Con il debutto della terza stagione, è iniziato un nuovo capitolo per Westworld, più distante dagli scenari del selvaggio west a favore di un mondo futuristico altrettanto complesso. Per quanto sia intrigante e piacevole da scoprire, l’ambientazione cyberpunk ha portato la serie verso una svolta action che l’ha resa inevitabilmente più tamarra. Infatti sin dai primi episodi non sono mancate sparatorie, esecuzioni a sangue freddo e scene d’azione il cui unico scopo è quello dell’intrattenimento per il gusto dell’intrattenimento. Una formula che ritroviamo anche in scene fini a se stesse come il cambio d’abito di Dolores che, per quanto inutile per la trama, è comunque un piacere per gli occhi.
Questa nuova propensione verso lo spettacolo non è l’unica novità della terza stagione. Infatti, essendo uno dei prodotti di punta di HBO, Westworld è andata incontro a un’operazione di semplificazione (intrapresa anche da Game of Thrones) per poter raggiungere una platea più ampia. Già annunciato dagli autori, questo cambiamento non ci ha colto completamente di sorpresa. Ma di sicuro ci ha portato a riflettere sulla direzione che lo show sta prendendo.
La scelta di rendere la serie più lineare è la conseguenza di una seconda stagione troppo complessa e macchinosa, a tratti persino inguardabile per via dell’impossibilità di seguirne la trama. Infatti, per quanto sia stata apprezzata da molti fan di vecchia data, la seconda stagione ha trasformato lo show in un prodotto di nicchia, incapace di avere quell’impatto mediatico che ha da sempre contraddistinto l’HBO. Proprio per questo motivo, la casa produttrice statunitense ha realizzato di dover andare incontro a manovre e investimenti che potessero portare a migliori risultati.
Per poter ritornare al successo del passato e attirare l’attenzione di un pubblico più vasto, Westworld ha dovuto cambiare direzione e cercare di tornare alle origini.
La prima stagione è sicuramente quella che è stata in grado di raggiungere la perfezione grazie all’ottimo equilibrio fra profondità delle tematiche e scene d’azione dinamiche. Con la terza stagione, Westworld riesce in parte a ritrovare quella giusta proporzione fra introspezione e spettacolo. Infatti, oltre alle action scene, lo show propone anche delle riflessioni interessanti come quelle sull’identità, sull’autodeterminazione, sulla libertà e sull’eccessivo potere che viene dato alla tecnologia.
Tutto ciò ci viene illustrato in maniera estremamente diretta e comprensibile. Infatti, rispetto al passato, il numero ridotto delle trame permette agli spettatori di seguire le varie storie senza perdere il filo. Le vicende narrate sono lineari e per il momento non ci sono stati salti temporali particolarmente confusionari. Grazie a tutto ciò, la terza stagione è riuscita a riconquistare una concretezza e una solidità che l’hanno resa più accessibile rispetto alla seconda stagione. Ma forse fin troppo semplificata rispetto alla prima.
Se da un lato la nuova stagione punta verso una maggiore chiarezza, dall’altro rischia di andare incontro a un’essenzialità che potrebbe rovinare la serie.
Ne sono un esempio i personaggi di Dolores e Serac. La prima, da sempre una delle figure più importanti, sembra non aver più così tanto da dire come nelle stagioni precedenti. L’inarrestabile protagonista dalla sorprendente profondità e complessità sembra sia stata sostituita da una versione cyberpunk di Beatrix Kiddo (Kill Bill). Per quanto riguarda invece il secondo, sembra che con questa new entry lo show voglia rimpiazzare il compianto Robert Ford, di cui però Serac non ha né il carisma né la profondità. Almeno non per adesso.
Se i percorsi di Dolores e Serac potrebbero sollevare dei dubbi, quelli di Caleb (qui le considerazioni di Aaron Paul sul suo ruolo) e Charlotte invece sembrano essere molto più promettenti e stimolanti. La strada verso la libertà per il primo e la scoperta della propria identità per la seconda saranno sicuramente due dei punti focali, oltre che spunti di riflessione per gli spettatori.
Con i suoi primi tre episodi, la terza stagione di Westworld ha dimostrato di essere molto più accessibile ma non ancora completamente all’altezza della prima.
L’ambientazione cyberpunk, le scene d’azione e i nuovi personaggi sono alcuni degli elementi che hanno dato una maggior apertura e concretezza a una serie che pur non essendo completamente tornata alla gloria dei suoi esordi potrebbe ancora stupirci ed entusiasmarci.
Tuttavia, manca ancora molto prima della conclusione di questo nuovo capitolo. Se abbiamo imparato qualcosa da Westworld è che la serie non ha paura di ribaltare completamente la situazione, stravolgendo ciò che avevamo visto fino a quel momento. Considerando che il tema della simulazione in una simulazione è stato già affrontato due volte in tre episodi, non è poi così assurdo aspettarsi un colpo di scena che ci faccia ricredere su tutto ciò che sappiamo. Non ci resta altro che continuare a seguire la creazione di Nolan e Joy per scoprirlo.