Il vento cambia. Comincia tutto da una rivolta nel proprio villaggio, per poi puntare sempre più in alto. In Vikings un grande uomo come Ragnar, per essere tale, dev’essere circondato da altri grandi uomini. Un team talmente solido da cambiare le sorti del proprio popolo, per sempre.
Tutto ciò che faccio Ragnar è per te.
Tra di loro, Floki il costruttore di navi, braccio destro del protagonista, è uno dei personaggi più belli e interessanti di tutta Vikings. Folle, eccentrico e innamorato perso della sua fede. Per il Valhalla e Ragnar farebbe di tutto, persino uccidere. Persino uccidersi.
Ma chi era Floki nella realtà?
Chi è appassionato di questa serie tv prodotta da History Channel sa che molti dei personaggi, tra cui Lagertha, Harald, Bjorn e lo stesso Ragnar, sono liberamente ispirati a figure storiche realmente esistite. Floki non fa eccezione e il suo ruolo è stato molto più importante di quel che potremmo pensare.
In Vikings, per gran parte delle stagioni, Floki ci viene presentato come un folle instabile ma dotato di un talento invidiabile nell’ingegneria navale. Questo sarà un elemento fondamentale, perché permetterà al popolo dei Normanni di percorrere lunghi tragitti in mare e saccheggiare terre e popoli lontani da loro. Tuttavia Floki non è ricordato nella storia per questo. Viene rammentato come un grande avventuriero e colonizzatore.
Dopo la morte di Ragnar, il cuore di Floki non riesce a reggere anche quella di sua moglie Helga, portando il nostro amico a una decisione definitiva: abbandonare il suo popolo salpando verso mete ignote, guidato solo dal mare e il vento. E così parte e dopo giorni di navigazione in cui più volte ha creduto di morire, la sua nave approda su un’isola disabitata e misteriosa.
Lui ancora non lo sa, ma quell’isola è l’Islanda.
Floki però crede di essere arrivato ad Asgard e si convince di poter portare nella terra degli dei quante più persone possibili. Con questa convinzione torna a Kattegat e riparte con un modesto numero di persone, che instaureranno il primo nucleo abitativo della zona.
I problemi però non tarderanno ad arrivare, e i nuovi coloni si accorgeranno delle problematiche connesse a un inverno rigido e una terra poco fertile. Inoltre attriti di odio e risentimento si accenderanno tra i membri della comunità, infrangendo ogni piano e illusione di Floki. Nella storia reale i fatti sono andati diversamente, ma sono presenti svariate similitudini.
Gran parte delle informazioni sul processo di colonizzazione da parte del popolo norvegese ci arrivano dal Landnámabók, un componimento in prosa. Flóki Vilgerðarson (nome vero di Floki) non fu il primo ad approdare in Islanda, ma prima di lui altri coloni giunsero per puro caso sull’isola volendo invece raggiungere le più vicine Fær Øer. Questi coloni battezzarono l’isola Snæland poiché durante l’estate, prima di fare ritorno con un nulla di fatto in patria, osservarono la neve cadere e colorare di bianco le montagne.
A quel punto cominciarono a girare notizie sulla nuova terra, e fu il turno del vichingo Gardar Svafarsson, il quale circumnavigando la sconosciuta landa confermò effettivamente che si trattasse di un’isola e non di una presunta terraferma. Da quel momento il nome cambiò in Isola di Gardar, e dopo questo avvenimento entrerà in gioco il nostro amato Floki di Vikings.
Non per puro caso, ma per scelta, Floki partirà con il preciso intento di fondare una colonia
Secondo le fonti, il nostro beniamino partì con la moglie, i figli e un modesto numero di coloni. Durante la traversata in mare, Floki liberò tre corvi che secondo lui lo avrebbero aiutato a trovare la via per raggiungere l’isola di Gardar. Uno dei corvi volò verso le Fær Øer, un altro dopo poco tempo tornò sul ponte della nave e l’ultimo scomparve all’orizzonte suggerendo la giusta via da percorrere.
Una volta approdato, Floki cercò un posto adatto per un insediamento che potesse superare la rigidità dell’inverno. Con il passare del tempo, dalla cima di una montagna si accorse di un grande fiordo completamente ricoperto di ghiaccio galleggiante. Sarà proprio in quell’occasione che l’isola verrà ribattezzata con il suo nome attuale: Islanda, ovvero paese del ghiaccio.
Anche nella realtà però gli intenti di Floki e i suoi coloni non andarono a buon fine, i quali sottovalutarono varie problematiche legate all’allevamento e all’agricoltura, cogliendo tutta la comunità impreparata. Così il vichingo tornò sconfitto in patria insieme ai suoi uomini, anche molto deluso dall’esperienza, descrivendo l’isola in modo malevole e denigratorio.
Eppure, proprio come succede in Vikings, anche nella realtà Floki finirà per vivere i suoi ultimi giorni in Islanda
Anni dopo la sua terribile esperienza deciderà di tornare sull’isola vivendoci fino alla sua morte. Ancora oggi la valle dove Floki visse porta il suo nome: Flókadalur, la Valle di Floki.
In seguito l’isola sarà raggiunta dall’esploratore normanno Ingólfur Arnarson il quale fonderà la futura capitale Reykjavík, primo nucleo abitativo finalmente definitivo.
Questa è la vera storia del folle costruttore di navi Floki, tra realtà e finzione. La serie tv ci mostra la sua visione romantica e romanzata di un personaggio, forse anche più bello e sfaccettato. Un uomo che per puro caso approderà in un’isola che metterà per l’ultima volta a dura prova la sua fede e riempirà il suo cuore d’amore: quello definitivo, verso se stesso e la sua gente. Un popolo ancora lontano dalla sua nuova visione del mondo. Talmente lontano da non poter comprendere e iniziare un nuovo capitolo della loro vita da zero: senza l’odio, la violenza e l’insoddisfazione.
Questa è la vera storia di Floki, e una volta letta non possiamo far altro che empatizzare ancora di più con questo personaggio. Sorridere insieme a lui, anche nel suo dolore finale, prima che il sipario si chiuda.