Entrato in scena nella quarta stagione di Vikings, Ívarr Ragnarsson è un personaggio che ha diviso i fan della serie.
Chi lo ama, chi lo odia, chi lo trova un ragazzino viziato, chi uno psicopatico megalomane e chi, ancora, un bambino in cerca di approvazione e rivalsa: è difficile rimanere indifferenti di fronte a Ívarr.
Come Björn la Corazza, Lagertha e molti altri personaggi di Vikings, anche lui affonda le proprie radici nella vera storia norrena, spesso con notevoli riferimenti al mito.
Ívarr Ragnarsson veniva chiamato inn beinlausi, cioè “il Disossato”, “il Senz’ossa”. Interpretato in Vikings dall’affascinante e bravissimo Alex Hœgh Andersen, sul piccolo schermo è un bambino alla costante ricerca dell’approvazione del padre, un adolescente scontroso, ribelle e pieno di rabbia, un condottiero intelligente e un guerriero instancabile.
Poco sappiamo sulla sua data di nascita; Ívarr fu un glorioso capoclan danese, ma secondo la Ragnarssaga Loðbrókar, la “Saga di Ragnarr”, era il primogenito di Ragnarr Loðbrók e della moglie Kráka, nota anche come Aslaug Sigurdsdóttir, una Vǫlva, ossia una maga esperta nella divinazione e negli oracoli consultata, secondo la leggenda, anche dagli dei.
Di lui si diceva che fosse bellissimo, prestante e tra gli uomini più saggi e competenti dell’epoca, per cui divenne il consigliere dei fratelli Björn, Sigurðr Serpente nell’Occhio e Hvítserkr.
Nell’autunno dell’865 Ívarr, insieme ai fratelli Hálfdan e Ubbe, guidò la grande armata danese contro l’Eptarchia anglosassone (quella parte della futura Inghilterra formata dai regni Anglia Orientale, Mercia, Northumbria, Wessex, Essex, Kent e Sussex). Motivo della faida fu l’assassinio di Ragnarr Loðbrók per mano di Aelle II di Northumbria. La drammatica morte di Ragnarr, gettato in una fossa piena di serpenti, è un reale fatto storico.
Nella Ragnarssona þáttr, cioè la saga “Racconto dei figli di Ragnarr”, si narra che inizialmente i fratelli di Ívarr vennero sconfitti. Ívarr tentò quindi una riconciliazione con Aelle, promettendo di non muovergli guerra e chiedendo in cambio un pezzo di terra che poteva essere coperto dalla pelle di un bue. Ívarr però tagliò la pelle del bue in strisce sottilissime per potervi costruire dentro una fortezza, che, secondo le saghe, era York o addirittura Londra.
Ívarr era un uomo generoso e riuscì a ottenere i favori di molti grandi guerrieri, che si allontanarono da Aelle. Nell’anno 866 mosse l’armata a nord, entrando in Northumbria e conquistando York. Indebolita da lotte intestine tra i pretendenti al trono, la compagine inglese venne sconfitta e Ívarr insieme ai fratelli fondò il Regno di Jórvik.
I fratelli Loðbrók trovarono la loro vendetta contro Aelle, sempre secondo le saghe. Fu sottoposto alla famosissima e cruenta punizione dell’aquila di sangue.
Dopo questa vittoria, l’armata danese invade la Mercia, poi l’Anglia Orientale, conquistata nell’870. A questo periodo risale il martirio di re Edmondo dell’Anglia orientale, attribuito proprio a Ívarr. Edmondo viene legato a un albero e trafitto da frecce, ma versioni alternative ritengono che sia stato ucciso in chiesa.
Secondo le cronache dell’epoca, Ívarr morì nello stesso anno. Anche in questo caso la data è incerta, ma si sa con sicurezza che, a partire da questo momento, scompare dalle narrazioni.
Diede disposizione di essere sepolto sulla costa inglese, a oggi il luogo resta sconosciuto. La sua tomba doveva essere costantemente presidiata perché, in tal modo, nessun nemico sarebbe riuscito ad attaccare la costa con successo. In effetti andò proprio a finire così, fino all’arrivo di Vilhjalmr il bastardo, ossia Guglielmo il Conquistatore, che violò la tomba e sostenne che la salma era intatta. Guglielmo prese il corpo e lo mise su una pira per bruciarlo. Invase quindi il territorio e ottenne la vittoria.
Ma perché, oltre che in Vikings, Ívarr è rimasto alla storia con il soprannome di Senz’ossa?
Secondo alcuni Ívarr era impotente (tesi sostenuta anche da Vikings), per altri era una metafora della serpe. La maggior parte degli storici, però, riteneva che Ívarr fosse affetto da osteogenesi imperfetta; infatti il poema Háttalykill inn forni lo descrive come “completamente privo di ossa”.
È anche possibile che fosse privo degli arti inferiori, perché in tedesco Bein sono le gambe, ma anche le ossa, quindi beinlausi, il suo soprannome, potrebbe indicare “senza gambe”. Si diceva, infatti, che Ívarr fosse sempre trasportato dai suoi sottoposti.