Quando qualche settimana fa ho scoperto che Prime Video aveva inserito in catalogo le tre stagioni complete di Veronica Mars, sapevo con assoluta certezza che – purtroppo per la mia carriera universitaria – sarei ricaduta nella sua trappola. Resistere alla tentazione sarebbe stato impossibile. E infatti, io ho ceduto.
Ma come avrei potuto fare altrimenti? Hai davanti a te un pezzo di infanzia, un prodotto che odora di compiti e di caffè del pomeriggio, odora di pausa studio e di cloro post-piscina. Sa di comfort, di periodi idilliaci del palinsesto televisivo di Italia 1, Veronica Mars è i diari di Diddle e di voglia irrefrenabile di diventare un’investigatrice privata. Veronica Mars – almeno per quanto mi riguarda – era anche il pretesto perfetto per giustificare la mia innata curiosità, anche traducibile con pettegolite acuta. Indagare sulle vicende degli altri, scoprire cosa nascondevano. Esattamente quello che una pettegola qualunque fa di mestiere ogni giorno della sua vita. Ergo, il personaggio interpretato dalla straordinaria Kristen Bell non ha fatto altro che legittimare la mia, la nostra propensione al pettegolezzo.
Sì, certo, il personaggio del teen drama aveva a che fare con vicende e casi importanti come l’omicidio che è il fil rouge dell’intera prima stagione, l’omicidio della sua migliore amica, nonché sorella del suo ex fidanzato Duncan, Lilly Kane, interpretata da una giovanissima e spettacolare Amanda Seyfried. Ed è proprio di questo che vi voglio parlare oggi. Di come l’omicidio di Lilly abbia fatto da filo conduttore per tutti gli episodi della prima stagione, conferendo addirittura più significato a una sigla che incornicia perfettamente le vicende che accadono alla nostra investigatrice e a chiunque la circondi.
Sin dai primi istanti di Veronica Mars ci viene chiarito che una volta Veronica era popolare, una volta stava con uno dei ragazzi più ambiti e ricchi della scuola. Era amica di quelli che contavano, dei ricchi figli di papà di Neptune a cui tutto era dovuto e che però non avevano mai guadagnato o meritato niente. Una volta era stata in cima e poi, all’improvviso, si era ritrovata di nuovo alla base della piramide sociale. Sì, la rottura con Duncan aveva già intaccato la sua reputazione a scuola, portandola a retrocedere e a scendere di livello in questa assurda piramide sociale che – però – come anche The O.C. e detto sinceramente in qualunque prodotto audiovisivo ambientato in una scuola americana ci fa intuire: tutto ruota attorno al concetto di popolarità nei licei.
Una cosa assolutamente idiota, se ci pensiamo. Ma ehi, sono americani, devono sempre rendere tutto complesso e pericoloso. E così, anche un luogo come il liceo, un luogo che già di per sé è la bocca dell’inferno (per citare Buffy L’Ammazzavampiri) visto che brulica di adolescenti in piena crisi di nervi e ormoni, diventa insostenibile. Ancor più quando a popolarlo ci sono i figli viziati di gente ricca. L’abbiamo visto anche in Élite di recente: gli adolescenti sono insopportabili e tremendamente cattivi già normalmente, quando sono ricchi peggiorano del 100%. Garantito con la stessa intensità con cui Patrizia Rossetti e Giorgio Mastrota garantiscono per le pentole in acciaio inox e i materassi memory foam.
Ma dopo questo pippone filo-antropologico-ridicolo che chissà per quale ragione ho sentito di dovervi fare, torniamo al punto di questo articolo: la sigla. La sigla di Veronica Mars che ancora ci risuona nelle orecchie e non solo perché l’abbiamo sentita allo sfinimento nei famosi pomeriggi di Italia 1, anche in replica all’infinito d’estate, ma anche perché la sigla racconta già con le prime parole ciò che la serie si prenderà – giustamente – il tempo di sviscerare. È come se – in qualche modo – ci spoilerasse, ci raccontasse o forse è meglio il termine “riassumesse” i rapporti che stanno alla base della trama della serie. Perciò, andiamo ad analizzarla insieme:
A long time ago, we used to be friends
But I haven’t thought of you lately at all
If ever again, a greeting I send to you,
Short and sweet to the soul is all I intend.
Tanto tempo fa, eravamo amici
ma ultimamente non ho pensato per niente a te
al massimo ti mando una cartolina di saluti
breve e dolce, diretta all’anima è tutto quello che ho in mente.
