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Ode a Lagertha, la Shieldmaiden immortale

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Attenzione questo articolo contiene spoiler sulla 6×06 di Vikings

Abbiamo a lungo sperato di non dover mai assistere a questo momento. Qualcuno lo ha fatto a tal punto da minacciare il creatore di Vikings (ne avevamo parlato qui). Eppure quell’istante per il quale abbiamo trepidato per anni è arrivato. E così con la 6×06 di Vikings (qui la nostra recensione) abbiamo detto addio all’ultimo caposaldo delle prime gloriose stagioni della serie. Nonché all’unica vera regina di Kattegat: Lagertha. Consapevole di un destino dal quale nessuno può sfuggire, è andata incontro alla morte con la pace di chi ha vissuto una vita piena. La vita scelta.

La stessa pace, intrisa di stanchezza e accettazione, che fu di Ragnar quando cadde in quella botola piena di serpi.

Vikings

Ragnar si sacrificò per un bene superiore, espiando così le colpe della sua ambizione. Accettò la morte con la consapevolezza di chi ha fatto ciò che voleva al tempo, e fa ora ciò che deve, per la sua gente. Lagertha invece abbandona questo mondo con la consapevolezza di un destino che le fu predetto anni prima. Dunque senza combattere la morte, ma accogliendola. In una scena intensa, drammatica, dai contorni di una tragedia greca. In cui chi muore lo fa in pace col proprio fato, mentre chi uccide siede nel fango, perso nel dramma della propria disperazione.

Si avvia così verso la strada che porta al Valhalla la più grande shieldmaiden di Vikings.

Colei che fu moglie del leggendario Ragnar Lothbrok. Madre del grande Bjorn Ironside. Ma superba a tal punto da non restare ingabbiata in nessuno di questi ruoli. Da non legare la sua fama e il suo potere solo alle relazioni con i grandi eroi scandinavi. Lagertha ha reso leggenda se stessa tanto quanto riuscì a fare Ragnar, ponendosi al suo fianco da pari, mai da sottomessa. E perciò tanto dignitosa da non accettare alcun compromesso quando Aslaug si presentò alla loro casa portando in grembo Ubbe. Lagertha non hai mai avuto bisogno di Ragnar per avere statura in quel mondo. E così lasciò l’uomo che avrebbe amato comunque incondizionatamente per tutta la vita.

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E lì è iniziata l’ulteriore ascesa della più leggendaria delle donne di Vikings.

Nel dolore del tradimento. Nella dignità dell’abbandono. Nell’accettazione fin da allora di un destino che non poteva andare diversamente. Ragnar avrebbe avuto molti figli, mentre lei non sarebbe stata in grado di partorirne altri dopo Bjorn. Queste furono le parole del veggente. E con questa consapevolezza ha convissuto in una disperazione celata dignitosamente per anni. Un lungo tempo, fatto di violenza e tradimenti. Fino al momento in cui Lagertha si è rialzata più forte di prima.

Perchè lei non ha mai fatto di tutto ciò una ragione sufficiente ad abbatterla. Come non lo fu il destino stesso che portò Ragnar a dividere il talamo nuziale con Aslaug. E così, realizzato il destino a lui predetto e avuti i figli maschi che desiderava, Lagertha si riprese ciò che era suo esaudendo l’ultima richiesta di Aslaug: un passaggio sicuro. Il passaggio sicuro e immediato al Valhalla.

Da regina di Kattegat per diritto di matrimonio a regina di Kattegat per conquista.

Passando per battaglie, assalti e altre conquiste. Abbiamo amato Lagertha perchè non è mai stata un’innocua moglie di rappresentanza. Mai una sovrana comodamente seduta sul proprio trono. Lagertha è stata prima di tutto una donna del popolo. Proprio come fu Ragnar. Umile contadina, avvezza al lavoro e al sacrificio. Ha conquistato col sangue e la forza il proprio ruolo senza mai attendere che fosse la fortuna a concederglielo. Ha affrontato le proprie gabbie e fabbricato il proprio destino ogni volta che ha potuto. E fino all’incontro con un fato inevitabile.

E per quanto il suo personaggio abbia subito un triste declino nel corso della quinta stagione (ne abbiamo parlato qui), non possiamo non riconoscere che con la 6×06 di Vikings se ne va un personaggio mastodontico. Sicuramente uno dei migliori personaggi televisivi dell’ultimo decennio. Lagertha risponde a un contesto sociale – quello contemporaneo – che ha rivoluzionando il proprio approccio nei confronti delle donne. E con esso il linguaggio e il modo di rappresentarle.

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Nell’era del nuovo femminismo, del #MeToo, e di quello che gli americani chiamerebbero women’s empowerment, Lagertha non è soltanto un personaggio ben scritto, ma rappresenta quasi un modello.

Dunque non sono stati solo la sua storia d’amore con Ragnar e l’empatia provata a seguito del tradimento di questi con Aslaug a farci entrare in connessione con il personaggio. Ma la sua forza, la tenacia, la resilienza e la capacità di essere donna prima ancora di essere moglie. Madre e guerriera al tempo stesso. E più di ogni altra cosa una leader carismatica. Una guerriera che in un mondo dominato da uomini non ha lasciato che essi decidessero per il suo destino e per quello di altre donne. Una frase che non a caso ha dato inizio al suo ultimo combattimento.

In mezzo a personaggi di immensa statura come Ragnar, Floki e Rollo, Lagertha ha saputo ritagliarsi quella fetta di potere che l’ha resa perfettamente all’altezza di questi protagonisti. Forse tra tutti è stato il personaggio meno sfaccettato, ma proprio questa caratteristica ha rappresentato la sua forza.

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Tra chi in Vikings ha lasciato spesso che ambizione, amore e folle adorazione divina prendessero il sopravvento, Lagertha è stata come una colonna che sostiene il peso di un intera casa.

Feroce quando necessario, indulgente quando importante. Fedele a se stessa, ai propri principi e alla propria persona, ha lottato fino alla fine. Fosse per il fuoco del vichingo, per diritto, o per vendetta, lo ha fatto sempre per se stessa. Anche quando si è trattato di combattere i banditi, lo ha fatto per morire nella consapevolezza che la terra in cui lei e Ragnar furono felici fosse di nuovo libera.

Ragnar era leggenda. Ma Lagertha era certezza. Lui ispirava il suo seguito con l’ambizione e il sogno dell’ignoto. Lei lo faceva con la forza di un leader che dava loro speranza e sicurezza. Non è a caso il desiderio di Gunnhild alla fine del duello di Lagertha con il capo dei banditi: “Possa tu vivere a lungo, per il bene di tutti!”. Ma se questo non è possibile allora ci piace immaginarla come lei stessa ci ha suggerito: seduta alla tavola imbandita degli dei, finalmente riunita al suo amato Ragnar.

E allora Skol!

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