Era il 2013 e andava in onda la prima stagione di Vikings, una serie che avrebbe cambiato la storia (in tutti i sensi). Michael Hirst ha dato vita a personaggi complessi, in un periodo difficile da comprendere appieno, in cui il passato dell’uomo cambia definitivamente e gli antichi dèi incontrano il loro avversario più temibile.
Così Vikings ha avuto inizio, grazie all’ambizione di un uomo la cui eredità sembra non aver mai abbandonato chi gli stava intorno, diventando un punto di forza per alcuni, una maledizione per altri. Il fantasma di Ragnar Lothbrok (Travis Fimmel) aleggia su ogni personaggio fino alla fine: tutti cercano di imitarlo o di rendere onore alla sua memoria e in qualche modo ci riescono.
Ma ce n’è uno che più di tutti ha vissuto nell’ombra di Ragnar, qualcuno che pur cercando in ogni modo di superarlo, di essere migliore di lui, ha invece ha finito per diventare nient’altro che un ricordo sbiadito. Rollo (Clive Standen), fratello di Ragnar e guerriero dalla forza inimitabile. Uomo impulsivo, vendicativo che si lascia divorare dall’invidia per troppo tempo prima di capire che l’unico modo per separarsi definitivamente dal sangue del suo sangue è intraprendere una strada diversa.
Tutto ciò che Rollo ha sempre voluto, in un modo o nell’altro gli è stato portato via.
Fino alla quarta stagione di Vikings, non è mai riuscito a conquistare uno spazio che potesse considerare davvero suo e, soprattutto, non è mai riuscito ad accettare il rifiuto di Lagertha (Katheryn Winnick) e la scelta di avere Ragnar al suo fianco piuttosto che lui. Come ha potuto la shieldmaiden più bella e potente di tutte aver preferito un uomo che non le ha offerto altro che dolore, e che ha ricompensato il suo affetto abbandonandola per un’altra donna? Ma Rollo per molto, forse troppo tempo, non ha conosciuto altro mezzo che la violenza per rivendicare la propria identità, ed è solo così che ha saputo farsi vedere, cercando di percorrere il proprio cammino tra continui tira e molla con Ragnar, dovuti al legame di sangue che li univa.
Ho voluto fare un passo fuori della tua ombra, ma quando ho messo piede fuori dalle porte, non c’era la luce del sole.
Alla fine, combattere contro suo fratello non è servito a placare il senso di inferiorità che provava nei suoi confronti, ma solo a farlo sprofondare ancora di più in se stesso, per molto tempo. Nel percorso di Ragnar, il ruolo di Rollo è stato fondamentale, perché lo ha spinto a confrontarsi fin da subito con la paura di essere tradito da chi ama, e con il perdono che un normale vichingo non si sarebbe mai sognato di offrire al suo nemico.
Eppure, per anni Rollo è stato parte integrante di Vikings e spesso motore dell’azione.
Il suo è stato un cammino arduo, ripido e pieno di trappole, un percorso fatto di continui sbagli e tentativi di redenzione. Fino alla quarta stagione, il personaggio interpretato da Clive Standen ha avuto un ruolo fondamentale nello svolgimento della storia, come nemico, come difensore di Kattegat, come guerriero e compagno di razzie, e infine come Duca di Normandia. Dopo aver preso il posto che aveva sempre ritenuto di meritare all’interno della società, il potente fratello di Ragnar sembra aver raggiunto il suo apice, sembra aver trovato qualcosa per cui vale la pena vivere. Sposa la principessa Gisla e si allontana definitivamente (o quasi) dal suo passato.
Con la morte di Ragnar nella 4×10 e la fine della quarta stagione, però, anche il percorso di Rollo sembra destinato a chiudersi, senza troppe domande. Lo vediamo sempre di meno, capiamo che cerca in tutti i modi di mantenere qualche legame con il suo passato ma non ci riesce, quello non è più il suo mondo ormai. Nella quinta stagione non lo vediamo più devastare i campi di battaglia come una volta. Compare solo in una puntata per dimostrare che, dell’antico guerriero che è stato, ora non è rimasto più nulla, solo un profondo rimpianto per non aver mai avuto una vera possibilità con Lagertha e un senso di orgoglio per ciò che Bjorn, suo figlio, è diventato.
Ma ancora una volta si vede sconfiggere dal fantasma di suo fratello, perché non importa chi abbia generato Bjorn la Corazza, lui è cresciuto seguendo le orme di Ragnar, e nessun altro potrà mai prendere il posto di suo padre.
Qui diciamo addio a Rollo, che sparisce nel nulla senza più ricomparire, troppo stanco per combattere ancora. Possiamo immaginare come sia andata a finire, anche se nessuno ce lo ha mostrato. Tornato in Francia da Gisla e dai suoi tre figli, avrà forse trovato la pace a cui aveva anelato per tanto tempo, finalmente libero per aver rivelato a Bjorn qualcosa che teneva nascosto da anni, nonostante la sua reazione. Avrà concluso la vita lontano da tutto ciò che gli ricordava Ragnar e i propri fallimenti come uomo e, forse, avrà finalmente capito il proprio valore e il proprio ruolo all’interno della storia, guardando fuori dal palazzo la sterminata distesa di terra del ducato di Normandia.
Con l’avvento dei figli di Ragnar e la crescita delle ambizioni che li hanno portati lontano dal territorio francese, Rollo si è dissolto pian piano, venendo dimenticato. Questa è l’ultima e definitiva testimonianza di quanto la sua esistenza come uomo e come personaggio fosse legata in modo profondo e indissolubile a quella di Ragnar Lothbrok.