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#VenerdìVintage- Com’è nato Buffy

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Se mettiamo insieme un aspirante regista e sceneggiatore, un flop al botteghino e una serie tappabuchi dell’ultimo minuto non possiamo certo dire di poter contare su delle prospettive ottimali, eppure alla base della serie che ha cambiato il modo di concepire il concetto stesso di telefilm (fantasy ma non solo) c’è proprio il fallimento e, soprattutto, la caparbietà di un giovane che nonostante tutto ha continuato a credere in se stesso. Raccontare com’è nato Buffy è un po’ come raccontare di un qualsiasi nerd che semplicemente non ha mai smesso di credere nelle sue più folli speranze e che dal niente è stato in grado di costruire un impero.

com'è nato buffy

Buffy l’Ammazzavampiri si basa sull’idea di una giovanissimo Joss Whedon Rhonda: la cameriera immortale”, poi diventato un film sceneggiato dallo stesso Whedon ed uscito al cinema nel 1992: un flop di proporzioni cosmiche che però metteva su pellicola l’idea di Whedon che le bionde non dovevano necessariamente essere delle idiote il cui unico scopo fosse scappare urlando dal serial killer di turno. In particolare questa idea “rivoluzionaria” gli venne in mente dopo aver visto Scream, nel cui seguito tra l’altro parteciperà anche la Gellar. In ogni modo l’accoppiata Luke Perry e Kristy Swanson non funzionò, se non forse per la vendita di qualche dvd, ma la regista Fran Rubel Kuzui e il produttore Gail Berman non si diedero per vinti e ricontattarono Whedon proponendogli di trasformare il film in uno show.

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Whedon glielo vendette nella forma “horror al liceo“, ma la serie sarebbe stata molto di più: la metafora avrebbe caratterizzato l’intera durata dello show e il fantasy sarebbe stato solo il mezzo attraverso cui affrontare tematiche adolescenziali, indagando intenzionalmente la complessità dei rapporti tra persone, descrivendo condizioni dell’uomo quali la solitudine, il rimorso, il potere, l’amore, il sesso, la depressione e l’odio, acquisendo così una struttura complessa a diversi livelli di lettura. Tutto ciò rese la serie più fruibile ed apprezzabile da un numero sempre crescente di pubblico, anche grazie all’innovativo sistema battuta/serietà sempre presente in tutti gli episodi. I messaggi erano precisi e, per quanto possibile, educativi, senza però cadere nel moralismo, ed è questo uno dei motivi fondamentali della trasformazione del viso nei vampiri: Whedon non voleva che passasse il messaggio di una biondina che pugnala al cuore persone normali, per cui si preoccupò sempre che i cattivi fossero evidentemente cattivi.

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A proposito di cattivi e mostri, come nella migliore della tradizioni, l’horror del Buffyverse nasce direttamente dall’incubo del suo stesso creatore poi riadattato per la sua commercializzazione, ma proprio perchè nato in questo contesto, spesso e volentieri saranno le paure dei diversi attori, sceneggiatori e di tutti coloro che partecipano al progetto ad influenzare le varie vicissitudini, fatta eccezione per la Gellar, già terrorizzata abbastanza dai cimiteri in cui il suo personaggio passa praticamente la maggior parte del tempo.

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La serie viene messa in onda il 10 marzo 1997 come tappabuchi: si ritrova a sostituire Savannah, lo show della Burge (mamma di streghe) che arrivato a metà della seconda stagione viene definitivamente cancellato.

Insomma il punto di partenza non sembra dei più fortunati, tant’è che durante la prima conferenza stampa gli attori si ritrovarono davanti ad un pubblico completamente muto e privo di domande. Il pilot, invece, in cui ancora non compariva Alyson Hannigan, ma al suo posto Riff Regan, conquistò immediatamente la Worner Bros. Un pilot che non viene mai messo in onda e che si può trovare solo tra i contenuti speciali di qualche cofanetto o semplicemente su YouTube sotto il nome di Buffy The Vampire Slayer-Unaired Pilot 1996, di una durata complessiva di circa 25 minuti.

Buffy The Vampire Slayer-Unaired Pilot 1996

Buffy si può a tutti gli effetti definire una serie pioniera di quello che sarà il futuro seriale in cui tutt’ora ci troviamo a navigare: con lei nasce il concetto di Big Bad, non più limitato alla singola puntata ma all’intera stagione, e per la prima volta gli archi narrativi diventano trasversali a più stagioni; inoltre avete presente Damon Salvatore o Chuck Bass, o qualsiasi altro bad boy che innamorandosi finisce per redimersi o quasi? Ecco, in pratica i nostri cuori continuano ad impazzire per questo genere di personaggio grazie a Spike, il primo vero esempio di bad boy redento.

Giusto per specificare, Angel non si può inserire in questo elenco di bad boys in quanto con la sua doppia natura Angel-buono e tormentato/Angelus-cattivo e fiero di esserlo costituisce un’eccezione ben difficile da definire e di cui in realtà non abbiamo molti eredi a disposizione.

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Altra grande innovazione di cui Buffy si fa portavoce è la questione dei Nerd: infatti è per la prima volta in questa serie Tv che i protagonisti non sono più i belloni ed impossibili, ma piuttosto i reietti, gli esclusi, quelli un po’ strani che tutti evitano, e simbolicamente lo si può vedere chiaramente fin dalla prima puntata, quando Buffy Summers invece di seguire la popolare Cordelia preferisce la compagnia della strana Willow e del nerdissimo Xander (curiosità: a Nicholas Brandon fu richiesto di smettere con la palestra perchè sarebbe stato incoerente per il suo personaggio avere un fisico scolpito).

