Come tutte le storie d’amore vere, quella con Vikings è nata con un single felice di esserlo, appagato delle sue avventure e con la minima intenzione di avere una relazione seria, impegnativa, in cui investire sentimenti. Ho notato infatti che, quando sei single e vuoi essere fidanzato a tutti i costi, ti prendi la prima che ti piace abbastanza e che ci sta e decidi di innamorarti, con la conseguenza che il sentimento non è spontaneo e quindi, andando al solo, è tutta un’illusione. Quando invece non vuoi assolutamente fidanzarti, innamorarti, eccetera… arriva quella speciale con cui tutto è spontaneo, confuso, emozionante e ti ritrovi fidanzato, innamorato e desideroso di svegliarti accanto a lei. E ti chiedi: ma il single assatanato e solitario che fine ha fatto?
Con Vikings è andata così. Esci da una storia importante con GOT, che si potrebbe riassumere con: la ragazza di cui eri cotto che ti tradiva di continuo.
Ti fai un giro senza impegno anche con poca dignità con gente che magari avresti evitato (E parlo di The Shannara Chronicles), poi inizi a fare quei rimorchietti carucci che ti tengono tranquillo (ti sei buttato sugli anime in preda a sindrome di Peter Pan) e non ti vuoi più impegnare. Poi un tuo amico ti dice che ha conosciuto una che ha un’amica per te, una tipa fatta apposta per te. Tu pensi di avere tra le mani un altro rimorchio facile e ti si presenta Lagertha in persona. Eh, no. Capisci subito che la situazione si è fatta pericolosa: o fuggi o sei fregato. Ma non fuggi.
E ti ritrovi a conoscere Vikings a partire dalla casa da contadino di Ragnar. Un uomo che vive in mezzo alla foresta, con moglie e figli e che ha in testa un grande sogno. Quegli occhi che sembrano guardare oltre, più lontano degli altri. E ti immedesimi, o meglio ti ricordi di quando eri tu ad avere quegli occhi. Vuoi sapere cosa sogna quest’uomo che vive in un popolo di guerrieri parecchio ignoranti. Se avrà la forza per arrivare fisicamente nel luogo lontano che vede con quegli occhi.
E poi arriva quell’infame di Haraldson che glielo vuole impedire, ma Ragnar ha il suo amico Floki che gli costruisce le navi e, con questa bagnarola, affronta l’impetuoso mare del Nord. É la prima notte assieme e già capisci che non sarà solo sesso. Sei in mare aperto, la brezza ti sferza implacabile, il cielo tuona. Non è una notte come un’altra.
L’Inghilterra. Il monastero. Athelstan e la sua amicizia con Ragnar. Sei coinvolto più di quanto avresti voluto, più di quanto credevi di riuscire a essere coinvolto. Con quella s*****a della tua ex i sentimenti c’erano, ma non così forti. Non così intensi fin da subito. Cerchi una via di fuga, magari richiami quella lì poco impegnativa ma che ti sapeva divertire (Gotham) ma non lo fai. Oppure lo fai, ma poi torni indietro. E niente ti ritrovi ad ammazzare Haraldson e a prenderti Kattlegat, a tornare in Inghilterra per buttar giù la Northumbria e ormai sei del tutto sotto l’incantesimo di Vikings. Non puoi più farne a meno, non è più una relazione, ma una droga.
Poi c’è tutta quella faccenda con Aslaug e un po’ di odio ti sale. Vikings sembrava la ragazza perfetta, ma ha i suoi altarini ben nascosti che poco a poco vengono fuori. Ti arrabbi, ti ribelli, le dici che la cosa non ti va bene. Ma la devi accettare per com’è, non cambiarla. E alla fine ci rimani assieme pure se Ragnar si prende sta cavalla roscia.
Non essere ipocrita, Alyssa è una cosa meravigliosa, una bellezza illegale, è il personaggio che interpreta a renderla sgradevole come una bolletta. Tornando a noi… il primo anno di relazione è stato fuoco e fiamme. Ma tu storicamente al secondo anno ti stanchi e te ne vai in Sud America con quel tuo amico puttaniere a caccia di emozioni forti (sì, sto parlando di Narcos).
E invece no. La seconda stagione di Vikings è ancora più focosa. Iniziamo subito con quel bastardo di Rollo che tradisce e vuoi vedere se Ragnar finalmente lo silura. Neanche per idea. Ma comunque abbiamo Re Orik, l’attacco al regno di Essex e Re Ecbert… ma che personaggio è re Ecbert??? Raramente si trova al protagonista una NEMESI degna di questo nome. Ecbert invece è come l’altro lato dello specchio per Ragnar, è l’unico avversario di lui degno a livello intellettivo, l’unico forse che meriti il suo rispetto. Per intenderci, è il momento in cui ti accorgi che lei oltre a essere fantastica, passionale, misteriosa e contraddittoria, è anche molto più intelligente di te. E allora ti accorgi che la rispetti, oltre a esserne innamorato.
E niente, sei fregato. Il single, quello delle due donne diverse al mese, quello muore oggi. Poi c’è l’aquila di sangue. E niente, non posso fare un parallelismo con l’aquila di sangue. Già è troppa roba così. Il secondo anno finisce col botto. Si va a Parigi.
La terza stagione di Vikings è secondo me l’apice della serie. Re Ragnar, al comando di un esercito immenso, di navi e di jarl, risale la senna e arriva alle porte dell’unica vera città del Nord Europa dell’epoca. Tutta la parte dell’assedio è la battaglia più colossale mai rappresentata da una Serie Tv. E la cosa più allucinante è che, di solito, quando c’è una battaglia, la Serie Tv ti porta a parteggiare per gli assaliti, per chi si deve difendere dal conquistatore che arriva assetato di ricchezze. Qui NO. Qui stai tifando come un malato per i terrificanti popoli norreni che scesero dal gelido Nord per bruciare il mondo civilizzato in onore di divinità crudeli e terrificanti. All’epoca, per intendersi, si pensava non fossero nemmeno umani, ma che si trattasse di giganti mostruosi che spuntavano da terre talmente remote da essere perse tra i ghiacci.
Per tradurla in termini comprensibili, al terzo anno di relazione di solito si chiudono i battenti. Biologicamente termina il desiderio, e se non c’è un sentimento la relazione naufraga. Ecco, con lei le cose non sono andate così. Andate contro la biologia. Non solo lei praticamente ti stupra come un esercito vichingo su Parigi, ma te non guardi più le altre. Se non guardi più le altre vuol dire che è tosta.
Quarto anno. Magone, lacrimoni. Il quarto anno è una cosa un po’ troppo coinvolgente. Ora, non voglio esagerare con gli spoiler. E non voglio neppure mettermi a piangere sulla tastiera. Quindi mi limiterò a queste parole e chi sa, capirà e si metterà a invocare Odino assieme a me:
“Mi rallegra sapere che il grande Odino, si sta preparando per il banchetto. A breve potrò bere birra da corna ricurve! L’eroe che entra nel Valhalla, non piange la sua morte! Io non entrerò nella sala di Odino pieno di paura. Lì, aspetterò che i miei figli mi raggiungano. E quando lo faranno… mi crogiolerò nei loro racconti trionfali. Gli Aesir mi danno il benvenuto. La mia morte si compirà senza assoluzione! E do il benvenuto alle valchirie, che mi riporteranno a casa!“
Sipario.