Warrior Nun è ormai uscita da quasi un anno ed è quindi giunto il momento per capire quali possano essere i motivi per apprezzare e quindi consigliare questa serie.
Netflix ha creato Warrior Nun con l’intento di raccontare un dramma fantasy che coinvolgesse dei giovani adulti con poteri sovrannaturali. Insomma, un preambolo che interessa sempre. Nel luglio 2020, quando lo show è uscito nella piattaforma US, il pubblico aveva grandi speranze per il nuovo titolo, in quanto derivante da un fumetto di discreto successo creato da Ben Dunn dal titolo “Warrior Nun Areala“. In più la trama e la descrizione del live action sembravano accattivanti e fresche.
Di cosa parla Warrior Nun?
In poche parole, la trama ruota intorno ad una giovane donna che si risveglia dalla morte con poteri inspiegabili. Presto apprende di essere diventata la nuova Warrior Nun, affiliata – volente o nolente – ad una società religiosa segreta che aiuta a mantenere l’equilibrio dei poteri sulla Terra, bloccando il male ed esaltando il bene.
Suona bene, vero? Se non siete ancora convinti ci sono altri punti che ci spingono a consigliare questa serie.
Una serie con diversi problemi, ma per nulla noiosa e avvolgente dall’inizio alla fine.
1. La narrazione in prima persona
La protagonista è la diciannovenne Ava Silva (interpretata da Alba Baptista). Warrior Nun sfrutta una narrazione in prima persona per avvicinare lo spettatore al personaggio di Ava. Dal momento in cui Ava si risveglia dalla morte, il pubblico può sentire i suoi pensieri. Questo dona un’introduzione quasi comica al personaggio e prosegue regalando momenti molto interessanti e divertenti nel corso della serie. L’inclusione della narrazione in prima persona consente inoltre a chi guarda di sperimentare le emozioni di Ava, così come il tumulto interiore per la sua nuova vita. Per non parlare di quello che pensa in ambito amoroso, nei dialoghi con JC e nei momenti in cui pensa alla sua nuova crush.
2. I costumi e le scene di combattimento
A volte creare gli abiti per una società segreta che combatte il male può essere un grosso problema per una produzione. Per fortuna, in Warrior Nun hanno fatto un ottimo lavoro nel catturare tutte le sfumature e il sentimento mistico di cui avevano bisogno le suore guerriere. I loro abiti variano leggermente rispetto al tipico outfit che indossa una suora cattolica. Sono maggiormente strutturati e hanno linee più rigide. I migliori abiti li abbiamo quando le ragazze si preparano per le missioni di combattimento. Abiti particolari, tecnologie nascoste in luoghi improbabili e stoffe super high-tech.
Insieme ai costumi troviamo scene di lotta epiche. Queste suore sono davvero eccellenti nell’arte del combattimento. La loro conoscenza, unita ai poteri dei loro gadget, le rende imbattibili anche in inferiorità numerica. Vedere un loro combattimento è sempre uno spettacolo. Merita il prezzo del biglietto, o meglio dell’abbonamento in questo caso.
3. Effetti Visivi
Lo show conquista subito i suoi spettatori con effetti visivi straordinari, sia nelle scene con esseri umani, che nelle scene con demoni di ogni forma. Già dal principio vediamo il temuto demone infernale che convince incredibilmente chi lo guarda con una qualità video degna di nota. Il momento in cui Ava viene marchiata, poi, potrebbe far trasalire chiunque per realismo e vicinanza all’azione. Con il progredire delle puntate, l’uso di effetti visivi dà vita alla storia mentre Ava scopre sempre di più i suoi poteri. Attraversamenti di muri, teletrasporto, super istinto e molto altro.
Scena simpatica da vedere, è quella in cui la protagonista, ancora acerba nell’utilizzo dei suoi poteri, attraversa un muro ma si ritrova bloccata con un piede ancora all’interno. Semplice da realizzare, ma di sicuro effetto una volta girata e montata.
4. La parte della trama incentrata sul trovare se stessi
Ava non ha avuto assolutamente una vita semplice, né bella. È rimasta orfana in giovanissima età e a peggiorare la situazione, nell’incidente in cui muore la sua famiglia, rimane paralizzata dal collo in giù con una flebile mobilità della mano. Il personaggio viene introdotto già morto, ma con i suoi pensieri che si rivolgono a questa condizione con serenità, quasi liberatoria.
Il destino, però, ha altre idee per Ava. Farla diventare la nuova Warrior Nun a sua insaputa.
Con i poteri riprende la mobilità del corpo e dovrà fare i conti con il suo nuovo viaggio, che si rivela tutt’altro che facile. È un viaggio alla scoperta di se stessa, con lei che intende approfittare di una vita che non ha mai avuto. Si impegnerà nell’Ordine o proverà a vivere una normale vita da adolescente? Spoiler alert: tutte e due. Nessuna delle due. Sì o No. Nì.
5. Scienza Vs Religione
La religione contro la scienza è una storia vecchia come il tempo. Warrior Nun lo usa per sviluppare una trama più complessa per i suoi personaggi. La Chiesa cattolica gestisce l’Ordine e garantisce che nessun artefatto o oggetto soprannaturale sia nelle mani di persone comuni o persone di scienza.
Tuttavia, c’è una scienziata che desidera esporre la chiesa al mondo utilizzando le sue reliquie nascoste e segrete. In questo mondo fantascientifico religioso, si crede che gli artefatti possano aprire la porta verso l’aldilà o persino il paradiso stesso. Potrebbero persino servire come cure per i disturbi del mondo. Questo è severamente vietato dalla chiesa, che diventa quasi il nemico in questa seria.
6. Personaggi Femminili
Se c’è una cosa da notare sullo spettacolo, sono i numerosi personaggi femminili. L’Ordine è rigorosamente composto da suore e lo sono anche i suoi insegnanti, ad eccezione di Padre Vincent (Tristan Ulloa). A possedere l’aureola di Adriel può essere solo una suora e lo show si concentra sul fatto che il portatore originale era un cavaliere donna che salvo il mondo in principio.
Coloro che proteggono l’aureola e aiutano a combattere il male hanno grandi abilità di combattimento e possono gestire qualsiasi cosa gli vada contro. C’è la madre superiora (Sylvia De Fanti), che può mettere in riga chiunque e non mostra alcun rimorso nel mettere in pratica i suoi insegnamenti, così come Shotgun Mary (Toya Turner), che non ha bisogno dell’approvazione della chiesa per fare ciò che è giusto.
A questi personaggi va aggiunta sicuramente l’intraprendente Jilian Salvius. La dottoressa e scienziata che da sola sfida il Vaticano, per amore di suo figlio.
Una serie interessante, certo, ma con tante pecche. Una serie con un target ben preciso, che merita di essere vista senza grosse aspettative. Warrior Nun è un buon passatempo, interessante e accattivante.