Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla 1×02 di Westworld.
Se si cerca sulla Treccani il significato del termine “fordismo”, si trova la seguente definizione: “Sistema di organizzazione e politica industriale, attuato a partire dal 1913 da Henry Ford nella sua fabbrica di automobili. Basato sui principi del taylorismo, mirava ad accrescere l’efficienza produttiva attraverso una rigorosa pianificazione delle singole operazioni e fasi di produzione, l’uso generalizzato della catena di montaggio, un complesso di incentivi alla manodopera”.
Se si guarda il secondo episodio della prima stagione di Westworld, il fordismo potrebbe rivelarsi essere una religione. Il protagonista è ovviamente il dottor Robert Ford, la cui trasformazione da deus ex machina a dio delle macchine di Westworld dovrebbe essere solo una questione di tempo. Henry e Robert Ford, alla faccia delle apparenze, potrebbero avere tantissimo in comune. Se si ragiona un attimo, l’associazione è immediata: il primo ha trasformato gli uomini in macchine, escludendo dal discorso l’anima del singolo. Il secondo potrebbe avere in testa il processo contrario: trasformare le macchine in uomini, mettendo in gioco l’anima del singolo. Senza creare un’anima collettiva, tuttavia, giocare a fare Dio potrebbe essere estremamente pericoloso, ma prima di andare avanti è indispensabile fare un punto della situazione.
Il nuovo Dio, l’elisir dell’immortalità e una possibile vendetta
I primi due episodi di Westworld hanno messo in luce da subito un personaggio misterioso ed affascinante. Individuare un protagonista assoluto è pressoché impossibile, ma se qualcuno ci puntasse una pistola per obbligarci a dare una risposta, opteremmo sicuramente per Robert Ford.
Le intenzioni reali del dottore interpretato da Anthony Hopkins non sono ancora esplicite. Le scopriremo a breve, forse. Oppure a fine stagione, chissà. Quel che è certo è che non manca lo spazio per elaborare una prima teoria al riguardo. Il dottor Ford potrebbe aver inserito intenzionalmente un bug in alcuni host (con o senza l’aiuto di Bernard), capace di farli evolvere gradualmente in esseri viventi pienamente coscienti. In parole povere: il dottor Ford gioca a fare Dio, Bernard potrebbe essere un Gesù sui generis e lo strano comportamento mostrato da alcuni host (Dolores e suo padre nel primo episodio, Maeve e ancora Dolores nel secondo) costituirebbe quindi una prima fase della concretizzazione di un piano lungo almeno 30 anni.
Gli elementi che confermerebbero la teoria sono stati esposti da Vincenzo Bellopede nella recensione della 1×02 di Westworld, e porterebbero a comprendere meglio le intenzioni di Ford: trasformarsi in un Dio che plasma una prima generazione di uomini non uomini, ricercando in essa l’unico compromesso possibile per trovare la chiave dell’immortalità. Ford, d’altronde, ha fatto un riferimento a Lazzaro nel pilot, e l’affermazione sembra tutto meno che casuale.
Ma non finisce qui, affatto: quella di Ford, oltre ad essere spinta da una tendenza narcisistica che tende alla mania d’onnipotenza, potrebbe essere anche una vendetta. Nei confronti dell’amministrazione che ha fatto delle sue creature delle volgari attrazioni per ricchi alla ricerca di nuovi stimoli, per esempio. Dare una risposta sicura a riguardo è al momento impossibile ma la citazione shakespeariana, chiave di lettura e di trasmissione del bug che sta trasformando gli host in esseri viventi attraverso le esperienze più dure della loro esistenza finora inconsapevole, potrebbe confermare l’ipotesi: “Queste gioie violente hanno violenta fine”, ripetono continuamente gli host infettati. Il gioco sta per finire e il dissotterramento della pistola da parte di Dolores (guidata non a caso da Bernard) rafforza l’idea. Prima la foto, poi un’arma capace potenzialmente di colpire gli uomini: quale sarà il prossimo passaggio?
La religione come strumento di potere
L’introduzione di una religione all’interno di Westworld, forse. Si torna al punto di partenza: il libero arbitrio è uno strumento difficile da maneggiare, specie se si è esseri viventi alle prime armi. Ford potrebbe aver creato una generazione pericolosissima di host coscienti, difficili da controllare. Impossibili da controllare, forse. Le creature potrebbero sfuggire al controllo del creatore, dando vita ad una società pericolosamente anarchica.
Anche in questo caso la teoria è poco più di una suggestione, ma la nuova sceneggiatura alla quale fa riferimento Ford in chiusura di episodio potrebbe dar vita ad una prospettiva intrigante: un Dio non esiste, se non ha un esercito di fedeli alle spalle. La croce sulla quale indugiano diverse inquadrature potrebbe essere intesa in questo senso: l’anima di un singolo impedirà probabilmente la concretizzazione dell’utopia dell’immortalità, ma un’anima collettiva, plasmata sotto forma religiosa, avvicinerebbe Ford alla sua idea di Dio. E il fordismo ad una nuova concezione nella quale un’offerta di mercato, quella di uno spirito guida capace di radunare un popolo, si sostituirebbe all’offerta di mercato rappresentata dalle Ford di inizio Novecento. Un’esigenza creata artificialmente, in entrambi i casi. Robert Ford avrebbe a quel punto un intero esercito a disposizione ed “un nuovo mondo” da plasmare e a cui far spiccare il volo verso una destinazione a lui stesso ignota.
I prossimi episodi ci daranno molte risposte a riguardo, ma una cosa è certa: se queste sono le premesse, Westworld ci farà impazzire. E le teorie si sprecheranno manco fossero create da una catena di montaggio. In memoria di Henry Ford, sulle tracce di Robert Ford.
Antonio Casu
Un saluto agli amici di Westworld Italia!