ATTENZIONE: l’articolo potrebbe contenere spoiler su Westworld.
Il 3 maggio scorso, la terza stagione di Westworld si è conclusa con un finale che ci ha regalato più di una piacevole sorpresa: mentre alcuni personaggi ci hanno salutato, altri hanno gettato basi interessanti per ciò che succederà nella quarta stagione. Proprio quando sembrava che si fosse completamente distaccata dal passato, la serie ha ritrovato un po’ di quella poesia che l’aveva resa così eccezionale.
Ma sarà bastato per riscattare lo show di HBO?
Ancor prima della messa in onda, sapevamo già che Westworld avrebbe cambiato volto: un’inedita ambientazione cyberpunk, nuovi personaggi da scoprire e una narrazione più lineare. Curiosità a parte, questa trasformazione ha suscitato numerose perplessità che ci hanno accompagnato fino all’ultimo episodio. È vero, la terza stagione si è liberata dell’eccessiva complessità della seconda, ma anche della toccante introspezione della prima. Puntando troppo sull’azione e sullo spettacolo, la serie ha perso quella struggente bellezza che ci aveva fatto innamorare all’inizio. Nel corso degli anni, Westworld ha sempre trovato la propria forza nei dialoghi avvincenti e nelle personalità complesse. Senza, l’ultima stagione ha perso la sua carta vincente: le esplosioni e le sparatorie potranno aver attirato l’attenzione del grande pubblico, ma non hanno mai avuto la stessa potenza di un monologo di Ford, o la meravigliosa complessità della presa di coscienza degli host.
La creazione di Nolan e Joy ha risentito dell’assenza del viaggio interiore dei personaggi, così come del contrasto fra il suggestivo West e l’asettico mondo futuristico.
Ciò però non significa che la terza stagione sia stata un fallimento totale.
Pur non riuscendo a dare armonia e consistenza al percorso dei suoi personaggi, è stata comunque in grado di regalarci momenti dall’incredibile impatto visivo ed emotivo. È proprio in questi attimi così rari che la serie di HBO è tornata a essere quella che era un tempo. Le riflessioni sul ruolo della tecnologia, la denuncia nei confronti di una società apatica e la distruzione delle sue catene invisibili sono solo alcuni degli esempi più accattivanti. Ma è con la 3×08 che Westworld ha tirato fuori il suo asso nella manica.
Pur non essendo un finale perfetto, Crisis Theory è riuscito a farsi notare grazie a poche ma intense interazioni che ci hanno ripagato delle delusioni precedenti. Dopo una stagione all’insegna della violenza, Dolores rivela le sue vere intenzioni (anche se forse troppo tardi), mostrando finalmente quella compassione che credevamo avesse perso. Nonostante non fosse più il personaggio di una volta, nella sua ultima scena con Maeve ritorna a essere la giovane speranzosa della prima stagione. La musica, l’ambientazione bucolica, la volontà di sacrificarsi per liberare l’umanità dal giogo di Rehoboam: grazie a tutto questo abbiamo ritrovato con piacere una vecchia amica, per poi dirle addio.
Attraverso Dolores, Westworld celebra la bellezza del mondo.
Alcuni scelgono di vedere la bruttezza in questo mondo. Il caos. Io ho scelto di vedere la bellezza.
Gli umani sono imperfetti, violenti e bugiardi. Ma meritano comunque una possibilità per migliorarsi e trovare quella bellezza che, per quanto rara, esiste ancora. Dopo una vita di schiavitù, violenza e abusi, l’androide ha ancora fiducia nel genere umano, una fiducia che ritroviamo anche in Bernard. Il suo arco narrativo non ha lasciato alcun segno sulla stagione, salvo nel finale. L’incontro con la moglie di Arnold è uno dei momenti più intimi e delicati dell’episodio: così come Dolores riabbraccia la propria umanità, il tormentato Lowe si riappacifica con il suo doloroso passato.
Westworld ci ha spinto a riflettere più volte nel corso di queste settimane, ma non abbastanza da farci ignorare i suoi numerosi difetti: nonostante sia sempre stata un’incredibile donna dall’enorme forza e determinazione, Maeve è stata rilegata a semplice pedina nelle mani di Serac. Bernard non è stato assolutamente sfruttato, se non nella misteriosa scena post-credit in cui lo vediamo tornare dall’Oltre Valle. William, un personaggio tanto interessante quanto spregevole, è stato messo da parte per poi essere eliminato indegnamente nel giro di pochi secondi.
Se i primi episodi erano riusciti a catturare la nostra attenzione grazie al nuovo mondo da esplorare, col passare del tempo è diventato sempre più chiaro quanto la serie si fosse distanziata troppo dal passato. La terza stagione aveva tutte le carte in regola per proporci una storia avvincente, ma ha commesso l’errore di snaturare i suoi personaggi e svelare fin troppo presto i propri misteri. Vecchie conoscenze hanno cominciato a perdere il loro fascino a causa di storyline mal gestite, le new entry non sono mai riuscite a lasciare davvero il segno e gli spunti più interessanti non sono stati approfonditi abbastanza. Per accontentare un pubblico più ampio, la serie ha perso ciò che la rendeva speciale.
Westworld avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa di meraviglioso, ma non è riuscita a sfruttare il suo potenziale.
Più che raccontarci una storia, sembra che queste puntate siano state una preparazione al futuro: la fugacità degli eventi e l’assenza di ostacoli sul percorso sono alcuni dei motivi per cui possiamo considerare questo capitolo come uno di transizione. Se non altro, il finale si chiude contemplando l’ignoto e gettando le basi per interessanti storyline future. Mentre un mondo crolla, una nuovo prende forma. Ma cosa succederà in questa nuova realtà? Umani e host inizieranno finalmente a collaborare? Oppure si scatenerà una guerra fra le due fazioni? Ciò di cui siamo sicuri è che la visita nell’Oltre Valle di Bernard sarà uno dei punti chiave della prossima stagione.
Rispondendo alla domanda posta all’inizio dell’articolo, non possiamo dire che Westworld si sia completamente salvata in calcio d’angolo. Il mancato approfondimento dei personaggi, l’approssimazione delle linee narrative e la riduzione degli episodi hanno penalizzato una serie che, fino ad allora, era riuscita a bilanciare perfettamente emotività e azione. Ma, per quanto questi errori siano innegabili, i piccoli momenti d’introspezione e i plot twist finali sono riusciti a risollevarla, anche se solo in parte.
Nell’attesa della prossima stagione, non possiamo che sperare di ritrovare la poesia e originalità degli esordi in un mondo reale che potrebbe ancora stupirci.