Quando si è piccoli le parole delle canzoni e ancor di più quelli delle sigle sono un ammasso di suoni più che i portatori di un significato preciso, soprattutto quando sono in una lingua diversa da quella parlata. Quand’ero più piccola, la profonda connessione tra trama e sigla mi era sfuggita. Ma adesso, è impossibile non vederla. Il brano è We Used to Be Friends dei The Dandy Warhols. E se pensiamo in modo particolare alla trama della prima stagione di Veronica Mars, i collegamenti sono tutti lì, sono palesi. E sì, un po’ mi sento come Adam Kadmon quando pronuncia il suo famoso “Coincidenze? Io non credo“, ma che ci volete fare sono cresciuta a pane e mistero (ecco perché amavo follemente questa serie).
Le prime parole della strofa rimandano a un’amicizia che adesso non c’è più. A un rapporto di cui non si sente più la mancanza, ma poi arriva quella frase, quella frase che è decisamente ambigua “al massimo ti mando una cartolina di saluti, breve e dolce, diretta all’anima è tutto quello che ho in mente“. E sì, la canzone non è stata scritta appositamente per la serie, ma mi piace interpretare questo verso come fosse un messaggio sarcastico, quasi subliminale della nostra protagonista che sicuramente le proverà tutte per fare giustizia e farla pagare ai suoi compagni e agli assassini della sua migliore amica.
Perché Veronica è questo. Veronica è assetata di vendetta e non se ne vergogna. Forse assetata di vendetta è un termine troppo grande, forse Veronica è più assetata di verità. Ma una cosa è certa: non ha paura di mettersi nei guai per trovare le risposte alle sue domande e soprattutto per far sì che ognuno ottenga ciò che meriti… che poi, molto spesso, si tratti di punizioni è solo un caso *inserire ironia qui*.
Come on now, honey,
bring it on, bring it on, yeah.
Just remember me when you’re good to go
Come on now, sugar,
bring it on, bring it on, yeah.
just remember me when.
Avanti adesso, tesoro
provocami, provocami, si
dimmelo quando sei pronta per andare
avanti adesso, zuccherino
provocami, provocami, si
semplicemente dimmi quando
Ecco cosa troviamo nelle sequenze successive. Una provocazione, un invito – anzi – alla provocazione. Un tentativo di istigare chi si ha di fronte, il proprio sfidante, il proprio nemico. E cosa c’è di più Veronica Mars di una provocazione. Uno degli aspetti più belli di questo personaggio è proprio questa sua libertà di parola, questa sua capacità di esprimere qualunque concetto senza porsi problema alcuno. Alla studentessa/detective interpretata da Kristen Bell non interessa chi ha di fronte, che si tratti dei suoi compagni di scuola, degli insegnanti, del preside, delle gang di quartiere o dei membri del dipartimento dello sceriffo, a lei poco importa perché dirà sempre quello che pensa pur e soprattutto se ciò che ha da dire potrà provocare una reazione nell’altro, soprattutto – dunque – se l’altro abbocca alla sua provocazione.
It’s something I said, or someone I know.
Or you called me up, maybe I wasn’t home.
Now everybody needs some time,
and everybody know
The rest of it’s fine
And everybody knows that.
È qualcosa che ho detto, o qualcuno che so
o mi hai chiamato, forse non ero a casa
ora tutti hanno bisogno di un pò di tempo,
e tutti lo sanno
il resto va bene
e tutti lo sanno.
Non so come la pensiate voi, ma più leggo questa strofa e più mi sembra che parli di Lilly, che parli di Veronica e della sua determinazione a trovare il colpevole, a trovare giustizia per la sua amica. Mi sembra di sentire la sua voce, doppiata ovviamente proprio come ai tempi della messa in onda su Italia 1, che con tutta l’intenzionalità di provocare domanda sarcastica “è qualcosa che ho detto o qualcuno che so“. E ancora quel “e tutti lo sanno il resto va bene e tutto lo sanno” come se già dall’inizio ci lasciasse intendere che c’era qualcosa in più di cui qualcuno, forse tutti, forse nessuno era a conoscenza. E questo è il qualcosa che il personaggio di Kristen Bell avrebbe scoperto.
We used to be friends a long time ago.
We used to be friends a long time ago.
We used to be friends a long time ago.
We used to be friends.
Tanto tempo fa, eravamo amici
tanto tempo fa, eravamo amici
tanto tempo fa, eravamo amici
eravamo amici
La sigla poi continua fino al termine. Il termine che è un continuo ripetersi di un concetto “we used to be friends a long time ago” ovvero “tanto tempo fa eravamo amici“. Tutti i personaggi coinvolti nella morte di Lilly e nello stupro di Veronica erano una volta suoi amici e, quasi come una cantilena, il messaggio ci arriva alle orecchie riempiendole e conferendole un significato assai più intenso di quello che avrebbe potuto avere separata dalla serie.