Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla 1×07 di Westworld.
Westworld ha svoltato definitivamente. La 1×07 della nuova serie tv della Hbo ha cambiato le carte in tavola, rimettendo in discussione vecchi interrogativi e creandone degli altri. Abbiamo avuto tante risposte, più di quante potessimo sperare di riceverne solo due settimane fa, ma i punti interrogativi continuano ad accavallarsi. Abbiamo capito che Robert Ford, deus ex machina di Westworld, è il vero villain. Abbiamo capito che Arnold, qualunque forma abbia, è al momento l’unico in grado di contrastarlo. Abbiamo capito che la Delos vede nel parco divertimenti un semplice anello di un disegno più grande. Abbiamo due schieramenti più o meno definiti, ora. E un personaggio oscuro nel mezzo. Oscuro quanto il bianco che si dipinge di nero sulle note di un capolavoro dei Rolling Stones. Come uno spirito del quale non conosciamo manco il nome, seppure possiamo immaginarlo. Oppure un uomo in nero che cerca disperatamente la chiave di volta di Westworld. Forse, però, è possibile dargli un’identità fin da ora, e capire di conseguenza che la polarizzazione tra bianco e nero è solo una questione di prospettive.
Il percorso esistenziale del Man in Black
La nostra teoria prende piede attraverso un’altra ipotesi che si sta consolidando episodio dopo episodio: sono due le dimensioni temporali attraverso le quali stiamo vivendo l’esperienza di Westworld e il Man in Black, in realtà, potrebbe essere William. Due facce della stessa medaglia, frutti di un percorso esistenziale che ha portato un uomo dai tratti romantici a prendere il nero. Westworld non è un semplice gioco, d’altronde. E William l’ha capito da subito, scoprendo nelle contraddizioni l’essenza più pura della sua anima. L’anarchia, in fondo, non è altro che una conseguenza della ricerca disperata di un ordine personale.
La corrispondenza tra il Man in Black e William è molto più di una suggestione, e gli occhi azzurri non sono certo l’unico aspetto che ci porta a pensarlo. Decidiamo di darla per certa e continuiamo. Sappiamo poco del personaggio interpretato da Ed Harris, ad esclusione di tre dettagli da tenere in grande considerazione: nella vita di tutti i giorni ha mezzi e risorse per cambiare il destino di vite umane al confine con la morte, ha avuto un ruolo nel salvare Westworld dalla rovina ed è l’unico uomo che si può permettere di chiamare Robert Ford col suo nome di battesimo. Mica male, se si pensa che dovrebbe essere un semplice cliente.
Un brevissimo scambio di battute con un visitatore ci ha fatto fatto capire che lui, fuori da Westworld, potrebbe essere un filantropo. Non è detto che lo sia, tuttavia. Il Man in Black, in linea teorica, potrebbe essere il proprietario di un’azienda che si occupa della sostituzione di organi umani danneggiati con altri artificiali. Oppure intere parti del corpo. A prescindere da quanto sia lontano il futuro nel quale è ambientato Westworld, lo sviluppo di una tecnologia del genere farebbe di un’azienda un colosso mondiale. Un po’ come la Delos, proprietaria del parco divertimenti che possiede la proprietà intellettuale sui codici di sviluppo degli host. Grazie alle parole di Charlotte Hale, la 1×07 ci ha dato diverse risposte sugli intenti dell’azienda per la quale lavora: la Delos non è interessata ad offrire un intrattenimento ad una schiera di ricconi annoiati. Si concentra principalmente sullo sviluppo tecnologico degli host. Se a questo si aggiungono i riferimenti continui di Logan all’azienda della sua famiglia, pronta ad investire su Westworld approfittando della crisi economica che la condiziona nel presente nel quale interagisce con William, il vice che probabilmente scalzerà il futuro cognato nelle gerarchie, prende piedi un’ipotesi suggestiva: il Man in Black, alias William, non è altro che il proprietario della Delos.
State pensando che la teoria sia campata in aria? Torniamo al confronto del Man in Black con Robert Ford e poniamoci qualche domanda. Cosa lega i due al punto da permettere al primo di chiamare il secondo col nome di battesimo? Perché si conoscono tanto bene? Al momento sappiamo solo l’uomo in nero ha salvato Westworld, ma in che modo? Indizi, semplici indizi. Non c’è una prova, solo un’affascinante suggestione che potrebbe prendere corpo da qui a fine stagione.
L’ultima tappa del Man in Black. Oppure la prima
Se l’ipotesi venisse confermata, una domanda sorgerebbe spontanea: perché il proprietario della Delos dovrebbe interessarsi tanto a cercare il labirinto di Arnold all’interno di Westworld? La risposta, in questo caso, sarebbe semplice: eliminare definitivamente Ford, i cui intenti interferiscono fastidiosamente con quelli della società. La 1×07 ha palesato che farlo fuori non sarà affatto semplice e Theresa l’ha capito a carissimo prezzo. Arnold, vivo o morto che sia, è l’unico che potrà contrastarlo fino in fondo. Attraverso il percorso di avvicinamento del Man in Black, probabilmente. Ma non finisce qui. William, l’uomo che sta capendo chi è grazie a Westworld, non vuole più abbandonare un parco suo solo sulla carta. E forse vuole farne un mondo reale, nel quale la morte non è più un’esclusiva degli host. Potrebbe voler fare degli androidi e degli uomini una cosa sola, all’interno di Westworld attraverso la morte e all’esterno, paradossalmente, per mezzo di un’immortalità potenziale incarnata dal massimo sviluppo possibile della tecnologia medica.
L’ultima tappa dell’avventura del Man in Black potrebbe essere la prima di un’altra, ancora più affascinante. William potrebbe dare una forma alla libertà utopica di Arnold mettendo fine all’incubo nichilista di Ford. Host e uomini, a quel punto, diventerebbero facce della stessa medaglia, ridefinendo l’insostenibile pesantezza dell’essere umani. In fondo, il nero non è altro che una versione più sincera del bianco, il prezzo da pagare per essere veramente liberi. Alla faccia di un Dio che vuole negarci la scelta di vivere, non possiamo non stare dalla parte di Prometeo.
Antonio Casu
Un saluto agli amici di Westworld Italia!