
La vera e propria conclusione del caso sta nella fine. Nel momento in cui le cose tornano a posto, quando si riesce a fare ordine nella propria mente, quando sai di aver reso giustizia alle vittime.
Cold Case insegna tutto ciò che abbiamo da imparare sui nostri demoni del passato. L’esito morale non è riservato solo al singolo caso, ma si tratta di una linea di congiunzione che alla fine collega tutto in un unico scenario. Un quadro che contiene le storie di tutti noi, le vite di ogni singola vittima, carnefice, testimone.
Ogni Serie ha la grande capacità di regalarci qualcosa e Cold Case sa darci degli impagabili consigli su come gestire tutto ciò che abbiamo vissuto e che ancora non riusciamo a risolvere.
Cold Case non è soltanto una Serie, siamo tutti noi, dei casi irrisolti che non vediamo l’ora di poter riaprire e risolvere.
Sono passati sei anni e non lo abbiamo dimenticato, ormai fa parte del nostro passato, che questa volta non ha più bisogno di essere risolto. Probabilmente non lo dimenticheremo mai. La traccia che ha saputo lasciare in noi è profonda e la sua, quasi terrificante, vicinanza alla realtà è fondamentale ed è forse la caratteristica più attraente dell’intera Serie.
Manca poter assistere alla risoluzione di quei casi che rendevano la Serie così interessante, manca la malinconia e la commozione che erano proprie di questa creatura. Malinconia e commozione che oggi abbiamo ricordandola…