Vikings 6 è ormai giunta al termine e passato il momento della tristezza arriva quello delle riflessioni ironiche. Perché non importa quanto drammatica o solenne possa esser stata, e ancor meno quante discussioni possa aver generato il finale. Ciò che importa davvero è: ma Kattegat è zona rossa o arancione? E poi perché nessuno indossa le mascherine??
Alla luce del nuovo ordine sanitario mondiale tutti quegli assembramenti sul campo di battaglia di Vikings 6 ci fanno sentire un po’ come John Travolta in casa di Mia Wallace: spaesati.
Ovviamente lo sappiamo che nella Kattegat nel IX secolo non ce n’era Coviddi, ma solo metodi alternativi e personalissimi di andarsi a cercare i guai. Ma vedremo questo e molto nei prossimi paragrafi, nelle nostre consuete e immancabili pagelle di fine stagione. Ci saranno insufficienze, votacci gratuiti, voti pieni meritati e altri un po’ comprati perché non vogliamo metterci contro la persona sbagliata. Tipo quella che può accecarti se non le piace il voto ricevuto.
Ma ci saranno anche premi e riconoscimenti. In fondo Vikings 6 non è stata da meno delle stagioni precedenti: anche stavolta è stato tutto un “andiamo a bruciargli la casa!”
Bjorn, morto che parla. Voto 47
Inevitabile assegnare a Bjorn un voto fuori scala. Di che materiale fosse fatto quell’uomo non si sa. E quanto la storia de “la Corazza” fosse leggenda o suggestione neanche l’abbiamo capito benissimo. So solo che a trent’anni neanche compiuti se dormissi lasciando una finestra appena aperta il giorno dopo sarei in rianimazione.
Bjorn invece, a non si sa quanti anni, aveva ancora la forza di: fare guerre, mettere in riga il popolo, reggere due moglie, litigare con i fratelli per l’eredità e farsi infilzare da quattro frecce, a cavallo, con una ferita mortale al torace. Achille schioppò per molto meno ed era considerato invincibile. Dilettante.
Ivar the Boneless, eroe dell’Inps: voto 9
Ivar è stato indubbiamente uno dei protagonisti più carismatici di Vikings 6. A Kattegat il suo ritorno non è stato ben visto a causa di quei “piccoli screzi” avuti con i sudditi l’ultima volta. Tipo sgozzare e bruciare vivi dissidenti e altra gente che non gli stava troppo simpatica. Roba che il periodo del Terrore di Robespierre in confronto è stato una festa di 18 anni. Eppure è un peccato perché Ivar rappresenta davvero l’emblema del cittadino autosufficiente.
Nato con ossa deboli e deformi, destinato a essere per sempre un emarginato, rinuncia a qualunque assistenzialismo statale convincendosi di essere una divinità in grado di far tutto. Stampelle alla mano Ivar viaggia in lungo e in largo per metà del mondo conosciuto all’epoca, combatte sul campo, ammazza a destra e manca e contro ogni pronostico riesce pure a procreare a primo colpo. Hello Brandon Stark, hai capito come si fa?
Ivar cittadino preferito dell’Inps. Voto 9.
Hvitserk, la fede è la mia droga: voto 3
Dopo mezza stagione di Vikings 6 passata a sbronzarsi peggio di Robert Baratheon credevo davvero che la rehab gli avrebbe fatto bene. E invece no. Se nella prima parte della stagione Hvitserk corre in circolo senza senso a Kattegat, nella seconda parte fa lo stesso allargando semplicemente il raggio d’azione. Adesso si corre in circolo su due continenti. Tipo i neolaureati che fanno l’interrail in cerca di se stessi.
Solo che anche stavolta Hvitserk conclude ben poco e dopo una breve ricaduta causata dalle cattive compagnie, prende la prima decisione definitiva della sua vita. Dopo aver cambiato più bandiere di un politico italiano X si rende conto che già nel mondo dell’epoca il potere vero ce l’hai solo se indossi la tunica. E allora si fa prete. Da “diseredato in cerca di droga” a “pagato dal Vaticano, con la raccomandazione del re”. E io che sono pure andata all’università. Sleale. Voto 3.
