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We Are Lady Parts: una commedia anarchica passata fin troppo inosservata nel 2021

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Ancora inedita in Italia, We Are Lady Parts è una serie tv britannica andata in onda su Channel4 nel corso di un 2021 ricco di contenuti inediti. Composta da sei episodi da trenta minuti ciascuno, è una storia ironica e provocatoria sulla ricerca della propria voce, sulla necessità di non precludersi scelte e strade sulla base di ciò che possa appagare gli altri più che noi stessi. Pur partendo ciascuno col proprio bagaglio culturale e inserito in un ambiente circoscritto da valori e aspettative, la fortuna e il privilegio che buona parte degli occidentali possiede è relativo proprio alla possibilità di scegliere in autonomia il percorso da intraprendere indipendentemente da ogni elemento che possa influenzare decisioni e azioni. We Are Lady Parts è la storia di Amina (Anjana Vasan): dottoranda di microbiologia, 26 anni, capricorno e giovane donna musulmana. Nonostante i genitori siano perfettamente occidentalizzati e integrati nel contesto londinese che li circonda, la protagonista abbraccia ancora con fermezza molti valori e diverse convenzioni che il culto religioso promuove in una società che nel ventunesimo secolo vi fa attrito. Seppur ancora giovane, seguendo il trend di molte sue amiche e coetanee musulmane, Amina è alla disperata e avventata ricerca di un marito, unico obiettivo che pensa possa realizzarla come componente della comunità di cui è parte.

La ragazza ha solo due problemi che la ostacolano dal grande traguardo: il fatto che le si presentano soltanto insoliti casi umani sull’app di incontri a cui è iscritta, e la sua viscerale passione per la musica che la migliore amica le segnala come un’ostruzione al raggiungimento dell’ambito risultato. Entrambi gli aspetti la porteranno a incrociare le proprie strade con le Lady Parts, punk-rock band composta esclusivamente da altre giovani donne musulmane, ognuna coi propri background e orientamenti di vita. Mossa dalla instabile cotta per il compagno di università Ahsan, Amina entra in contatto con il gruppo musicale di cui la sorella di questi (Ayesha) è parte. La protagonista è da sempre dedita alla musica, ma a un tipo di suono totalmente differente rispetto a quello che appassiona le nuove compagne di stage. Amina suona la chitarra acustica, impartisce lezioni ai bambini del quartiere, e si è ripromessa che mai avrebbe suonato in pubblico, dato che l’ansia da performance le causa agghiaccianti conati di vomito che non è in grado di controllare. E’ una ragazza razionale, insicura e che pensa di sapere ciò che desidera più per convenzione che per convinzione. Proprio per questo, le sue certezze verranno scosse e messe in discussione dal duro suono che il trio punk composto da Saira (voce e chitarra), Ayesha (batteria) e Bisma (basso) produce sotto la guida della manager autodidatta Momtaz.

We Are Lady Parts racconta con una prospettiva umoristica e ritmata che cosa possa voler dire essere una giovane musulmana nel 2021.

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Nel corso di una consueta prova del brano delle Lady Parts Ain’t No One Gonna Honour Kill My Sister But Me, la lead vocalist ha un’illuminazione: ciò che manca al gruppo per il definitivo salto di qualità è una nuova chitarrista solista. Saira che all’apparenza è dura, cinica e irremovibile si fionda alla ricerca di un ulteriore membro che la porta alla cieca fiducia riposta nel grande talento di Amina. Ma Amina è tutto meno che rock e, soprattutto, punk; tra hijab e abiti dai colori pastello, e circondata da amiche completamente diverse dalle Lady Parts, quello della band sembra un mondo sfrenato e spregiudicato che non le appartiene. Lei, che si piega persino al consiglio della miglior amica Noor che le suggerisce di non indossare un velo celeste perché troppo sbarazzino per un primo appuntamento, finisce in un complesso che suona pezzi come Voldemort Under My Headscarf.

Il contrasto si crea sin dal primo momento in cui la briosa Amina col suo vestito a fiori impugna la chitarra elettrica della truce Saira.

It was kind of therapy, but with a lot of screaming.

