Se pensiamo alla serialità degli anni ’90, non possiamo non citare Willy Il Principe di Bel-Air, serie tv andata in onda, in Italia, tra il 1993 e il 1996. Protagonista della sit-com era Will Smith, in una versione più esagerata di sé stesso: con il ruolo di Willy, ragazzo nero di Filadelfia che lascia la sua vita per trasferirsi nella ricca Bel-Air a casa dei ricchi zii Banks, l’attore ha raggiunto il successo planetario e la sit-com è diventata il trampolino di lancio della sua carriera. Ma, per quanto tutti amino Willy, c’è un altro personaggio che non abbiamo ringraziato abbastanza per aver reso memorabile i nostri anni ’90 e non solo: stiamo parlando di Carlton Banks, il cugino snob e a tratti insopportabile di Willy, interpretato nella serie da Alfonso Ribeiro.
Ecco perché non abbiamo ringraziato abbastanza Carlton in Willy Il Principe di Bel-Air
Lo incontriamo, per la prima volta, nel pilot di Willy Il Principe di Bel-Air, dove, mentre Willy si faceva notare per le Air Jordan, le maglie da basket dai colori fluo e il cappellino con visiera portato nei modi più assurdi, Carlton ci viene presentato come il suo totale opposto. Maglione rosa sulle spalle, pantaloni dal taglio classico, scarpe da barca, passione smodata per Tom Jones, più basso di statura di Willy, ma con un ego non indifferente e un’aria da ricco snob che solo Ribeiro poteva rendere sopportabile. Con questo aspetto, nessuno all’epoca poteva sospettare che, invece, Carlton avrebbe avuto un arco evolutivo che lo avrebbe portato a essere più del cugino di Willy, più del suo opposto in termini di background e apparenza.
Nel corso delle stagioni, infatti, attraverso di lui, gli autori della sit-com esplorano tematiche come il razzismo sistemico, il concetto di privilegio in termini di classe, il sentimento di appartenenza alla comunità nera in America. Carlton nasce e cresce a Bel-Air, all’ombra della ricchezza di Philipp Banks, coccolato come solo un principe può essere. In contrasto con lui, Willy nasce e vive a Filadelfia, imparando a cavarsela da solo e a considerare dei fenomeni da baraccone i ragazzi ricchi come Carlton. Per Willy, il cugino rappresenta il nuovo ambiente in cui si trova a vivere e in cui teme di perdere la propria identità. Mentre Carlton, inizialmente, guarda con aria di superiorità Willy, per poi esserne intimorito: Willy è oggettivamente più figo, sa come muoversi con le ragazze, riesce a cavarsela sempre.
Eppure, in un punto della prima stagione, la loro dinamica cambia e Carlton inizia a vedere in Willy un amico e un alleato: nell’episodio 6 della prima stagione di Willy Il Principe di Bel-Air, Willy e Carlton vengono arrestati perché sorpresi alla guida di una Mercedes, che avrebbero dovuto guidare fino a Palm Springs come favore verso Mr. Furth, uno dei soci d’affari di Zio Phil. Per la prima volta, Carlton e Willy collaborano perché, al contrario del primo, il secondo sa benissimo come muoversi quando si ha a che fare con le forze di polizia e si è un giovane nero in America. Per la prima volta, inoltre, Carlton arriva a prendere coscienza del suo privilegio in quanto afrodiscendente ricco e scopre che, al di là dei soldi di suo padre, lui non può essere sempre al sicuro. Con questo episodio, l’aria supponente di Carlton e la sua facciata da sbruffone si incrinano e noi impariamo a vedere le insicurezze del giovane uomo che è. Lo rendono più umano e vero e ce lo fanno apprezzare sempre di più.
Attraverso il rapporto con Willy, Carlton modula alcuni lati del suo carattere, derivati dal background e dal modo in cui è cresciuto: Carlton è un repubblicano, crede nel capitalismo, venera suo padre e desidera compiacerlo più di ogni altra cosa. Sarà proprio su quest’ultimo punto che il personaggio evolverà e darà al pubblico alcune importanti lezioni. Quando non viene ammesso a Princeton – mentre con sua somma sorpresa Willy entra con riserva – Carlton inizia a interrogarsi sul suo futuro e se ciò che ha sempre immaginato che sarebbe stata la sua vita altro non è che la proiezione dei desideri paterni e del suo bisogno di rendere orgoglioso suo padre.
Oggi, ancora ci ricordiamo di Carlton Banks non solo per la sua iconica Carlton Dance – a quanto pare ispirata da Courtney Cox – sulle note di It’s not unusual – e che è stata addirittura inserita come danza della vittoria in Fortnite, senza il consenso dell’attore e provocando così una battaglia legale con Ribeiro – ma anche perché Carlton è un personaggio complesso, difficile da inserire in una sola categoria: anche se siamo spesso in contrasto con quanto dice e pensa, c’è in lui un’autenticità che ce lo rende caro, proviamo per Carlton un sentimento autentico, anche di fastidio, certo, proprio perché, al di là di molti dettagli, ci rappresenta, più di Willy.
Tutti siamo stati oggetti di scherno come Carlton, siamo stati spesso derisi per il nostro modo di vestire, di parlare, di essere, ma Carlton ci insegna che va bene essere stravaganti, va bene non essere sempre i più fighi, essere insicuri, scoprire di voler cose diverse da quelle che i nostri genitori speravano che ottenessimo nella vita. Carlton Banks ci ricorda che va bene essere autentici e difficili da categorizzare, non piacere a tutti, ma imparare a piacere a noi stessi in primis. Carlton Banks è una vera icona degli anni ’90 e non solo e noi non lo abbiamo ringraziato abbastanza per questo.