Wanderlust è una miniserie da sei episodi uscita il 19 ottobre sulla piattaforma Netflix. È una serie tv che si vincola a un tema molto particolare e delicato, affrontandolo in modo intelligente, curioso e senza scadere nel banale.
Dopo un incidente in bici, una coppia deve fare i conti con una carenza di passione sotto le lenzuola. Inizia così una ricerca delicata, sofferta e sincera in quei meandri dei nostri sentimenti e delle nostre pulsioni che spesso ci spaventano.
Dov’è che l’attrazione fisica diventa sentimento?
Wanderlust non è un soft porn. Non è neanche come You Me Her, è qualcosa di più. Parlare di una tematica come il sesso non è facile, soprattutto se la si vuole realizzare in modo vero simile a una situazione che può presentarsi benissimo nella realtà. A partire dai protagonisti, tutti gli attori non sono certamente sex-symbol, ma capaci di regalarci emozioni attraverso il loro egregio lavoro.
Co-prodotta da Netflix e BBC One, Wanderlust è una dramedy che ruota attorno alla coppia formata da Joy (Toni Colette) e Alan (Steven Mackintosh). Lei terapista, da poco ripresa da un incidente in bicicletta, e lui insegnante di inglese. Sono sposati da oltre 20 anni, hanno 3 figli e la loro vita è quella di una classica e normale famiglia.
Punto di partenza è l’incidente di lei che le ha provocato una rottura del bacino, e per questo, allontanatasi dai rapporti intimi con il marito. Ma questo problema non si presenta solo a livello fisiologico: Joy utilizza il trauma come scusa per non dover avere rapporti con il marito che ormai la annoiano. A smascherarla è il successivo riavvicinamento tra i due, appena guarita dalle ferite. In quel momento, si scopre cosa non funziona più tra i coniugi.
Come risollevare una vita intima ormai alla deriva, anche se i sentimenti sono rimasti intatti? Wanderlust ci propone una soluzione un po’ bizzarra, ma funzionale alla soluzione finale.
Lo sceneggiatore Nick Payne propone così questa soluzione: i due coniugi diventano una coppia aperta. Se i sentimenti genuini d’amore sono rimasti immutati, allora bisogna intervenire solo sulla parte fisica. Così, i due si ritrovano ad avere rapporti extra-coniugali consensualmente. Joy trova un poliziotto divorziato durante le lezioni in piscina (William Ash), mentre Alan riesce a far colpo sulla giovane collega Claire (Zawe Ashton).
Così scivola via il tabù del sesso e si comincia a parlarne apertamente, ma sempre con un certo tocco inglese, non soltanto a livello di humor. Si scandagliano le varie sfaccettature del vivere in una coppia aperta senza risultare scadente. Particolarmente brillante, e allo stesso tempo imbarazzante, è il momento della comunicazione di questa situazione ai figli.
Questi ultimi non sono solo da sfondo alle vicende dei coniugi, anzi, offrono uno spaccato sul sesso attraverso le varie tappe d’età. Il figlio più giovane è così impegnato a cercare di andare a letto con una ragazza che dimentica il lato affettivo. La secondogenita deve guarire dalla rottura con la sua recente ragazza, mentre la più grande deve risolvere qualche problemino personale mentre si innamora di un paziente della madre.
Ma non tutto è rose e fiori: il piano di Joy e Alan, se inizialmente sembrava andar bene, pian piano comincia a scricchiolare sotto le assi dei sentimenti, cosiddetti forti, che li continuava a unire. Si apre una crepa che trasforma il quinto episodio in qualcosa di doloroso, ma allo stesso tempo fondamentalmente sincero, che è difficile scollarsi dallo schermo.
Una serie tv che si trasforma di episodio in episodio, in qualcosa che rasenta la profonda riflessione su se stessi. Il problema tra la coppia sembra emergere pian piano, e non soltanto di botto nel primo episodio, quando si ammette che qualcosa non va.
Perché quello che sotto le coperte non funziona, influenza irrimediabilmente quello che si prova a livello sentimentale.
Un groviglio di sentimenti intimi, delicati, sinceri, dolorosi, ma che sono doverosi da districare. È profondo tanto quanto non ce lo si aspettava. Gelosia e tenerezza si alternano come in un’altalena che prende velocità una spinta dopo l’altra.
A completare questo spaccato di vita è la colonna sonora: intima e vellutata, attraverso la scelta di canzoni indie che ritmano la narrazione in modo differente. Wanderlust è un bellissimo prodotto inglese che non necessita di grandi presentazioni, è una serie tv che in qualche modo va vissuta. Con la lentezza e la calma di capire il mondo sconfinato e complicato dei sentimenti.
Noi non siamo niente di definito. Non esiste una unica vera versione di nessuno di noi. Che ci piaccia o no, siamo infiniti.