«Bring yourselves back online.»
«Tornate in linea.»
Dolores punta il suo sguardo, bramoso e un po’ stupito, verso ciò che l’uomo ha creato (solo) per sé.
Lo fa senza ricordare.
Dimenticando l’attimo che precede la sorpresa, ma soprattutto quello che succede una comprensione che non è mai pienamente sincera: Dolores finge di capire, vestendosi involontariamente di spirito apollineo e continuando a guardare “la bellezza del mondo” da un davanzale.
Dolores fissa stregata il mondo da una finestra, di notte, nella futura casa di Arnold.
Lì impara a sorprendersi per quanto ammirerà anche da figlia del fattore, quando il determinismo l’avrà resa prigioniera dietro le invisibili barriere di quella veranda affacciata sull’orizzonte, e ad apprezzare sarà quasi costretta dagli algoritmi, rispondendo alla domanda di Peter Abernathy (“Sei venuta a contemplare la bellezza della natura?”) con un grido di oppressa speranza mascherata da un sorriso fatto di equazioni numeriche: “Vorrei”.
Dolores osserva quel cielo specchiato sulla superficie della terra, tanto illuminato che pare “le stelle siano state scagliate al suolo”, e domanda a se stessa più che ad Arnold:
“Hai mai visto niente di così splendido?”
È scritta nei codici di Dolores, indi nel suo “inconscio”, la contemplazione della bellezza così come offerta dalla natura. Ce ne dava un probante esempio la scena di apertura del primo episodio nella prima stagione, e ce lo conferma questa 2×02 con una scena concettualmente molto simile.
Nella sfilata di Dolores verso casa di Arnold (il quale affermerà che il suo obiettivo è provare a portare la sua famiglia quanto più vicina al suo lavoro), ci viene fornito un ulteriore indizio per comprendere la posizione del parco, grazie alle insegne in caratteri orientali (come mostra l’immagine seguente).
Arrivata all’appartamento, Dolores si aggira tra quelli che sembrano mattoni decorati da un’incisione particolare. Il simbolo in questione viene mostrato fuggevolmente nella prima stagione, su quella che sembra una borraccia, e riappare ripetutamente nella sequenza di immagini che compongono la intro di questo episodio.
A rendere significativa la prepotente persistenza del simbolo nei primi minuti dell’episodio, è l’interazione che Dolores ha con questo: prima di dirigersi verso la finestra, infatti, l’androide sfiora l’incisione sulla pietra con evidente interesse.
La stessa scena verrà ripresa fugacemente nel corso della puntata, e più precisamente nel momento in cui Dolores e Teddy riescono a raggiungere la sala di riabilitazione grazie all’ospite precedentemente lasciato (volontariamente) libero.
Dolores, faccia a faccia con l’uomo, gli tocca la fronte e sfrega il sudore di quest’ultimo tra l’indice e il pollice; è allora che il montaggio sembra mostrarci il riaffiorare di un ricordo, frapponendo tra i flashback la sequenza del simbolo nell’appartamento di Arnold.
Il simbolo è di origine greca e ha, sommariamente, il significato di “acqua” (motivo per cui Dolores avrebbe ricollegato il momento in cui viene a contatto col sudore, con gli attimi a casa di Arnold), ma più precisamente la “croce con quattro punti” viene definita il punto indicativo di una “terra sacra”, la “pietra di fondo alla riva”, accezione che lascia pensare alla possibilità che ci sia un riferimento con il luogo in cui, alla fine del primo episodio, Bernard trova le centinaia di corpi annegati.
Esattamente quello potrebbe essere l’OltreValle, l’arma cercata da Dolores e l’Uomo in Nero, e potrebbe avere a che fare appunto con l’acqua.
Il concetto stesso di acqua (e/o annegamento, se pensiamo al simbolismo semantico che lega la scena di Teddy che galleggia esanime in acqua alla fine del primo episodio e il cognome dello stesso host, che è “Flood”) si contrappone simbolicamente all’esposizione messa in atto dalla sceneggiatura, come quando si fa riferimento al “bruciare da cima a fondo questo posto”.
