Il potere ha sempre logorato e corrotto le anime umane. L’irrefrenabile smania arrivista si insinua nell’inconscio di ogni individuo per ribaltare la psiche e plasmare l’ego. Il potere può determinare l’inclinazione del possessore per fargli scrivere la storia e l’uomo si è sempre inchinato davanti a una corona o a una carica. Ogni Re, a suo modo, ha segnato lo scorrere degli eventi ribaltando l’esito di guerre e determinando l’inizio o la fine di un’era. Nessuno di essi ha mai prosperato senza attingere dalla parte più nera del proprio “io” e la necessità di un portamento oscuro si è fatta sempre più palese. Re Ecbert, nel mondo sanguinolento e brutale di Vikings, svolge il ruolo del despota elegante, affascinante ma subdolo e viscido. Egli è il leader indiscusso del Wessex e di tutte le terre inglesi. Grazie ai suoi intrighi ha raggiunto l’apice della scala gerarchica diventando per gli occidentali ciò che Ragnar rappresenta per i Norreni: l’emissario di Dio.
Il primo assedio in Northumbria da parte dei Norreni fu quasi una passeggiata. Re Aelle si rivelò un blando nemico incline a facili patteggiamenti. I ricatti di Ragnar e le sue ingenti pretese furono quasi subito accontentate. Pur di addolcire le rappresaglie di un nemico lo sfarzoso Re si inchinò presto. Ma la sete di quest’ultimo andava molto oltre quella giurisdizione. Una violenta tempesta devia le navi di Ragnar, dirottandole in Wessex. Un’avversità provvidenziale che guiderà il leggendario combattente verso il suo destino. Re Ecbert, d’altro canto, diviene l’unica speranza per quel regno poichè il suo talento da stratega e la violenza dei suoi metodi hanno fatto di lui un tiranno temuto e rispettato. Al risuonare di quel nome ogni invasore rabbrividisce, ma non Ragnar. Egli non è il classico usurpatore ma un vero e prorpio flagello ignaro del fatto che il suo cammino sta per incrociarsi finalmente con un degno avversario.
Penetrare quelle terre è un’impresa titanica portata a termine attraverso innumerevoli e dolorosissime perdite. Per la prima volta Ragnar ha la consapevolezza che per essere realmente un vincitore deve scendere a patti. Re Ecbert, solo apparentemente sconfitto, stabilisce un trattato con i violenti guerrieri. Ma questo atto rappresenta solo l’inizio del suo brutale piano diabolico. Egli sa già di aver vinto ma per ultimare le sue trame ha bisogno di un punto di congiunzione, un portale, un nesso con il mondo dei vichinghi. Qualcosa o qualcuno che possa garantirgli la consapevolezza defintiva. Quindi salva da morte certa Athelstan ed entra nelle sue grazie. Sa bene che egli rappresenta il punto debole di Ragnar e che deve sfruttare il suo ascendente per entrare nella psiche del valoroso norreno.
Con un sorriso malsano e sarcastico saluta i Vichinghi preparando il terreno al loro ritorno. Quando gli invasori torneranno egli avrà gettato le basi per il suo violento piano, forte di una importantissima moneta di scambio. Convince Ragnar che i due mondi possono cooperare e contribuisce a far costruire la colonia vichinga in Wessex. Si insigne di un’aura benevola e fraterna ingannando i suoi avversari. Diventa un agnellino accondiscente e seduce Lagherta, la quale godrà della sua compagnia e del sesso. L’interpretazione del Re buono, socievole e caritatevole convince Ragnar e inganna Athelstan, il quale dopo aver ingravidato la nuora del Re deciderà di compiere il suo destino tornando a Kattegat. Re Ecbert ha metaforicamente imbavagliato e messo alle strette un ignaro Ragnar, convinto di essersi imposto ancora una volta. E quando le navi vichinghe salperanno per tornare a casa la maschera buonista cade e si dissolve per scoperchiare nuovamente l’indole malvagia del Re inglese. La colonia era solo uno specchietto per le allodole e la sua distruzione, e la brutalizzazione dei suoi abitanti, rappresenta il mezzo per incastrare definitivamente Ragnar. Quest’ultimo vivrà con quest’amara consapevolezza e con l’obbligo di doverla tenere segreta. Il suo potere non può essere messo in discussione, Ragnar non può perdere, la gente non deve dubitare del suo Re. Egli deve nascondere e occultare la verità. Un doloroso insabbiamento!
RE ECBERT HA VINTO! RAGNAR HA PERSO!
Quando le discordie di Ragnar cominciano ad affliggerlo il regno di Ecbert vive il suo momento più alto. Dopo essersi sbarazzato dell’invasore Norreno assoggetta uno stremato Re Aelle e un’ormai compromessa Regina Kwenthrith. Re Ecbert è ora il leader massimo di tutte le terre britanniche, egli regna incontrastato e coltiva il suo potere accrescendolo di giorno in giorno. Le sue apparenti debolezze carnali si rivelano geniali e redditizie trovate che lo consacrano come un manipolatore supremo.
Dopo aver segnato Ragnar per sempre, e dopo aver manipolato tutti i suoi avversari, ora ha assoggettato al suo intrigo crudele anche i suoi alleati.
Ecbert rappresenta la veritiera brutalità e l’allarmante assuefazione derivata dal fascino di un labirintico despota. Giochi di potere, inganni, bugie e vizi della carne: il regno malato e impenetrabile di un Re viscido e subdolo.
Ma la vendetta di Ragnar è imminente e forse l’era di Ecbert potrebbe dirigersi verso un rosso tramonto.
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