La prima parte della quinta stagione di Vikings è terminata ormai da mesi e la risposta al “Promossa o Bocciata?” è ormai matura.
Ma prima di elencare le motivazioni sui lati negativi e positivi di questa stagione, rivediamo un attimo dove avevamo lasciato i nostri adorati vichinghi alla fine della scorsa stagione.
La morte di Ragnar e di Re Ecbert in ultimo, hanno sottratto due dei personaggi più carismatici e controversi dell’intera Serie Tv. La vendetta è presto caduta sulla testa di Re Aelle, da parte dei figli Ragnarsson, ma la loro coesione dura poco. Con Ivar che giura di uccidere Lagertha e la precaria divisione dei compiti ora che il loro patriarca se ne è andato. Il punto di rottura arriva con il fraticidio di Sigurd, morto per mano di Ivar. Ora tutto il mondo vichingo che avevamo conosciuto in queste 4 stagioni, sta per cambiare irrimediabilmente.
La quinta stagione si apre sul suolo inglese, dove i fratelli sono ancora intenti a decidere cosa fare. Nella prima puntata si comincia a vedere la spaccatura della trama, che successivamente ci ha portato a dover seguire ben 3 filoni narrativi diversi contemporaneamente. Una trovata interessante, che può arricchire una Serie ma può anche farla lentamente inabissare a livello ritmico della storia. Di fatti, la parte dedicata a Floki, per quanto fosse visivamente spettacolare con i paesaggi islandesi da mozzare il fiato, è riuscita però a mozzare anche l’andamento di ogni puntata.
Il personaggio di Floki è così divenuto piatto, con una storyline poco incisiva e che spesso annoiava. Se lo spettatore avesse voluto vedere un documentario sui paesaggi nordici, avrebbe messo Discovery Channel. Per quanto il background sia importante ai fini storici per aprire uno spiraglio alla storia dei vichinghi in Islanda, questa è stata gestita veramente molto male. Personaggi nuovi senza uno spessore, un carattere delineato e una trama scialba che ha solo rallentato il ritmo calzante che quasi ogni puntata regalava, grazie anche a quell’anima focosa di Ivar.
Lo stesso vale per Lagertha, che in questa stagione, salvo gli ultimi episodi, è risultata scarna e con molto poco da dire. Questo sarebbe stato un bene, se il suo personaggio fosse diventato secondario e avesse ricoperto un ruolo marginale in funzione dello sviluppo della prole ragnarsson, i vari eredi della Serie Tv. Ma questo non è stato fatto, lasciando così un personaggio magistralmente interpretato dalla Winnick e molto amato dai fan, con una storiella tanto per reggerla fino allo scontro civile.
Da evidenziare poi il suo alquanto ambiguo approccio al vescovo Heahmund, che ha lasciato tutti di stucco… per la randomness. Ci sono molti personaggi che non hanno uno sviluppo introspettivo alla base delle azioni che commettono. E in questa stagione, ci sono molte azioni e poche motivazioni concrete. Il fascino del vescovo Heahmund è stato iniziale, poi il suo repentino cambio di bandiera e la successiva infatuazione per la bionda vichinga, hanno fatto calare il personaggio a mero burattino in mano agli sceneggiatori senza idee.
Anche i personaggi principali, i figli di Ragnar, non sono del tutto salvabili. Tolta l’iniziale ebrezza della pazzia di Ivar, questa non evolve, risulta piatta e ripetitiva tanto da stancare in alcune scene. Bjorn mantiene la sua posizione grazie anche alla veterana presenza nello show, ma la sua storyline è confusa, arrabattata all’ultimo e proprio quando ci sembrava di vedere uno spiraglio di luce con l’interazione di un nuovo personaggio, questi muore.
Per Ubbe e Hvitserk il problema è un altro: essendoci troppi personaggi da seguire, troppe storyline da narrare, qualcuno viene sacrificato e sono proprio loro ad avere la triste sorte. Ma più triste è il fatto che si sia scelto di lasciare alle spalle la loro fetta di presenza nello show, rispetto ad altri personaggi. Ricordiamoci che i 4 fratelli sono i cosiddetti protagonisti successivi alle vicende della quarta stagione.
Personaggi minori, in questa stagione, hanno regalato alti e bassi che nel complesso sono risultati molto buoni per l’evoluzione della storyline di Vikings. Il primo è niente meno che king Harald, la cui voglia di ottenere il trono di Kattegat è giustificata, anche se l’affiancamento con Astrid ha lasciato tutti un po’ perplessi. Quest’ultima, ha regalato colpi di scena inaspettati e veri e propri picchi emozionali negli ultimi episodi. Ma ahimè, è stata ormai tagliata dalla storia, così come Halfdan, che ha però avuto un’uscita di scena veramente molto vichinga.
Una stagione da catalogare come transitoria, non necessariamente bruttissima, ma nulla in confronto a ciò che è stata fino a oggi la serie. Il pesante fardello della morte di Ragnar continua ad aleggiare inevitabilmente, ma se togliamo questi punti negativi su personaggi e trama, ciò che ci rimane è comunque una Serie Tv godibile. Non sarà un 10, ma un discreto 7 lo merita comunque. Bisogna ricordare che Vikings partì con l’intenzione di essere un qualunque telefilm nella marea che ne esistono attualmente. Ma grazie a una sceneggiatura che ha caratterizzato sapientemente i personaggi importanti e ha saputo modellare la trama, a discapito della sua esattezza storica tranquillamente immolatile, la Serie Tv ha guadagnato successo e fama.
É proprio quest’ultima che è andata a intaccare il prodotto: le dieci puntate a stagione erano perfette per condensare tutta la trama, l’allungamento a 20 episodi ha inevitabilmente portato a momenti inutili, trama annacquata e un ritmo che stenta a rimanere calzante. Esempio lampante ne è la guerra a York. O il Marocco in versione toccata e fuga.
Insomma, in fin dei conti questa quinta stagione nel complesso non è da buttare, ma lascia un pochetto l’amaro in bocca. Messo da parte l’entusiasmo frenetico che hanno regalato scene come l’urlo di guerra di Ivar, la fuga dal deserto di Bjorn, la caduta della statua di Thor per Floki e il canto di battaglia di Harald, la trama si condensa in poche flebili righe. E questo è logorante, se pensiamo ai fasti della precedente stagione. Non ci rimane che portare pazienza e sperare che questo sia soltanto un assestamento in vista della seconda parte di Vikings.