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Le grandi sigle delle Serie Tv – Vikings

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Il seguente articolo contiene SPOILER su Vikings.

Le sigle delle serie tv sono diventate, nel tempo, uno degli elementi più affascinanti e ricchi di significato di tutto il prodotto seriale fatto e finito: molte, le più elaborate, sono piene di allusioni, metafore e tantissimi dettagli che ricollegano il momento introduttivo della sigla direttamente al tessuto narrativo della serie, fungendo sia da presentazione o anticipazione vera e propria del prodotto, sia da strumento utile per una comprensione del testo più approfondita, in molti casi. Tra le tante meravigliose sigle delle serie tv moderne, oggi abbiamo deciso di sviscerare quella di Vikings, una delle serie più apprezzate degli ultimi anni; Vikings, dal canto suo, è già un prodotto ricco di riferimenti storici e religiosi, ma anche di tante allusioni “spirituali”: una serie del genere, infatti, non poteva che avere una sigla potente e d’effetto, come è infatti la meravigliosa intro cullata dalle note di If I Had a Heart di Fever Ray, che rimanda perfettamente all’immaginario di Vikings, tra le tenebre e l’iconografia spirituale tipica dei nordici.

Vikings ha un’identità potentissima, immediatamente riconoscibile, e lo stesso vale per la sua sigla, che si adatta alla perfezione ai canoni della serie.

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Vikings (640×360)

Partiamo proprio dal testo del celebre brano di Fever Ray: Karin Elisabeth Dreijer Andersson, in arte Fever Ray, è una cantante svedese specializzata in musica elettronica, caratterizzata da uno stile vocale inconfondibile che mischia la sua voce squillante e profonda a effetti sonori distorti che rendono il prodotto finale davvero unico; If I Had a Heart, infatti, sembra quasi assumere un simbolico significato religioso, quasi come se fosse un canto di chiesa, aspetto che si sposa alla perfezione con i contrasti spirituali che appartengono alla trama di Vikings. Al di là di ciò, il significato del brano è altrettanto intenso e profondo: la canzone parla esplicitamente del desiderio di qualcosa che non si ha, o meglio, qualcosa che non si è ancora riusciti a ottenere; il brano è una sorta di inno motivatore, che con le note mire espansionistiche dei vichinghi si sposa benissimo, ma al contempo è una presa di coscienza: l’interprete del brano desidera di più, ma sa bene che certi desideri sono al di fuori delle proprie facoltà e del proprio controllo, proprio come impara a capire Ragnar, il protagonista assoluto della serie. Fever Rey racconta, nel suo brano, di un desiderio allegorico: una voce che possa cantare e un cuore che possa amare, come Ragnar pretendeva sempre di più dai suoi uomini e, soprattutto, da se stesso, mosso dalla sete di conoscenza prima che da quella di potere.

Ragnar (640×360)

Il leitmotiv del brano è anche il desiderio di andare oltre l’immediato, ed è qui che il testo si avvicina ancora di più al protagonista e, in generale, al popolo di cui si narra nella serie: i vichinghi, gli uomini del nord, erano spinti da una forza mistica tendente al sovrannaturale, non si accontentavano mai e volevano sperimentare sempre di più, mossi proprio da una irrefrenabile sete di conoscenza e di adrenalina, quella che provavano ogni volta che si presentava di fronte una battaglia, aspetto che li ha portati a dominare gran parte del mondo allora conosciuto nonostante le differenze, o barriere, di natura sociale e culturale che li contraddistinguevano. If I Had a Heart è dunque un inno moderno del popolo vichingo, rivisto in chiave più spirituale che bellica, proprio per condurre lo spettatore sul piano allegorico della serie, perché Vikings si porta dietro il merito di aver dipinto in modo accurato e avvincente buona parte della storia norrena, ma anche quello di essere riuscita a ridipingere tali vicende in chiave moderna, attribuendo un ruolo di spicco proprio alla spiritualità e al simbolismo che storicamente hanno accompagnato i vichinghi per secoli e secoli, nonostante questi siano spesso accostati alla sminuente immagine di barbari e razziatori.

La sigla, per ovvi motivi, è caratterizzata anche da un bel lavoro di immagini e riferimenti iconografici che rimandano allo spirito della serie e alla lunga tradizione dei popoli norreni.

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Vikings (640×360)

L’elemento più importante e più di spicco è sicuramente l’ambientazione: la sigla di Vikings è in realtà piuttosto breve, e per quasi tutto il tempo il soggetto principale resta l’acqua, elemento centrale nella storia dei norreni, il loro campo di battaglia perpetuo, oltre che il mezzo che gli ha concesso di espandersi verso i luoghi più remoti dell’intero mondo, armati di tenacia e tanta sana follia. Il mare della sigla di Vikings è agitato e oscuro, è un mare ostile ai navigatori, i protagonisti di questa storia, ma è anche un consigliere da ascoltare e comprendere: le immagini che si alternano sono infatti quelle di una serie di personaggi sconosciuti che annegano nella profondità dell’oceano, ma al contempo sembra che questi siano sospesi in una specie di mondo alternativo; mentre la mareggiata prosegue senza fermarsi, lo spettatore è letteralmente invaso dal susseguirsi di una serie di simboli e icone: un corvo, simbolo inequivocabile di cambiamento, di passaggio dall’ignoranza alla conoscenza, dalla vita alla morte, dal male al bene, dalla notte al giorno; già soltanto da questo elemento ci si potrebbe ricollegare al solo Ragnar, che sospeso tra la vita e la morte, come gli è capitato spesso lungo le stagioni di Vikings, ripensa a tutto ciò che ha scoperto e a ciò che non è ancora riuscito a scoprire, tormentato dall’idea di non poter vedere tutto, di non poter mischiarsi con altre culture e usanze come un vero esploratore di mondi.

Vikings (640×360)

Altri simboli ricorrenti della sigla di Vikings rimandano alla dimensione della vita e della nascita: mentre il corpo del misterioso guerriero affonda sempre di più nell’oscurità dell’oceano, improvvisi lampi di luce investono lo sguardo dello spettatore, accennando la scena di quello che pare essere un parto, ma che in ogni caso rimanda alla sfera della vita, della rinascita; e mentre la dietrologia simbolica della sigla di Vikings si appiana, il corpo senza vita ma non senz’anima del personaggio inquadrato affonda sempre di più, lasciando spazio a un point of view che ci riporta immediatamente alla realtà e ci prepara definitivamente per la nuova puntata: in alto l’uomo, che si appresta a fare il suo ingresso nel Valhalla, scorge le navi da guerra che si posizionano per l’ennesima battaglia, suggerendo il loop infinito di un popolo immortale, per cui la guerra era uno stile di vita più che un obbligo, e per cui il mondo aveva davvero pochissimi segreti.