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Alberto Angela racconta Vikings

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Cosa succederebbe se un bel giorno il nostro amato Alberto Angela decidesse di dedicare una puntata speciale di Ulisse al mondo di Vikings? Ne avrebbe di cose da raccontare, con quella sua calma e intelligenza che tanto ci rapiscono la sera sul divano.

E allora armiamoci di coperta, tè caldo e tanta voglia di apprendere, il nostro Alberto nazionale è pronto a farci rivivere una grande avventura. Vikings e le sue leggende ci aspettano.

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Rai 1, prima serata. Parte la sigla di Ulisse. Inquadratura dall’alto dello Stretto di Kattegat, la macchina da presa scende e vediamo camminare lentamente lui, Alberto Angela.

Buona sera e benvenuti a Ulisse, il piacere della scoperta. Siamo qui oggi a Kattegat, luogo in cui un antico popolo governato dalla leggendaria stirpe dei Lothbrok, ha scritto una delle pagine di storia più importanti della mitologia norrena.

Ecco che parte un video (veri pezzi tratti dalla serie!) con delle comparse che ci mostrano la vita nel piccolo paese e le personalità più influenti. Il presentatore inizia allora a raccontarci brevemente le vicende di questa comunità.

Una città piccola governata da un re, con una popolazione molto unità, religiosa e umile. Gli uomini erano grandi combattenti, sempre alla ricerca di nuove battaglie, ma anche le donne vantavano di un animo guerriero, come dimostra la regina Lagherta. Ma come si viveva a Kattegat? Quali erano gli obiettivi e le speranze di un popolo che ancora doveva scoprire il mondo intero?

Alberto ora passeggia e cede il passo alla voce narrante che cerca di rispondere a queste domande. Ci viene mostrato come il popolo vichingo, sotto la spinta di re Ragnar, faceva dell’esplorazione di nuove terre una priorità. Questo ha permesso alla comunità di svilupparsi e di riuscire a espandere i territori da essi conosciuti.

Un ruolo fondamentale lo ebbe una delle personalità più ambigue e influenti della comunità norrena, il famoso costruttore di navi Floki. Egli venne incaricato da Ragnar, suo grande amico, di costruire alcune imbarcazioni che avrebbero permesso al suo esercito di marciare verso terre lontane. E così Floki, abbinando la sua immensa fede verso gli dei e la sua maestria, costruì barche imponenti che permisero al popolo di scoprire nuove terre. La drakkar, la nave vichinga, divenne uno dei simboli della loro mitologia. Nelle incredibili storie del popolo di Kattegat, queste navi hanno permesso a guerrieri valorosi di arrivare in Britannia, Francia e Spagna. Terre, però, che non hanno portato solo conquiste territoriali, ma anche scoperte culturali e religiose.

Pubblicità. Wow, questo popolo di Kattegat era veramente incredibile. Chissà se approfondiranno anche le vicende dei personaggi finora citati. Un bel sorso di tè e si riparte.

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Un lungo piano sequenza ci mostra un Alberto Angela che passeggia nelle strade di quello che una volta era il regno del Wessex.

Ci troviamo in un territorio carico di storia, religiosità, intrighi e passioni. Qui sbarcarono i vichinghi guidati da Ragnar, dove inizialmente razziarono i villaggi minori fino a scontrarsi con re Aelle di Northumbria. Durante le loro avventure in questa terra, la popolazione nordica dovette vedersela anche con il potente re Ecbert, che in seguito diverrà una sorta di amico di Ragnar. Da queste esperienze i vichinghi impararono a trattare con altri popoli, iniziarono a comprendere, per quanto possibile, nuove usanze. Un’altra spedizione di portata ancora più grande è da attribuirsi alla famosa scoperta di Parigi. Qui troveranno però la forte resistenza di un grande imperatore, Carlo. Costui, discendente di Carlo Magno, per quanto fosse tormentato e spaventato dall’arrivo dei barbari, riuscì grazie all’aiuto del Conte Odo a neutralizzare la minaccia. Le sorprese per i vichinghi però non finiscono qui.

Un videoclip tratto dalla serie ci mostra una successiva spedizione, questa volta in Spagna. I barbari sono guidati da Bjorn, figlio di Ragnar.

In questa avventura troviamo il cuore pulsante di un tema molto caro ai vichinghi: la religione. Durante l’assedio, infatti, la Spagna era ancora una città sotto il controllo arabo e Floki, forse il più religioso di tutti, rimase affascinato nel momento in cui si trovò ad assistere a una messa in una moschea. Già con re Ragnar la religione era motivo di forti dibattiti nella comunità.

Alberto si ferma al centro di un museo e si avvicina a una teca contenente un crocifisso.

Questo crocifisso apparteneva ad Athelstan, una figura mistica e leggendaria. Costui era un monaco cristiano e permise a Ragnar di scoprire una religione diversa da quella degli dei nordici.

La lungimiranza di un re, assai moderno per i tempi, riuscì a sviscerare un argomento tanto spinoso e pericoloso ancora oggi.

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Dopo la visione di altre autentiche scene di Vikings, in cui ci vengono mostrati tutti i litigi tra i vari personaggi a causa della religione, una dissolvenza ci riporta a Kattegat, in quella che era una volta la sala del trono. Il luogo più importante della città dove si svolgevano cerimonie, feste, incoronazioni. La casa del re e della regina, uno spazio sacro ma che emanava un forte senso di comunità. Qui, infatti, guerrieri e non si riunivano per bere e festeggiare tutti assieme. Alberto si siede sul trono. Oh sì, quanto è bello Alberto sul trono.

Questo era il trono del re, da qui impartiva ordini e sempre qui si riuniva con i suoi figli. Nella leggenda di questo popolo, i figli di Ragnar sono importanti tanto quanto il padre, da Bjorn a Ivar. Curiosa la storia di quest’ultimo che fu soprannominato il “senza ossa” proprio perché, così dicono le leggende tramandate nei secoli, nacque senza le ossa delle gambe.

Camminando per la sala il conduttore afferra una spada e inizia, con voce più scura, a raccontare un ulteriore pezzo di storia.

Spade, asce, archi. L’anima bellicosa di questo popolo si percepisce in questa stanza e in queste armi. Armi che venivano usate non solo per combattere popoli nemici, ma anche in battaglie causate da tradimenti e orgoglio. Leggendari gli scontri tra Ragnar e suo fratello Rollo. Armi utilizzate perfino durante i riti propiziatori, per sacrificare animali e persone agli dei.

La musica è un crescendo di emozioni e la puntata sta per finire, ma c’è posto per un’ultima riflessione

Un popolo così antico e burbero, ma al contempo moderno e inusuale. La storia ancora una volta è riuscita a farci capire chi siamo, da dove veniamo. Il nostro passato ancora oggi contiene risposte a domande attuali. Chissà se forse un altro Ragnar vivrà mai ancora in mezzo a noi uomini. Chissà, poi, se tutte queste storie sono vere. Buonanotte a tutti, Ulisse termina qui. Alla prossima puntata.

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Il sogno è finito, ma Vikings rimane una serie di tipo storico che prende spunto da personaggi realmente esistiti e dalle loro annesse leggende. Chissà che un giorno i due.mondi, quello di Alberto Angela e di Ragnar non possano incontrarsi per davvero. E non solo nei nostri deliri.

Leggi anche – Vikings: Lettera di Ragnar ad Athelstan