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Buffy Summers da principio doveva essere interpretata da Katie Holmes, che però rifiutò la parte per continuare il liceo, in seguito si propose Charisma Carpenter, mentre per il ruolo di Cordelia si era candidata la stessa Sarah Mishelle Gellar: è evidente che le due avevano ciccato candidatura. Infatti le competenze della Gellar nelle arti marziali furono decisive perchè si aggiudicasse il ruolo della protagonista, oltre il fatto che il suo fosse l’unico nome famoso all’inizio delle riprese. Ma Charisma avrebbe comunque amato il ruolo di Cordelia, tanto che l’avrebbe interpretata non solo in Buffy, ma anche nello spin-off di Angel, ma solo in seguito alle varie rassicurazioni di Whedon riguardo al fatto che, se Angel fosse stato un flop, la ragazza avrebbe sempre mantenuto il suo ruolo in Buffy.

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Per Xander invece era stato chiamato Ryan Reynolds che però si rifiutò di interpretare un ragazzo ancora al liceo… E questo è a mio avviso un enorme, gigantesco peccato, senza nulla togliere a Nicholas Brandon ovviamente. Vi interesserà sapere che Brandon ha sempre dichiarato di ritrovarsi molto nel personaggio, soprattutto da principio, perchè anche lui da ragazzino era un escluso ed un po’ emarginato, ma invece dei vampiri a salvarlo fu la recitazione, grazie a cui smise di balbettare e divenne uno dei personaggi più amati della TV, tant’è che entro il 2013 Xander (e Willow) diventarono due tra i nomi più utilizzati negli USA.

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C’era qualcuno, al contrario di Reynolds, che desiderava ardentemente partecipare a Buffy l’ammazzavampiri, tanto da candidarsi non per una, ma per ben due diverse parti: Nathan Fillion (un regular di Whedon) fece audizioni sia per interpretare Angel, sia per Spike, ma non ebbe fortuna (avrebbe poi ottenuto la parte del cattivo solo nella settima stagione), e per quanto io ami l’attore, non credo che potrei immaginare i due personaggi senza i volti di David Boreanaz (il primo amore di una dodicenne) e James Marsters, con il suo meraviglioso accento inglese, che, tra l’altro, è stato frutto di diverse lezioni di dizione con Antony Head (Rupert Giles).

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Moltissimi gli attori che partecipando a questa serie come Guest Star si sono ritrovati Regular, uno fra tutti proprio Spike, che diventa addirittura un protagonista, così come il personaggio di Faith, che grazie alla performance della Dushku divenne fondamentale fino alla settima stagione, e lo stesso vale per Anya e Tara, la quale viene inserita tra i regular proprio nella puntata della sua morte (ah ah ah: che ridere). A proposito di Tara, Whedon in principio voleva che a rivelarsi gay fosse Xander e non Willow, ma, per quanto fosse un precursore dei tempi, dovette cedere alla realtà: una relazione saffica sul piccolo schermo era molto più tollerabile di una gay, perciò cambiò il suo obiettivo e si concentrò sul profondo legame tra le due streghe, relazione che però venne spesso censurata in svariati paesi europei, primo fra tutti, ovviamente, l’Italia.

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Buffy ha influenzato direttamente ciò che più contraddistingue le passioni e gli interessi adolescenziali della nostra epoca: ha introdotto e approfondito tematiche prima del tutto estranee e che oggi costituiscono il nostro pane quotidiano. L’idea di donna in televisione si è ribaltata da fanciullina indifesa a donna in grado di decidere del proprio destino, i nerd sfigati ed esclusi sono diventati di moda (è il vostro secolo d’oro ragazzi, ma non dimenticatevi che prima di voi, noi che portavamo gli occhiali e guardavamo le serie Tv non ce la passavamo molto bene a scuola), e soprattutto con Buffy si è rivoluzionato il concetto di fantasy.

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L’urban fantasy viene alla ribalta con l’ammazzavampiri: serie come The Vampire Diaries o Teen Wolf non avrebbero mai visto la luce se non fosse per la biondina spaccaculi, Edward Cullen non sarebbe mai esistito se prima di lui Angel non ci avesse fatto innamorare, piangere e disperare, e Dean e Sam Winchester non avrebbero avuto un lavoro se Buffy Summers non avesse ricevuto la chiamata. Insomma se dovessi scegliere una serie che più di tutte ha influenzato questi ultimi dieci anni televisivi sarebbe sicuramente Buffy, che tra l’altro è stata in assoluto la prima serie che abbia mai seguito, quando ancora guardare le serie Tv significava piazzarsi davanti ad Italia 1 tutti i pomeriggi litigando con il mondo pur di non perdere neanche una puntata (una medaglia a tutti coloro che seguivano i telefilm prima dello streaming sarebbe d’obbligo).

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Quindi grazie Buffy, nel cui sorriso finale nell’ultima puntata in assoluto risalente al 20 maggio 2003 vi possiamo leggere un addio, consapevole che in realtà quello sarebbe stato solo il principio, il principio del successo di Whedon, che magari non avesse avuto Buffy non avrebbe creato gli Avengers (in cui tra l’altro possiamo trovare fini collegamenti con la biondina), il principio di un fantasy completamente nuovo fruibile da tutti, un ritorno al folklore antico dai più dimenticato, il principio di un sogno che non avrebbe smesso di accompagnarci fino alla fine dei nostri giorni. 

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