Da poche settimane è stata rilasciata la notizia che anche Vikings, attualmente in onda su History Channel con la sesta e ultima stagione, avrà il suo spin-off. La serie sarà prodotta da Netflix e se ne occuperà Michael Hirst in persona.
Si intitolerà Vikings: Valhalla e sarà un sequel ambientato 100 anni dopo gli eventi che vedremo nel finale di Vikings. Racconterà la storia delle gesta dei più famosi vichinghi che siano mai vissuti: Leif Erikson, Freydis, Harald Harada e il Re Normanno Guglielmo il Conquistatore (anch’egli discendente vichingo).
Ma adesso una questione legale potrebbe ritardarne la produzione.
L’alta corte irlandese ha infatti ricevuto questa settimana un’ingiunzione da parte di una compagnia di produzione tedesca, la W2 Filmproduktion situata a Berlino. La W2 possedere il 49% delle azioni della Octagon Films, una delle case di produzione più celebri di tutta l’Irlanda: negli anni ha infatti prodotto serie di successo come I Tudors, Love/Hate, Penny Dreadful e appunto Vikings.
La W2 ha avviato la pratica di ingiunzione come parte di un’azione legale più ampia contro i produttori di Vikings, Morgan O’Sullivan e James Flynn della Octagon, che si occuperanno anche del sequel.
Le accuse sono di aver dirottato dalla Octagon, di cui i due produttori sono anche azionisti, una cifra pari a circa 40 milioni di euro, che presumibilmente doveva andare alla W2.
Gli avvocati della W2 hanno inoltre rivelato di aver scoperto dello spin-off solamente attraverso i media e quindi obiettano che i diritti legati alla serie originale sono un argomento centrale nell’azione legale. I legali dei due produttori negano il fatto e hanno rigettato le accuse secondo cui Valhalla violerebbe accordi precedentemente presi in tribunale.
Le tasse generate da Vikings sono infatti una questione centrale nell’azione legale mossa dalla W2, che teme che guadagni di Vikings: Valhalla verranno divisi solamente tra gli imputati e non andranno alla Octagon.