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Abbiamo visto in anteprima le prime 3 puntate di Vikings 5B: ecco le nostre impressioni!

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TIMVISION ci ha deliziato con l’anteprima delle prime tre puntate di Vikings 5B e ve ne parliamo con qualche piccola gioia e nessuno spoiler!

La decima puntata aveva chiuso il primo arco narrativo di questa quinta stagione con la morte di alcuni personaggi e la disfatta del team Lagertha.

L’inizio della quinta stagione di Vikings non è andato bene quanto speravamo. La dipartita di un grande personaggio che reggeva essenzialmente l’intera storia della serie tv non è stata affatto facile da gestire. Cercare di creare nuovi punti di collegamento tra i personaggi giovani e lo spettatore doveva essere il punto di partenza. Ma non è andata proprio così.

Si ripiega sui personaggi storici di Vikings, come Lagertha, Bjorn e l’inatteso Rollo, per cercare di sviluppare una storyline intorno a essi. Neanche questa è andata. Ciò che è mancato nella parte iniziale della quinta stagione ha influito negativamente soprattutto sui tempi di narrazione e sulla resa finale della grande battaglia, punto focale di questa prima parte, che ha dato tanto spettacolo quanto zero risoluzione.

Molti personaggi sono morti, soprattutto quelli a cui non è stato dato neanche il tempo di essere conosciuti. Halfdan, Astrid, Guthrum, la (freschissima) nuova sposa di Bjorn, Snaefrid: tutti personaggi con un potenziale, che mai potremo vedere. Ma soprattutto, con morti veramente al limite del minimo logico. Il lutto di Bjorn per la morte di Snaefrid ci sfiora appena, perché non si ha neppure l’idea di chi realmente fosse oltre che a una bella ragazza guerriera.

Anche quest’anno TIMVISION trasmetterà gli episodi di Vikings dopo solo 24h dalla messa in onda americana!

Vikings in anteprima esclusiva per l’Italia su TIMVISION da giovedì 29 novembre, con un episodio a settimana. Ma non solo: anche la futura sesta stagione sarà disponibile in anteprima esclusiva su TIMVISION nel tardo 2019.

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Tutto ciò per dire che sulla seconda parte della quinta stagione c’è un’aspettativa maggiore.

Aspettativa che, nel primo episodio, viene rispettata in parte. Non farò spoiler su ciò che accade, ma nel complesso la prima puntata è alquanto godibile e passa senza neanche accorgersene. Questo è il primo punto a favore, che va a spolverare via la lentezza degli episodi che l’hanno preceduto. Una boccata d’aria che illude.

Le scelte, i rimorsi, le idee rimangono sempre senza logica apparente. Sembra quasi che in questa stagione la tematica principale sia la pazzia come giustificazione a tutto. Una pazzia piatta, che viene spiegata male con una giustificazione che però non trova né capo né coda. Insomma, le scelte fatte nelle puntate precedenti si ripercuotono sui personaggi come una cassa di risonanza per il nonsenso.

Una lancia a favore di questi tre episodi però c’è e risiede proprio nel Wessex. Ebbene, si torna in terra inglese e si ha la sensazione di vedere finalmente scene dense di opportunità narrativa. Ma i vichinghi portano con sé l’illogicità della loro storyline e ne intaccano quella del prete Heahmund.

Alfred sembra essere il degno regnante di cui ha bisogno Mercia&Co.

Cominciamo a conoscerlo meglio, ma sembra sempre che qualcosa ci sfugga, come se non ci fosse una scrittura abbastanza profonda e introspettiva che ci faccia cogliere veramente l’essenza del personaggio che ci ritroviamo davanti. Siamo pur sempre solo alle prime battute, ma vi ricordate la magnificenza che trasudava re Ecbert anche solo dalle prime apparizioni in Vikings?

Questo, purtroppo, accade a tutti i personaggi, nuovi e i vecchi, che sembrano ormai spettro di quel che erano nelle vecchie stagioni. Non c’è un’apparente ragione sensata alle azioni che svolgono. Tutto è funzionale alla spettacolarità del brutale e dell’intrattenimento piatto.

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È ciò che più rammarica di questa quinta stagione di Vikings. Perché le idee ci sono e non sono per niente male, ma vengono raccontate alla bell’e meglio, sacrificando la sceneggiatura per un piacere che punta ad essere solo che visivo, attraverso scene improntate a impressionare lo spettatore, accompagnate da una colonna sonora sempre impeccabile.

La prima cosa che noterete nel primissimo episodio sarà proprio questo: verrà rivelata una delle major teorie che spopolavano tra il fandom, ma l’impressione che avrete non sarà “O mio dio, avevamo ragione, che figata!”. Superato lo sconcerto nei primi 10 secondi, vi chiederete “Ah, ma lo hanno buttato così a caso?”. Il caso sembra essere la vera bussola che guida gli sceneggiatori ultimamente.

Un altro esempio lampante è Floki: le sue scene scarne hanno rallentato la narrazione degli episodi, senza portare a nulla. In questa seconda parte, invece, la sua storyline continua a essere scialba e senza scopo, intervallando ciò che succede a Kattegat/Wessex in maniera però più breve.

Ma dove si vuole arrivare? Qual è lo scopo oltre a mostrare che i vichinghi sono arrivati anche in Islanda?

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In definitiva, questa seconda tranche parte con il piede giusto, ma lo scenario è sempre una pozza di fango da cui tenta di uscire. Vikings non è mai stata una serie tv da 10 perenne, ma ha sempre saputo intrattenere bene il pubblico, anche avendo pecche e buchi di trama. Ultimamente però, non si usa più la logica nel raccontare l’arco narrativo di un personaggio, sempre se ne sviluppa uno (lampante è l’inutile Hvitserk).

Sembra quasi che dopo l’età d’oro, dalla quarta stagione in poi, ci sia un lento decadimento di questa serie tv. In definitiva, queste prime tre puntate sono godibili se le si vede da un punto di vista superficiale. Ci sono eventi che destano attenzione, il ritmo è tornato medio-alto, la suspense è finalmente ritornata. Ma le motivazioni che spingono i personaggi ad agire non vi saranno sempre chiare. Per quanto possano essere gradevoli, lasciano l’amaro in bocca per ciò che sarebbero potute essere.

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