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#VenerdìVintage – Elliot Reid: l’epitome della follia

Elliot Reid
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Le scienze psicologiche hanno teorizzato in tempi non sospetti l’idea che possa esistere un’organizzazione di personalità denominata “borderline”, caratterizzata soprattutto da pesanti sbalzi d’umore, ripetute svalutazioni ed esaltazioni dei medesimi soggetti e una qual certa difficoltà generale a mantenere la propria vita in equilibrio.
Fine della parte teorica/inizio della parte cazzara.

Chiunque abbia visto “Scrubs sa bene quanto è stramba Elliot Reid, la dottoressa supersexy e superfolle interpretata da Sarah Clarke, ma proviamo a descriverla rapidamente per quei poveri sventurati che non hanno ancora fruito della spettacolare Serie ambientata al Sacro Cuore: la si potrebbe definire una sfigata nel corpo di una principessa, questo perché l’accoppiata “capelli biondi-occhi azzurri” e un fisico da urlo la issano di diritto nelle categorie delle gnocche e a tutto questo si unisce una capacità semplicemente leggendaria di prodursi in gaffes, uscite a sproposito e figure di melma che farebbero invidia a Stanlio e Ollio!

Tutto questo la rende estremamente divertente e stimolante, però non va sottovalutata anche la fragilità di questa dottoressa dal passato difficile e il presente confuso e confondente, che aspetta soltanto l’arrivo di qualcuno che le dia la stabilità di cui ha bisogno…

MEGASPOILER: lo troverà.

Elliot Reid
Elliot Reid
Teoricamente, quella di Elliot è una brutta storia: cresce in un malessere che il tanto denaro a disposizione non riesce nemmeno in minima parte a risolvere, “merito” di un padre autoritario e di una madre alcolista che affideranno le cure della bambina a una tata tedesca ed estremamente rigida.

Ecco, ma alla luce di quest’infanzia da incubo, come fai cara Elliot ad essere così divertente?

Sono pazza stupido! Ti ricordi quando l’altro giorno mi hai detto che ero sudata? Beh ho gridato ogni 5 minuti per mezz’ora dopo che me l’hai detto. Sono insicura, da morire. Soffro di panico, claustrofobia, germofobia, fobifobia. Parlo da da sola, parlo col mio gatto, parlo con 3 diversi psichiatri del fatto che il mio gatto ogni tanto mi risponde con la voce di mia madre e ieri mattina, quando quella stupida infermiera carina di chirurgia ti ha passato i guanti di lattice, stavo per uccidere il tizio in barella perché mi ossessionava l’idea di voi due che fate sesso in una cella frigorifera!!!Perché la cella frigorifera? Perché mio padre aveva una relazione con una macellaia. Come ti accennavo prima, io sono pazza ed ecco, mi sono aperta, sei felice?

Ehm. Direi che questo monologo (uno dei tanti…) vi può tranquillamente chiarire le idee su quale tipo di persona stiamo parlando. C’è una sofferenza dentro la dottoressa Reid, una sofferenza che viene fuori in tanti modi diversi e dinamici, suscitando nello spettatore una sorta di nuvola d’imbarazzo su cui adagiarsi mollemente facendosi trasportare dalle debordante e spassosa follia di Elliot.

Elliott Reid in versione
Elliot Reid in versione “extreme”

Certo, tutti vorrebbero avere una donna così (vedi foto illegale qui sopra), ma quanti vorrebbero starci insieme davvero?

L’insicurezza di Elliot si riflette anche sulla sua vita sentimentale se è vero come è vero che nel corso delle 9 stagioni le vediamo cambiare parecchi compagni: c’è quell’infermiere sempre vestito di rosa, Paul Flowers, poi quello smidollato di Sean Kelly, con tutti i suoi delfini e la sua stupidità, seguito dal machismo di Jake e infine dai pettorali vuoti di Keith.

Tutto va sistematicamente a rotoli. Si è vero, le partenze sono colme di desiderio, intensità e buoni propositi, in qualche modo quegli uomini riescono a raddrizzare il castello, salvo poi scoprire che esso è fatto di carte e nel giro di non molto è destinato a cadere. Litigi, incomprensioni, tradimenti: quella principessa si tramuta mano a mano in strega, lasciandosi andare a comportamenti sregolati e a crisi di pianto leggendarie, puntualmente risolte dai suoi amici, tra i quali spicca sempre un medico un po’ goffo con i capelli sparati e il visino innocente.

Elliot si rifugia spesso nel lavoro, dal momento che professionalmente parlando è una vera fuoriclasse, però quello del medico è un mestiere difficile che se viene condizionato dall’umore del singolo può diventare addirittura letale, perciò si ritorna al malinconico punto di partenza: “chi si prenderà cura di me?“. Prova a rispondere il lapidario dottor Cox, alla sua maniera.

C: “Sai, io e te non abbiamo mai legato veramente. Forse perché tu sei implacabilmente noiosa o forse è colpa mia che non sopporto le persone così noiose come te. Non lo so, ma voglio chiederti una cosa…per te sono un bravo insegnante?

E: “Per qualcuno…

C: “Bene, allora diamo uno sguardo alla mia vita privata: io sto insieme a una donna che odio, mio figlio di 2 anni mi chiama Perry e soprattutto quello che ancora non sono riuscito a confessare a nessuno è che il sabato sera mi piace indossare un bel vestito da donna e andare in giro coi tacchi alti per i bar a farmi chiamare <<la merciaia>>

E: “Non è vero

C: “Già, ma anche se ciò fosse vero non deve avere niente a che fare con la mia capacità di insegnante. Dai retta a me Barbie, il punto è che se trovi una persona che ti fa credere in te stessa ci penserei due volte prima di buttare a mare un’amicizia come la vostra…

Giusto Elliot, quella persona ce l’hai già. Non è propriamente un amico certo, ma devi lasciargli la possibilità di aiutarti davvero perché si mostri per ciò che è veramente.

Elliot e J.D.
Elliot e J.D.

J.D! Ma certo! Quello è sempre stato il tuo principe con il camice azzurro!

Non a caso i due si sono presi e mollati milioni di volte, salvo poi finire esattamente dove volevano essere: l’uno accanto all’altra. Il binomio bellezza-stranezza li accomuna rendendo il loro legame speciale, oltretutto i due caratteri si sposano alla perfezione poiché la forza trainante della bionda scuote quel moro a tratti troppo leggerino e la profondità d’animo di J.D. è praticamente l’unica ricetta agli innumerevoli ingredienti che albergano la testa di quella donna irrimediabilmente border, ma anche fantastica.

Insomma, questo matrimonio s’aveva da fare fin dal primo momento e in effetti lo si è fatto in extremis, chetando finalmente le insicurezze e i dubbi di entrambi, sostituendoli con tutta l’armonia, la calma e la tranquillità che solo l’amore è in grado di conferire, persino se si è l’epitome della follia.

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