Mercoledì Addams ama il nero come se fosse l’unico colore al mondo. Odia l’arcobaleno perché mischia le tinte, le ingloba come se fossero figlie della stessa madre. Il verde, il rosso, il giallo e il viola le sembrano soltanto artifici creati per mascherare l’oscurità che si nasconde in ogni storia, in ogni luogo. Mercoledì brama il mistero, lo insegue fino a perseguitarlo e lo divora come se fosse la torta al cioccolato più buona della pasticceria. Da bambina giocava a fare il medico, ma a differenza degli altri coetanei si occupava di autopsie su piccoli animali. Inseguiva le lucertole nell’erba più alta e poi le uccideva per verificare la ‘bellezza’ dell’anatomia o il profumo ‘dolce’ del sangue.
Mercoledì legge poesie di guerra e autobiografie di serial killer per emozionarsi e trovare un briciolo di pathos. Tra i fogli candidi di queste pagine ha trovato un mantra da seguire per tutta la vita: la vendetta va sempre servita con un contorno di dolore. Quest’ultimo, a differenza dell’amore, la tiene a galla perché l’amore nasconde il travaglio del negativo, la forza della lotta.Di solito è il contrario ma Mercoledì è innamorata del brivido sconsiderato che nasce dalla paura. Adora le cose inquietanti, quelle che a guardarle bene, non sono poi così tanto belle. Quando a Jericho scoppia un incendio e la folla corre per accaparrarsi un riparo, Mercoledì suona il suo violino come se non fosse mai accaduto nulla, come se le fiamme aumentassero la sua gioia. Le note non si fermano dinanzi al terrore ma trovano in esso un luogo sicuro, una tana in cui sentirsi melodia.
Mercoledì e i contrasti
La signorina Addams non crede nella forza degli abbracci che le sembrano finti e fastidiosi, ma ama in maniera incondizionata i fiori senza stelo perché la vera meraviglia del mondo è l’imperfezione. Quando al ballo della scuola le ragazzine sono preparate e truccate in maniera ideale, Mercoledì si lascia andare ad un ballo goffo e simpatico: si muove come se fosse sul filo del rasoio, pronta a precipitare. Il precipizio non la intimorisce e continua a ballare anche quando una pioggia di sangue finto inonda la sala. Continua a muoversi come se la musica fosse un organo senza fine, come se non ci fosse altra creatura al mondo. Con un parallelismo brillante Tim Burton, regista della serie, ha saputo creare un contrasto armonioso tra le luci della discoteca e l’alone di oscurità che adombra Mercoledì. Una guerra tra luci ed ombre: lo stesso contrasto che vive in ognuno di noi.
La forza della diversità
Nella serie la diversità diviene il concetto con cui ribadire la bellezza del mondo. Fuori dalla scuola i ragazzi della Nevermore sono reietti, persone discriminate e condannate perché considerati dei veri e propri mostri. All’interno delle mura amiche, invece, sono persone rese straordinarie proprio dalle caratteristiche strutturali che posseggono. Spesso perseguitati come untori o streghe, i ragazzi trovano nelle loro debolezze il vero motore con cui dare una spinta al mondo. Mercoledì Addams piace proprio per questo: la sua difformità la rende unica. Se il contesto va verso la rinuncia alla dissimilazione, Mercoledì la ingloba e assomiglia al segmento che si modifica per differenziarsi dal resto. Il suo modo di fare affascina e intimorisce allo stesso tempo come se fossero due persone diverse.Il suo taglio pungente e ironico fa ridere e riflettere allo stesso tempo: perché se da una parte la battuta lancia un sorriso, dall’altra nasconde sempre un pizzico di verità.
La protagonista e tutta la serie in generale si presentano come l’outsider del catalogo di Netflix. Emancipandosi dal classico copione dei teen drama, Mercoledì nasconde una patina non indifferente. Lo stesso Tim Burton riesce ancora una volta a far sembrare le sue opere anacronistiche. Dai colori alla fotografia, passando per i look dei personaggi in scena, la serie è differente da ogni altro prodotto del tempo odierno. Il nero domina nella serie come domina nella vita della protagonista. Appena arrivata nel dormitorio che la ospiterà nella Nevermore Academy, Mercoledì divide il perimetro della camera in due tronconi. Colora il suo posto di nero e ci sguazza con la felicità di chi ha trovato il suo porto sicuro. Dall’altra parte c’è lo spazio colorato riservato alla sua amica: ancora un contrasto come arma per abbattere l’uniformità. Quando sono sedute una di fianco all’altra il contrasto esplode ma non disturba, troviamo in esso il senso stesso dell’esistenza.
Mercoledì(la serie) piace per il suo tono particolare e per una leggerezza che va di pari passo con il dramma. Mercoledì( la protagonista) piace per il suo modo unico di vedere la vita: a tinte nere. Nel suo tragico fatalismo ci siamo sentiti a casa e con la sua personalità schiva e materialistica abbiamo riso di gusto. La sua apatia cristallizzata per la maggior parte dello show non appiattisce, però, il desiderio di trovare il vero valore dell’amicizia alla Nevermore, dove più di qualsiasi altro luogo, ci sono persone che forse possano assomigliarle.A noi Mercoledì sembra un’amica sincera con cui condividere segreti e debolezze, fragilità e mancanze. Con lei saremmo andati in giro per i cimiteri a cercare le tombe più grandi o a camminare nei boschi per vivere la frenesia del mistero. Mercoledì è la più strana di tutte e questo è un bene perché si vincono i demoni soltanto quando impariamo ad accettare quello che siamo.