I canoni. I guard rail all’interno dei quali procedono le nostre giornate normali, fatte di momenti normali, problemi normali, sorrisi normali ed espressioni di rabbia cosmica susseguenti a drammatiche botte dei mignoli dei piedi contro i comodini così maledettamente normali!
Cosa succederebbe se li scavalcassimo? Se provassimo a infischiarci delle normali regole che sostengono il mondo e ci comportassimo in maniera totalmente improvvisata, scostante e imprevedibile? Verremmo visti come bizzarri…e sarebbe meraviglioso.
Il massimo esperto in materia è un omaccione che ci ha accompagnato per tutte le nove spassosissime stagioni di “Scrubs”: veste rigorosamente di grigio e possiede una collezione di scoiattoli imbalsamati realizzata insieme a sua madre. O forse era sua sorella? Chi può dirlo? Ladies and gentlemen: arriva l’Inserviente.
Non ha nome.
Di lui si sa poco e quello che si sa, probabilmente, sono balle inventate da lui stesso per aumentare l’alone di mistero (e strambaggine) che lo circonda mentre si aggira per le corsie a pulire per terra piuttosto che a piazzare trappole per orsi insieme ai suoi colleghi. La sua è una figura costantemente distorta e grottesca, che spesso e volentieri dà origine oppure partecipa ai succulenti momenti demenziali di questa fantastica serie, provocando puntualmente allo spettatore dei fastidiosi crampi alle gote, conseguenze delle troppe risate.
L’inserviente sembra prendere molto sul serio questo suo ruolo se è vero come è vero che la sua maggiore occupazione è quella di ideare stratagemmi sempre più contorti e spassosi per affermare questo bisogno di non essere come gli altri, forse conseguenza del lavorare a stretto contatto con persone molto intelligenti e ben remunerate senza essere come loro, o forse (meno drammaticamente) semplice sfogo di un’indole naturalmente portata a stupire e sbigottire, specie se il tutto va a danno di JD.
JD e l’inserviente sono l’uno la nemesi dell’altro…e nessuno dei due sa il perché!
Il loro astio nasce dal primissimo episodio, per un fraintendimento piuttosto futile a dirla tutta, ma dal quale scaturisce una sottile guerra psicologica (e non) che si protrarrà per ogni fotogramma della serie! E’ molto probabile che l’Inserviente abbia semplicemente visto in quello specializzando il classico cervo in mezzo all’autostrada, una preda troppo facile per uno squalo della goliardia come lui; viceversa Dorian si ritrova coinvolto in un fittissimo scambio di scorrettezze e dispiaceri che probabilmente avrebbe aiutato volentieri, ma una volta che sei in pista perché non ballare?
Tra il senso dell’improvvisazione dell’uno e l’innocente sbadataggine dell’altro nascono dialoghi a dir poco paradossali in ogni angolo dell’ospedale, compresi i bagni maschili:
“Ho visto il tuo pene e ho notato un possibile melanoma che sarebbe meglio facessi controllare” – “Quando hai visto il mio pene?” – “Ieri sera mentre facevi la doccia” – “E tu dov’eri?” – “Nascosto fra i cespugli…è stata solo una coincidenza! Se avessi guardato fuori dalla finestra avresti visto il mio pene” – “Cosa?! Perché?!” – “Perché lo tenevo in mano mentre guardavo il tuo!“.
E sapete qual è il bello? Che JD aveva ragione, era giusto fare quel controllo. Questa stramba storiella a sfondo sessuale che potremmo trovare tranquillamente in una commedia dell’assurdo ci racconta che dietro questa rivalità tra due poli opposti c’è una sottile stima, quasi una forma di affetto nel vedere in quell’altro duellante un degno avversario, ma anche un collega e un compagno di avventure. Ecco, probabilmente a questo punto l’Inserviente vomiterebbe.
L’inserviente, alla fine della fiera, non è altro che la personificazione del Sacro Cuore: un luogo dove tra il serio e il faceto si salvano delle vite, si impagliano scoiattoli, si formano club segreti, si stringono amicizie, si costruiscono giganteschi castelli di sabbia nel parcheggio e si sorride, nonostante tutti i problemi e le difficoltà!
Si perché a pensarci bene, l’Inserviente avrebbe tutti i motivi per essere triste: a quell’età, con un lavoro umile e un non meglio specificato passato traumatico, molti si chiuderebbero in sé stessi e invece lui trova la forza di auto-affermarsi. Ok, forse a volte lo fa in modo un tantino inquietante, bizzarro e illegale, ma riesce comunque a distinguersi e a far sapere al mondo che lui è lì e che se si vuole dare un senso alla propria giornata non rimane che pestargli un piede, infilargli un nichelino nella porta o semplicemente lasciare che la sua travolgente creatività vi porti in una narrazione parallela dalla quale probabilmente uscirete malconci e contusi, ma sicuramente felici.