Quel che duole non è / quel che è nel cuore
ma quelle cose belle / che mai esisteranno.
(F. Pessoa)
Scende il ritmo, si acquietano le acque, si definiscono le ultime sottotrame in vista degli ultimi episodi di questa altalenante stagione di Vikings.
In “The Most Terrible Thing” assistiamo a tre questioni fondamentali e che mostrano i lati temibili di alcuni personaggi e alcune future possibili perdite.
La prima ha a che fare con Ivar e Hvitserk: quest’ultimo non appoggia le scelte del fratello, senza però ammetterlo pubblicamente. Ma lo storpio è troppo paranoico per non credere che il fratello possa rovesciarlo dal trono. Come un serpente, striscia nelle sue lenzuola per minacciarlo di fare come il suo Re comanda.
Nel mentre, in Islanda, non solo il clima è freddo e impervio: le due famiglie non vogliono far pace, anche quando una di essa è ridotto in condizioni orribili. Il dolore per la perdita di una figlia non viene lavato via da una pioggia torrenziale e Floki è nuovamente in ginocchio dinanzi ad altro sangue che scorre. Donne, giovani e anziani macellati sotto l’ascia distruttiva di Kjetill. Il circolo vizioso del dolore e della vendetta non sembra voler uscire da questa comunità, che perde anche la giovane Aud.
Lo strazio di una generazione interrotta, oltre che di un filone narrativo che non ha mai appassionato. Sembra quasi che quest’ultimo evento sia un preludio a una possibile convergenza verso Kattegat, oppure, un lento decadimento di tutti coloro che cercavano una nuova terra pacifica.
In quest’episodio di Vikings, un personaggio si è distinti tra tutti, non soltanto per la bravura dell’attrice, ma anche per lo sviluppo della sua figura.
Jennie Jacques, aka Judith, ha dato prova di un’ottima interpretazione durante questi ultimi episodi che l’hanno messa sotto i riflettori più del normale.
Frutto anche dell‘eco della vecchia sceneggiatura, quella che nelle stagioni passate ha piantato semi per il suo futuro sviluppo alquanto coerente. L’amore materno e il desiderio di affermazione sono sempre stati intrinsechi in questo personaggio, coltivati durante il suo rapporto con Athelstan, Aethelwulf e Ecbert.
Infine, vi sono Harald e Bjorn che si stringono in questa nuova alleanza per permettere a quest’ultimo di strappare Kattegat a Ivar the boneless. Un po’ in ritardo, anche Bjorn adesso si batte per ciò che il padre gli ha lasciato in eredità. Il problema sta nell’alleanza: tanto rapida quanto pericolosa, che potrebbe far finire la sua testa su un paletto. Harald, se History ha intenzione di far concludere Vikings come la storia narra (in minima parte), è un pericolo ben più grande del piccolo ragnarsson storpio. Non solo, a mettersi in mezzo vi è anche l’amore.
Entrambi innamorati di Gunnhild, chi sarà tra i due a spuntarla? Il peso di un sentimento o la promessa di divenire regina di tutta Norvegia?
Vikings si appresta a concludere una quinta stagione mantenendo lo stesso ritmo altalenante. Anche la struttura di quest’episodio non ha influito positivamente negli annali: tale è la frammentazione dei filoni narrativi, che non solo portano i ritmi a spezzarsi dal continuo cambio di scenario, ma anche dal pugno di mosche che tocca a cadenza un filone narrativo e l’altro in diverse puntate, non lasciando decollare lo show.