L’incontro non muta nello scontro.
L’astuzia e l’intelligenza di Re Ecbert e Ragnar sono la forza motrice dell’episodio 4×14 di Vikings. Due leoni pronti a fronteggiarsi, due spiriti pronti a condividere un sogno, Ragnar e Ecbert appartengono alla stessa specie dominante, ma uno dei due leoni è confinato in una stretta e claustrofobica gabbia.
Re Ecbert e Ragnar sono due figure ambigue, speculari, profonde, simili. Odino-Dio, Paradiso-Valhalla, Wessex-Kattegat, sono divisioni fisiche e metafisiche che vanno a frapporsi tra due uomini di due terre diverse ma con lo sguardo ugualmente spiritato, con la stessa sete di conoscenza e dall’ambizione sregolata.
Due uomini legati dalla spiritualità di Athelstan, legati al loro miglior amico, alla loro guida spirituale, al loro consigliere più sincero e fidato. Ecbert-Ragnar possono sdraiarsi per terra come due vecchi amici, condividendo le teorie sul paradiso e Valhalla, scontrandosi su fede e miscredenza, piegandosi per il doloroso ricordo della morte del loro miglior amico.
Ogni momento di lontananza di contingenti armati con a capo figure importanti (Ragnar-Ivar, Floki-Bjorn) è il pretesto determinante per ristabilire il potere e riappropriarsi di qualcosa. Lagherta riconquista la sua Kattegat, il rancore verso Aslaug termina la sua fase di quiescenza, tutto è sul punto di esplodere. L’orgogliosa donna-guerriero voleva di nuovo la sua Kattegat, ma forse ardeva di un desiderio ancora più forte, uccidere la ‘strega’ Aslaug, colei che ha stregato (letteralmente) l’ex-marito Ragnar. Da Floki-Athelstan a Lagherta-Aslaug, quasi ogni dualismo in Vikings tende ad essere risolto, merito dell’orgoglio vichingo e della visceralità dei sentimenti.
R– “Il Paradiso sembra un posto ridicolo, tutti sono sempre allegri e spensierati” E– “Il Valhalla è un posto veramente ridicolo, incontri i vecchi guerrieri e ogni giorno ti riscontri nuovamente con loro, uccidendoli, e poi banchettando tutti insieme”
Ragnar poco dopo svela il suo piano a Ecbert. Il vichingo desidera di essere consegnato nelle mani poco amorevoli di Re Aelle di Northumbria. Dopo essere ucciso, sarà sicuramente vendicato, per questo motivo il ruolo chiave spetta ad Ivar Ragnarsson. Lo abbiamo predetto qualche recensione fa, per Ragnar inizia il momento decisivo. Stavolta il Valhalla, il Paradiso o il nulla eterno sono le uniche ‘realtà astratte’ che si avvicinano all’epilogo del visionario condottiero.
La sofferenza e il dolore che un sadico, onnipotente e vendicativo come Re Aelle potrà causare al nostro protagonista, non sono lontanamente immaginabili. Vikings risponderà nei prossimi episodi.
Ragnar ha trasformato il volere degli dei nel suo volere, ha plasmato con la sua visionaria ambizione un intero popolo, è stato amato da coloro che lo odiavano, ha intravisto il potenziale iracondo e illogico di un innocuo figlio storpio, ha perdonato un vecchio amico come Floki, reo di aver ucciso l’indimenticato Athelstan.
Ragnar a Ecbert: “Devi uccidermi !… Non aver paura“
Ragnar ha fatto delle tenebre una luce ed ora si spinge a fare della morte un’opportunità. Sta scegliendo la sua fine, sta prevedendo un esito. Non sarà certo una morte amorevole e liberatrice, ma fungerà da strumento e combustibile di futura rivalsa.