Giocando con l’estremizzazione di alcuni elementi caratteristici della scena punk, We Are Lady Parts fa collidere il mondo di quattro forti donne emancipate e provocatorie che tentano in tutti i modi di mostrarsi invincibili in una società che le relega spesso in un angolo, con quello di una giovane musulmana dalla percezione ancora molto idealizzata del convenzionale dell’amore e del contesto a cui si rimette. Amina, Saira, Ayesha, Bisma e Momtaz sono orgogliosamente praticanti della propria religione, ma con gli adattamenti che il caso vuole al presente britannico in cui vivono. Non sognano necessariamente e soltanto una vita da mogli al fianco in un uomo che di esse si prende cura. Il loro obiettivo principale è quello di sfondare e divenire una band di successo capace di cavalcare i palchi più importanti. Ma per farlo devono partire dagli angusti locali londinesi, sicuramente non inclini alla musica libera e sfrontata che propongono, senza considerare poi il modo che queste hanno di presentarsi come girl-band musulmana punk-rock. We Are Lady Parts si diletta con l’incontro e lo scontro di realtà che sembrano inconciliabili, e proprio da ciò deriva buona parte del suo sottile e irriverente umorismo. Come è scontato che sia, entrambe le parti finiscono per essere influenzate e cambiate dall’ingresso di Amina nella dinamica del gruppo. Infatti, la forza e originalità dello show non risiede soltanto in ciò, ma deriva anche dalla sua eccentrica narrazione. La storia è scandita da ritmo rapido e dialoghi veloci e incalzanti che definiscono immediatamente la cifra stilistica e tipicamente britannica della serie tv, accompagnata costantemente dalla voce narrante esterna di Amina che alterna contestualizzazioni, presentazioni e i pensieri più intimi della protagonista stessa. Giocando con riferimenti e commistione di generi, We Are Lady Parts offre una comicità fresca e mai banale nonostante la semplicità della trama e prevedibilità di alcuni punti.

We Are Lady Parts è interamente creata, scritta e diretta da Nida Manzoor che propone una storia che, seppur breve, si compone di personaggi e articolazioni solide e credibili. Ognuna delle cinque protagoniste ha una trama a cui si dedica e, fortunatamente, queste non presentano stereotipizzazioni nella propria costruzione.

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L’aggiornata formazione della band non deve fare i conti soltanto con la ricerca di una nuova complicità e il tentativo di sfondare, ma deve fronteggiare anche un mondo ostile alla sua configurazione e modo di esprimersi. Non solo la comune realtà occidentale britannica sembra non essere affine alle Lady Parts, queste sono anche ripudiate dal contesto musulmano a cui sono legate. La rappresentazione di donne fieramente vicine alla propria fede e genuinamente libere di essere sé stesse e inseguire la vera passione a ogni costo è di certo preziosa sullo schermo. Queste sono le Lady Parts: prendere o lasciare. La serie tv va oltre, superando la sottoesposizione che determinate storie hanno per proporre un racconto in cui la diversità è centrale, anche all’interno della band stessa. Ciascun membro è reso responsabile della rappresentazione di un segmento della cultura a cui appartiene. Le cinque sono diverse: alcune sognano il matrimonio tradizionale, altre vi vedono il simbolo dell’oppressione di genere; alcune portano l’hijab, alcune no; e ciascuna ha il proprio modo di esprimere la sua vera essenza. Un’essenza di cui Amina è ancora alla ricerca e a cui si avvicinerà soltanto quando imparerà a percepire la realtà attraverso i suoi occhi e non quelli di qualcun altro. Soltanto quando sarà sé stessa, libera da ogni condizionamento che l’ecosistema di cui si circonda le impone, potrà abbracciare pienamente le due realtà che in lei convivono.

This is Lady Parts, a confused mix of hash anthems and sour girl power.

We Are Lady Parts è una delle sorprese più piacevoli del 2021, passata purtroppo ancora troppo inosservata.

Con un umorismo politicizzato e dei brani inediti intenzionalmente provocatori a partire dai titoli, le protagoniste ci rendono partecipi di una comedy che dà voce a un ambiente sotto-rappresentato e portato all’attenzione con un linguaggio non convenzionale e per questo affascinante. Fatto di donne sicure e insicure, complesse, divertenti, spavalde e seducenti, We Are Lady Parts è una serie tv progressista che si colloca fuori da ogni schema e cattura per un’ironia tipicamente british ma riadattata alle esigenze che il contesto richiede. Pubblicata lo scorso maggio su Peacock, è decisamente una delle commedie più irriverenti del 2021 che, a fronte dell’offerta comica del momento, avrebbe decisamente meritato maggior attenzione. Ma al riguardo non c’è nessun pericolo: We Are Lady Parts è stata miracolosamente rinnovata per una seconda stagione, permettendo allo show di raccontarci ancora una volta che cosa possa voler dire essere una giovane donna musulmana ai giorni d’oggi. E’ possibile essere devoti e allo stesso tempo rivendicare uno spazio non ancora riconosciuto. Lo show abbraccia un’intera comunità e ci ricorda la squisita imperfezione della natura umana con la sfacciata audacia che ne caratterizza il ritmo e i brani, a partire proprio dall’inno realizzato dall’idea di Amina e la sua prima delusione amorosa: Bashir With The Good Beard. E’ possibile praticare la fede musulmana e definirsi ribelli anarchiche: We Are Lady Parts è uno show che ironizza sugli stereotipi musulmani senza prendere in giro la cultura di riferimento attraverso un racconto provocatorio anche e soprattutto su femminilità e sorellanza.

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