Sulle note della canzone Brain Damage dei Pink Floyd, si susseguono alcune scene attraverso le quali è possible percepire l’arrivo di un nuova figura interpretata da Aaron Paul. Inoltre, il trailer svela che la terza stagione di Westworld farà il suo ritorno nel 2020.
Lanciato durante la trasmissione della puntata finale di Game of Thrones (si sa, la HBO fa le cose in grande), il trailer di Westworld 3 non svela a che serie tv fa riferimento sino alla comparsa di un volto familiare: quello di Dolores.
Le aspettative
La voce fuoricampo dell’ex attore di Breaking Bad accompagna i suoi movimenti nel trailer, dicendo:
Dissero che avrebbero costruito un mondo migliore, smussandone gli spigoli e le imperfezioni. Ma era una bugia. Penso che gli spigoli e le imperfezioni siano l’unica cosa a cui sono aggrappato.
Siamo aggrappati anche noi a questi spigoli e imperfezioni per capire cosa accadrà? Certo è che quando si parla di Westworld è tutto un gioco di teorie e supposizioni. È molto probabile che Dolores debba trascorrere del tempo nel mondo reale, considerato quello a cui assistiamo nel trailer. E poi non dimentichiamo che la seconda stagione ci aveva lasciati con la sua fuga da parco.
Inoltre, secondo quanto dichiarato da Lisa Joy, è probabile che Dolores e Bernard entrino in qualche tipo di conflitto. D’altronde la prima non è più la ragazzina docile e remissiva vista nel pilot della serie, mentre Bernard è per sua natura riflessivo e curioso. Le loro differenze potrebbero raggiungere un punto di massima opposizione. Queste le parole delle Joy:
Potrebbero persino uccidersi tra loro. Ma lei ha capito che la libertà non nasce dalla mancanza di dissenso, dal dominio dittatoriale o totalitario di una serie di ideologie, quanto piuttosto da una pluralità di idee che talvolta possono entrare in conflitto. Ha imparato la lezione e quindi ha deciso di riportare Bernard in questo mondo perché possa controllarla, in qualche modo.
Che sia proprio questo conflitto il punto focale di Westworld 3? Ovviamente non lo sappiamo, ma l’idea ci piace. E ci piace ancor di più che il protagonista possa essere il nostro Jesse Pinkman from Albuquerque, New Mexico. Magari sarà combattuto tra un ipotetico amore per Dolores e la scelta di schierarsi dalla parte del bene rappresentata da Bernard.
La nuova ambientazione
Ciò che sembrerebbe destare pochi dubbi è che finalmente ci siamo spostati fuori dal parco. Mai dire mai con Westworld, però non pare azzardato ipotizzare che le vicende della Delos e dei nostri amici robot siano diventate una questione di “Sicurezza nazionale”. Una breve occhiata al mondo esterno che ci fa volare con la fantasia e alimenta le congetture. Due scene in particolare catturano la nostra attenzione. La prima in cui vediamo Aaron Paul attuare quello che sembra un furto (magari proprio ai danni della Delos). L’altra dall’alto valore simbolico, in cui lo vediamo aprire gli occhi in un modo che ricorda la Dolores della prima stagione. Forse ci stanno dicendo che in realtà la città che vediamo è un altro parco e che il personaggio di Aaron Paul è un host?
E tutti gli altri?
Rimangono enormi dubbi sugli altri. Praticamente sono tutti morti, ma in Westworld, come sappiamo, la morte non è un ostacolo insormontabile. Emily, Elsie, Sizemore sono passati a miglior vita e probabilmente anche i personaggi al sicuro nella realtà digitale custodita nella Forge non dovrebbero tornare. Lisa Joy ha commentato l’inaccessibilità di questo mondo:
Gli umani non possono più accedervi, se ne sono andati, sono in un posto che non possiamo toccare. Questo è un interessante corollario per me. Anche le religioni e le mitologie si confrontano con questo, l’idea di un paradiso o di un nirvana in cui non devi più essere legato al tuo corpo, puoi essere puro e libero. Una sorta di vita ultraterrena digitale per loro.
Dobbiamo aspettare il 2020 per avere delle risposte, sempre che gli showrunner ci facciano la cortesia di darcele. Il tempo per mangiarsi la testa e farci divorare da una spasmodica attesa c’è. Noi vi consigliamo un bel rewatch di ripasso.