I riferimenti religiosi non mancano mai in Westworld, e anche qui non può essere un caso che nella Bibbia il “fuoco” arrivi dopo l’alluvione.
Lo stesso Teddy potrebbe rappresentare la chiave di lettura per alcune dinamiche narrative ancora troppo offuscate, come la distinzione delle timeline e lo stato confusionale di Bernard: ponendo l’attenzione sui movimenti del Bernard che si risveglia in riva al mare (qui vi abbiamo parlato della possibilità che esistano più di tre diverse timelines), notiamo l’accanita ripetizione di un gesto, quello del guardarsi la mano capovolgendola sottosopra; lo stesso gesto era tipico di Teddy nella prima stagione, ogni qualvolta questo veniva riprogrammato dopo la morte, per poi risvegliarsi sul treno diretto a Westworld.
Non è da escludere che la pratica della rimozione/innesto del “cervello” androide, inaugurata in questa nuova stagione, possa condurre alla soluzione che nell’involucro di Bernard sia stata impiantata la coscienza di Teddy (il che potrebbe spiegare la frase di chiusura del primo episodio pronunciata da Bernard: “li ho uccisi tutti”, vista la grossa mole di vittime che conta e che probabilmente conterà Teddy in missione di rivolta, dopo aver eventualmente usato l’arma dell’OltreValle verso la quale è diretto con Dolores).
In un episodio che stilisticamente potrebbe rappresentare quanto di più bello si sia visto finora in Westworld (sospensiva ed evocativa la scena della dimostrazione per Logan al party, che si rifà orgogliosamente a quella del ristorante in Vanilla Sky col “supporto tecnologico”), la trama fa enormi passi avanti conducendoci a un’altra fondamentale nozione e a un nuovo personaggio centrale: il cognome di Logan è Delos, e James Delos è suo padre, nonché colui che investirà sul “progetto Westworld”.
Come notiamo in uno dei dialoghi con William, James Delos è malato (lo si intuisce dai colpi di tosse che gli impediscono la scorrevolezza discorsiva).
Approfittando dell’investimento, il signor Delos potrebbe aver avviato un programma di duplicazione della sua figura (la teoria dettagliata la trovate in questo articolo, a cura del nostro Antonio Casu) in accordo con William, e la crisi depressiva di Logan, sfociata nella dipendenza da droghe, potrebbe esserne una conseguenza.
Non a caso, una sua stessa citazione fa riferimento alla vita eterna che festeggiano gli investitori.
Chi è già “condannato” alla vita eterna sono Dolores e Maeve, e la scena del loro incontro è significativa proprio in quanto manifesto di introspezione esistenziale.
Qui viene messo in scena un teatro meta-narrativo che sublima la metafora dell’intero episodio: come stelle che “sono state scagliate al suolo”, Dolores e Maeve sono gli esegeti del loro stesso diniego; due surrogati di umanità scagliate in quell’appercettivo stagno che l’uomo/creatore chiama coscienza, interrogandosi sull’esistenza del libero arbitrio, proprio come due esseri umani.
Stelle scagliate nel “nostro” mondo.
Come due pesci in una bolla di vetro, le due identità ribelli di questa stagione parlano di ciò che possono soltanto vedere (o ricordare), apostrofando quello che è il concetto esposto con insistenza da più interpreti durante l’intero episodio: in un mondo in cui ogni passo viene mosso solo in funzione di un giudizio supremo alla fine della propria vita, anche morire non è più lo stesso.
Tutta la 2×02 di Westworld è una “scommessa di Pascal”, una sottolineatura all’aprioristico coraggio della fede, alla coazione della natura dell’uomo sull’uomo.
Il parco di Westworld si trasforma d’un tratto da dionisiaco ad apollineo, sotto l’occhio leso ma risollevato dallo sguardo interiore.
Così crolla il mondo vero, quando quello creato per gioco diventa perfino più giusto.
Quando quel mondo ti insegna a vivere ricordando di avere sempre un occhio sopra la testa.
Un mondo dove non ricordare vuol dire vivere da capo.
Ancora e ancora fino a fare, forse, la scelta giusta.
Avete mai visto niente di così splendido?
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Un saluto agli amici di Westworld Italia e Westworld – Italia