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Vi siete mai accorti che Vikings è anche un po’ soap opera?

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Vikings è una delle serie più amate dell’attuale panorama televisivo. Le vicende narrano di leggendari personaggi della mitologia norrena. Il suo grande successo è sicuramente dovuto a un chirurgico mix di elementi: i personaggi, la fedele ricostruzione del mondo vichingo, la regia e la fotografia che regalano frame di pregevole fattura. Oltre al susseguirsi quasi infinito di intrecci.

Analizzando bene tutti i suoi aspetti, si potrebbe dire che Vikings attinga a piene mani dalla lunga serialità. E se fosse solo una soap di “alto livello”?

Innanzitutto è bene spiegare la differenza tra soap opera e serial drama. Con la prima categoria intendiamo quei prodotti di stampo americano come Sentieri o Beautiful che rappresentano una Tv di tipo commerciale e fanno degli intrecci amorosi (spesso anche incestuosi) il loro leitmotiv, oltre alla trattazione di argomenti scottanti. La seconda categoria è quella della lunga serialità britannica. A differenza di quella americana, il suo elemento di spicco è la verosimiglianza. In questi prodotti, infatti, si cerca di ricreare fedelmente la condizione di una specifica comunità. L’ambiente è minuziosamente ricostruito, la working class particolarmente caratteristica, così da far immedesimare al massimo lo spettatore. Altre peculiarità di entrambi i tipi di lunga serialità sono i personaggi, la regia e i temi trattati, che devono seguire alcune convenzioni ben specifiche.

Possiamo dire con certezza che Vikings ha imparato bene la lezione e ha fatto suoi gli insegnamenti di entrambe le correnti seriali. Un mix perfetto tra elementi mainstream e intellettuali capace di attirare l’attenzione di diverse tipologie di spettatori.

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Ambientazione e Società

I due elementi sopra citati seguono la scuola dei serial drama britannici, tenendo conto che questa serie è di tipo storico. Vediamo come le ambientazioni della Scandinavia, in particolare dello stretto di Kattegat, sono riprodotte in modo fedelissimo. Movimenti di macchina e piani che ci mostrano tutto il panorama, dalle case ai paesaggi naturali, passando per regni “lontani” come quello spagnolo e quello francese. La sensazione è quasi che il mondo circostante sia anch’esso un protagonista e noi riusciamo ad avere piena consapevolezza di ogni suo anfratto. La stessa popolazione, con le varie classi sociali, contribuisce a ricreare quell’idea di comunità rilevante in molti sviluppi della serie. Ci vengono mostrati diversi professionisti: fabbri, cacciatori e stregoni. Di particolare importanza anche i riti religiosi che caratterizzano le varie culture, tra cui quella vichinga, e i magnifici costumi.

Abbiamo l’impressione di essere anche noi dei cittadini di Kattegat perché ci è permesso di conoscere ogni attività della vita quotidiana del villaggio.

Personaggi

I personaggi meritano un’attenta analisi in quanto potremmo pensare che in fondo non hanno nulla a che vedere con i loro corrispettivi “da quattro soldi” delle soap. Eppure quelli di Vikings ne sono semplicemente una piacevole evoluzione. Nelle telenovela i protagonisti, per quanto presentino delle specificità, devono cercare di non essere psicologicamente contraddistinti, in modo da permettere al flusso di puntate di proseguire all’infinito, combinando relazioni e storie di ogni tipo. A un primo sguardo tutto ciò sembrerebbe impossibile in Vikings. Ma se ci pensiamo bene, tutti gli intrecci (soprattutto amorosi) che vengono a crearsi sono dovuti a questa formula. Sfruttando lo stereotipo del “vichingo”, i personaggi non presentano una psicologia così marcata. Gli stessi buoni dai cattivi sono impossibili da distinguere. Per quanto possano sembrarci diversi, personaggi come Bjorn o Ubbe sono in realtà molto simili fra loro.

Una menzione a parte la meritano forse Ragnar, Ivar e Floki, che appaiono “speciali” rispetto a tutti gli altri. Le sfumature psicologiche e drammatiche sono molto più marcate in loro, rendendoli il prototipo perfetto dell’evoluzione dei personaggi della lunga serialità.

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Giochi di Corte e Intrighi Amorosi

Arriviamo all’elemento che più di tutti deriva palesemente dalle soap di stampo americano. Chi almeno una volta non ha pensato che tutte quelle storie d’amore somigliassero a Beautiful? Grazie appunto alla corretta scrittura dei personaggi, gli intrighi d’amore e i giochi di potere in Vikings sembrano non avere mai fine. Amori che nascono, tradimenti, omicidi, incesti. Un esempio perfetto – da far impallidire Brooke e Ridge – dell’uso di questa tecnica lo vediamo nella quarta stagione con Bjorn e Lagertha. Il primo ha dei rapporti sessuali con Astrid, compagna di sua madre. In più il primogenito di Ragnar viene invischiato in una faida con Ivar, suo fratellastro che vuole uccidere Lagertha, avendo quest’ultima messo fine alla vita di Aslaug e conquistato il trono di Kattegat. Un mix perfetto dei temi sopracitati, con l’aggiunta di una componente omosessuale e un un triangolo amoroso totalmente atipico, che fanno da sfondo al tema del comando del paese. Beautiful in confronto non è nulla!

Quando guardiamo questa serie, siamo più interessati a ricordare tutti gli intrighi o a capire cosa potrebbe succedere in una fase successiva? Forse si risveglia in noi quel desiderio di unire i puntini più per il piacere di farlo che per scoprire cosa potrebbe accadere dopo.

Regia

Sicuramente la regia di Vikings non passa inosservata. La prima puntata di quest’opera ci offre subito immagini indelebili. Il tono è inquadrato immediatamente attraverso le ferite e i colpi di ascia minuziosamente ricostruiti. Ma è anche la regia, a modo suo, a essere influenzata dalle convenzioni di quella della lunga serialità. L’elemento più importante è senza ombra di dubbio il primo piano, accompagnato all’uso del campo-controcampo. Questi elementi portano lo spettatore a sentirsi parte dei lunghi dialoghi tra i personaggi e lo rendono partecipe delle emozioni provate da essi. Gli esterni diventano fondamentali, soprattutto durante le scene di guerra. In questo caso la regia riesce a farci percepire sempre con esattezza lo spazio che ci circonda, oltre alla sua immensa bellezza.

La regia di Vikings è così l’unione tra lo stile registico moderno e quello delle soap. Un mix di virtuosismo e trasparenza che rapiscono lo spettatore scena dopo scena.

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Non pensate che paragonare Vikings a Beautiful sia un qualcosa di negativo. La soap opera è sempre stata vista come non all’altezza di prodotti moderni come True Detective o Breaking Bad. Eppure è da lei che la maggior parte delle Serie Tv di oggi attinge in termini di contenuti e formule. Sta poi a questi nuovi prodotti evolversi.

Ed è qui che emergono tutti i meriti di Vikings, una moderna soap opera che è riuscita a mettere d’accordo anche gli spettatori più esigenti.

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