Le narrazioni intorno alla strepitosa ascesa dei Los Angeles Lakers nel basket statunitense negli anni Ottanta e al loro leggendario Showtime sono innumerevoli, ma poche hanno raggiunto il livello di Winning Time, che grazie a una serie di firme prestigiose si caratterizza come una serie tv in grado di inquadrare al meglio lo sviluppo di una delle squadre culto dello sport mondiale, capace non solo di lasciare il proprio segno a fondo sul mondo del basket, ma in generale sull’intera società americana.
La prima stagione di Winning Time – L’ascesa della dinastia dei Lakers ha visto la luce nel 2022, con dieci episodi prodotti da HBO che hanno raccontato l’avvento di Jerry Buss alla guida della franchigia californiana, in un momento complesso per tutto il sistema, e il suo tentativo di cambiare per sempre la squadra e il basket stesso, raggiungendo dei risultati che probabilmente nemmeno lui avrebbe immaginato con le sue straordinarie capacità e i rischi imprenditoriali che si è assunto. Winning Time è stata una delle tante grandissime serie che hanno popolato un fantastico 2022, capace di diventare un vero e proprio punto di riferimento nel proprio genere, ma nel nostro paese ha faticato a imporsi, soprattutto per motivi culturali: è tempo che anche l’Italia recuperi a pieno questo titolo, che ha il pregio di raccontare con maestria una storia fondamentale per lo sport americano.
Le grandi firme di Winning Time
Nello stendere un elogio di Winning Time non si può non partire dai suoi aspetti strutturali, che sono il bigliettino da visita perfetto per presentare la serie. Prima di tutto, Winning Time è una grandissima produzione, che mette insieme firme molto prestigiose, da quella di HBO a quella di Adam McKay, presente in veste di produttore esecutivo della serie e regista dell’episodio pilota. L’opera muove i suoi passi, poi, da un libro molto importante nella narrativa sportiva americana, ovvero Showtime: Magic, Kareem, Riley and the Los Angeles Lakers Dinasty of the 1980s, scritto da Jeff Pearlman. Infine, dulcis in fundo per così dire, la serie può contare su un cast di altissimo livello, con interpreti del calibro di Adrien Brody, John C. Reilly e Jason Clarke.
La firma di Adam McKay imprime alla serie la proverbiale frenesia del regista, che insieme al grande cast si pone come condizione d’esistenza importantissima per raccontare una vicenda che travalica anche i confini dello sport, e questo elemento è ciò che aggiunge ancora più significato alla narrazione. Raccontare l’ascesa dei Lakers negli anni Ottanta non significa illustrare solo una leggendaria storia di sport, ma implica anche entrare a fondo nella storia recente americana, andando a sviscerare molti grandi fenomeni culturali che hanno segnato il secondo Novecento in America, che si riflettono a pieno nello sport, dal razzismo all’esplosione di determinate sottoculture urbane. Winning Time riesce nel suo intento, raccontando una storia di sport che ha dei connotati sociali e culturali enormi e avvalendosi di tutta una serie di firme eccellenti, che hanno garantito il successo della serie.
L’impatto dei Lakers sull’America
Riallacciamoci un attimo a quanto detto sopra e andiamo a spiegare perché l’ascesa dei Los Angeles Lakers sia un momento di transizione fondamentale per l’intera cultura americana, e non solo, visto che molto spesso gli Stati Uniti sono poi riflesso del mondo intero, soprattutto a livello culturale e mediatico. Il basket in America, un po’ alla stregua del calcio in Italia, non è semplicemente sport, ma è vera e propria cultura: per questo motivo narrarne un momento così importante significa entrare a fondo nella storia americana.
Innanzitutto Winning Time, raccontando l’ascesa dei Lakers, si configura come una grande metafora del sogno americano, del partire dal basso per scalare la vetta, uno dei principi dell’establishment culturale a stelle e strisce. Prima del 1980, anno del primo anello vinto sotto la gestione Buss, i Los Angeles Lakers non vincevano un titolo NBA dal 1972 e addirittura prima di quello erano a secco dai gloriosi anni Cinquanta. L’avvento di Jerry Buss alla presidenza della franchigia ha portato in dote la vittoria di ben cinque anelli solo negli anni Ottanta: uno in meno di quanto i Lakers avevano vinto in tutta la loro storia fino al 1980. Anche i non esperti di pallacanestro capiranno l’impatto che ha avuto Buss sulla squadra e perché la parabola dei Lakers disegna in pieno il proverbiale “American dream”, ma oltre ai risultati e ai titoli c’è molto di più.
Negli anni Ottanta i Lakers non sono diventati solo una delle squadre più forti di sempre dello sport americano, ma anche una delle più rilevanti culturalmente, capaci di espandere tutto l’universo legato al basket nel paese. Gli anni Ottanta sono, in generale, un periodo di grande transizione nel basket americano, che stava vivendo un periodo di profonda crisi e ha saputo rinnovarsi soprattutto grazie proprio all’opera di Buss coi Lakers, decisiva per risollevare l’intero movimento guidandolo verso la spettacolarizzazione che lo caratterizza oggi.
La grande cultura legata al basket che oggi domina la società americana deve molto a quei Lakers e al loro gioco spumeggiante, lo Showtime, che ha avuto il pregio di rendere le partite un vero e proprio spettacolo, alla stregua di un film o di un’esperienza a teatro. Questo mutamento ha avvicinato moltissime persone al basket, divenuto uno sport non più solo per tifosi, ma per cultori, esteti e semplici curiosi. I Los Angeles Lakers di Buss hanno letteralmente salvato il basket americano e lo hanno portato verso un’altra dimensione, nella vita quotidiana degli americani, e Winning Time racconta con cura questo lavoro, sottolineando la visione e le capacità imprenditoriali del manager, decisivo nella sua spinta verso la spettacolarizzazione salvifica di questo sport.
Winning Time è la serie perfetta per avvicinarsi all’NBA
Oggi la portata culturale del basket americano è enorme, lo vediamo anche in tanti aspetti quotidiani, dall’onnipresenza del merchandising legato all’NBA alle apparizioni sempre più costanti delle grandi stelle di questo sport anche in altri ambienti. Il basket americano è diventato un vero e proprio spettacolo, ammirato e seguito da appassionati in tutto il mondo, e ha una sua cultura ben codificata. Quello che è oggi il basket americano si riconduce, in gran parte, all’ascesa dei Los Angeles Lakers e al lavoro di Jerry Buss e Winning Time racconta questa matrice con una maestria unica.
La pallacanestro in Italia, nonostante una crescita importante negli ultimi anni, ha ancora dei margini d’espansione. Come molte altre discipline subisce il dominio del calcio, ma si scontra anche con altri fattori come l’assenza di un grande movimento nazionale. Tuttavia, il numero di appassionati sta crescendo e Winning Time rappresenta un’opera perfetta per avvicinarsi a questo mondo, per capire realmente la portata del basket americano e anche per conoscere alcuni grandi volti di questo sport, da Magic Johnson al suo eterno rivale nei Boston Celtics Larry Bird, fino a Kareem Abdul-Jabbar e allo storico tecnico Pat Riley.
Winning Time offre uno spaccato ricchissimo di un momento fondamentale non solo dello sport americano, ma dell’intero Paese. È la serie perfetta per capire le radici di un movimento che oggi è dominante a livello culturale, che ha le sue ampie ripercussioni anche nel nostro Paese. In attesa che HBO rilasci la seconda stagione, già annunciata, è il caso che Winning Time ottenga la sua meritatissima consacrazione anche in Italia, un paese che sa quanto lo sport può avere enormi implicazioni culturali.