Ubbe piccolo esploratore. Voto 9
Ubbe miglior personaggio. Ha fatto le sue battaglie con onore, si è accollato cognata e nipoti rifiutando il mantenimento e alla fine si è pure dato alla carriera di esploratore. Ha fatto morire quasi mezza colonia vichinga andando alla ricerca di Eldorado ma vabbè.
Ubbe vero leader di Vikings 6. Unico erede di Ragnar ad aver capito cosa Ragnar volesse. Terra, lavoro e giustizia per tutti. Dunque non abbiamo alcun dubbio: la sinistra riparta da Ubbe. Voto 9.
Torvi, la donna bicentenaria. Voto 5
Io a Torvi darei 10 e lode per la sola capacità di reinventarsi più e più volte nel corso di quella che tecnicamente dovrebbe essere una vita infinita, la sua. Eh sì, perché vi ricordiamo che Torvi la conosciamo dai tempi in cui sposò Jarl Borg nella seconda stagione. E stando alle tempistiche questa donna dovrebbe avere tipo 60 anni. Invece pare ne abbia tipo 40, regge ancora botta sia in mare che in battaglia e sforna figli come una diciottenne.
E qui viene il problema. Cosa fai ancora figli alla tua età?? Dopo una certa si sa che forza e attenzione calano, e infatti ne sa qualcosa Asa. Finita in fondo al mare durante una tempesta sotto gli occhi della madre. Sfuggita al suo controllo letteralmente a due centimetri di distanza. Insomma Torvi, tu avrai pure il dono dell’eterna giovinezza. Ma una pillola a vogliamo prendere o compensiamo la mancata pensione di Ivar con gli assegni familiari per te? Voto 5.
Ingrid, leader per la lotta al Coronavirus. Voto 10
Io non capisco perché nel mondo si continui a star dietro ad AstraZeneca, Pfizer e Moderna quando per il vaccino anti-Covid basta chiamare Queen Ingrid. Cioè ormai sembra chiaro che la tizia sappia il fatto suo quando si tratta di fare intrugli. Vuoi diventare moglie di un re bonissimo, famosisimo e già sposato? Pozione d’amore. Vuoi diventare regina? Pozione del potere con balletto. Vuoi accecare il tizio che ti ha venduta? Pozioncina per l’occasione.
Ma chiamatela subito per il vaccino no? Fate uno stabilimento che lavori 24h con lei a capo e la pandemia la sconfiggiamo in un mese al massimo. Voto 10. Anche perché col cavolo me la metto contro con meno di tanto. Ingrid is my BFF, best friend forever.
Gunnhild e i giochi di palazzo. Voto 4
Vikings 6 purtroppo non è stata gentile con la prima vedova di Bjorn. La donna che nella passata stagione riusciva a essere moglie perfetta, imbattibile shieldmaiden e regina senza macchia in questa stagione ha gettato la spugna. La mancanza di esperienza in parlamento le è stata fatale e rimasta ormai sola e circondata solo da uomini interessati alla poltrona alla fine si è detta “ma a me che c***o me ne frega a me?!”
Peccato. Voto 4.
Harald Finehair, re di Norvegia e della friendzone. Voto 6
Ormai il nostro pollo lo conosciamo. Niente di nuovo in Vikings 6. In fatto di battaglie, fughe mirabolanti e inganni per ottenere il potere Harald è secondo solo a pochi. Ma con le donne non ci ha mai saputo fare. Di tutti i vichinghi visti in sei stagioni lui è l’unico ad aver fatto un casino col solo obiettivo di sposarsi. E quando questo non è servito comunque a trovare moglie ha optato per il rapimento. Quando anche in quel caso le cose non gli sono andate bene ha provato con lo stupro. Ma anche il matrimonio riparatore gli si è ritorto contro.
Vikings 6 ci ha regalato molti plot-twist, ma tra questi non reintra la vita sentimentale di questo poveraccio.
Gunnhild preferisce letteralmente l’annegamento a un matrimonio con lui. Ingrid se lo sposa ma sta già pensando a come fargli la festa e alla fine lo capisce anche lui che non c’è trippa per gatti. Meglio un ultimo rave con i “bro'” in Wessex e morire capendo che sarebbe stato meglio pensare alla famigghija piuttosto che alle femmine. Alla buon’ora! Voto 6.
