It doesn’t look like anything to me
“Hai mai messo in dubbio la natura della tua realtà?”
La fotografia è solo il primo di tanti elementi a cui più androidi dovranno approcciare durante lo show. A differenti “macchine” verranno mostrate foto del mondo reale e gli verranno poste domande inerenti. Conseguenza di ciò è la risposta automatica dell’androide di turno. “Non mi dice niente” è molto più di un affermazione, è il punto focale di un esistenza pilotata e costruita ad hoc.
In Westworld nulla è lasciato al caso. Ogni androide vive una giornata narrativamente ben inserita e vincente anche nel suo piccolo e ritagliato ruolo di contorno. Proprio come accade nella realtà, il parco a tema è variegato e saturo delle sue storie. Il barista, la prostituta, la contadina, il vecchio ubriaco, tutti vivono la loro piccola storia nel macrocosmo dell’intero sistema.
“Ho scelto di vedere la bellezza in questo mondo”
Eppure il gioco è molto più di questo ma risulta ignoto agli occhi dei suoi protagonisti. Un gioco di violenza e sevizie mascherato da una commovente bellezza. I sentimenti, i paesaggi, le storie che i residenti vivono sono reali e in quanto tali fortemente caratterizzanti per il personaggio. L’androide non vedrà mai qualcosa che stoni con il mondo che ha imparato a conoscere e nel quale vive. I suoi occhi non sono programmati per farlo. I suoi occhi non gli diranno mai nulla, egli ha scelto di vedere la bellezza in questo mondo. Seppur con la sua follia e inquietante distopia loro vivono un’esistenza bella, migliore della nostra. Un’esistenza in cui non si pongono domande e ogni brutto ricordo ed esistenza viene cancellata prontamente.