Principe Oleg e gli astri in opposizione. Voto 3
La vera delusione di Vikings 6 porta un solo nome ed è quello di Oleg. Presentato nella scorsa mid-season come la grande novità della serie. E invece di nuovo non c’era neanche la stazza del clero ucraino. Si è presentato come il nuovo Nostradamus ma alla fine le sue abilità di veggenza erano livello “Paolo Fox per l’oroscopo 2020”.
“Conquisterò la Scandinavia e poi Costantinopoli” is the new “il 2020 sarà un ottimo anno per i viaggi”. Male, anzi malissimo. Voto 3.
Ma ora che abbiamo assegnato un voto a ogni key player di quest’ultima solenne stagione di Vikings 6 (e della serie) è arrivato il momento di un altro grande classico di Hall of Series: i meritati premi.
Premio “Non sei tu sono io”. Vincitore: Gunnhild
Gli anni passano ma il cliché preferito per dare un due di picche a un corteggiatore resta sempre lo stesso: “non sei tu, sono io”. Si scrive così, ma si legge “sono ancora persa per il mio ex”. Ne sa qualcosa Gunnhild che pur di non sposare Harald preferisce la combo assideramento+annegamento. Ovviamente dopo avergli detto che anche oggi Harald si sistema domani.
Premio “Gender Equality”. Vincitore Katya
Ormai il femminismo del terzo millennio ci ha insegnato che le donne possono e devono essere libere di fare le stesse cose che fanno gli uomini. Tipo concepire un figlio e poi sparire dalla vita dell’altro contribuente. Katya è la dimostrazione che anche le donne possono bannare gli uomini dalla posizione di padre mandandoli in Messico contro la loro volontà. Così getta la bomba contro Ivar per poi tuonare “sì ma tanto la mia famiglia c’ha la villa sul Mar Nero quindi gli alimenti te li puoi pure tenè”.
Premio “Mariano Giusti”. Vincitore: Principe Oleg
Che il principe Oleg fosse un Mariano Giusti finito per sbaglio sul set di Vikings 6 l’avevamo capito fin da subito. E infatti è strano non aver visto un bel “sto molto bene” scritto col sangue sulla parete del palazzo reale. Ma mai ci saremmo aspettati una simile analogia di percoso tra il Profeta e l’interprete d’ o’ cont cattiv. Anche Oleg trova Gesù sulla Roma-L’Aquila della via della Seta. Una Kiev-Novgorod a caso. Ma gli invitati alla sua prima Comunione devono aver capito male e quindi hanno portato direttamente il prete per l’Estrema Unzione saltando qualche sacramento.
Premio “Jorah Mormont” ovvero “Mai una gioia”. Vincitore: Erik
Brevi e fugaci soddisfazioni per l’ex bandito Erik, ma dopo la morte di Bjorn, suo unico protettore, passa dalla padella alla brace. Proprio come Jorah Mormont, Erik non è certo un cavaliere senza macchia e ha un debole per il capitalismo estremo. Ma ogni sua colpa sembra averla pagata con gli interessi della Monte dei Paschi finendo la sua vita solo, cieco e più friendzonato di Re Harald.
Premio “Federico FashionStyle”. Vincitore: Re Alfred
Re Alfred di doni e talenti doveva averne tanti altrimenti non lo avrebbero soprannominato “il Grande”. Ma tra questi non avremmo mai immaginato figurasse anche l’auto-toelettatura. Stanco del vecchio taglio il re inglese non disdegna un cambio di look nel bel mezzo della guerra e decide di affidarsi per questo alle sue stesse mani. E tadaaaa! Ecco a voi un taglio hipster anno 2018 che te dico levate. Perfetto per ogni occasione: sconfitta in battaglia, vittoria in battaglia, funerale, visita in ospedale, padrino di battesimo.
Premio “Miglior Guardia Forestale in Abruzzo”. Vincitore: Floki
Ragazzi ma quanto è stato bello rivedere Floki? Ma soprattutto quanto è stato bello vedere Floki in versione “Duccio e Renè dopo Medical Dimension”. Lui ha capito tutto. Ha capito che il mondo fa schifo, che a contare saranno sempre i dati auditel, che la qualità ha rotto il c***o e che gli esseri umani sono i toscani del mondo: hanno devastato questo pianeta! E quindi decide di ritirarsi a miglior vita a contare lecci nel Nuovo Mondo.
Almeno finché non arriva un Dottor Cane qualunque a proporre una nuova Caprera.