HOLLYWOOD A.D.
“Lei sembra la figlia di Jodie Foster a budget ridotto, lui invece è un misto tra un testimone di Geova e il testimone di Harrison Ford”.
Nono episodio della settima stagione, fu scritto e diretto da David Duchovny che si conferma talentuoso anche dietro la macchina da presa dopo il successo di “L’innaturale”. L’intera trama si presenta come una parodia del mondo hollywoodiano e della banalizzazione cinematografica di ogni tema.
Uno scrittore/produttore, amico del direttore dell’FBI Skinner, ha in programma di realizzare un film basato liberamente su Mulder e Scully. Per questo decide di seguirli in un caso che coinvolge una misteriosa ‘coppa di Lazzaro’.
Nelle macchiette dei personaggi hollywoodiani che si succedono emerge tutta la critica satirica a un mondo di cartone: a partire dal nevrotico e frivolo produttore passando per le manie d’immedesimazione dell’attore protagonista e le richieste lagnose delle semplici comparse. Il tutto affrontato con leggerezza, garbo e fantasia senza scadere in moralismi. Il finale ha il sorriso serio di chi diventa parodia di sé stesso:
Come faranno le persone defunte dal silenzio eterno a raccontarci le storie del passato? Possono solo affidarsi a Hollywood per tramandare le loro memorie alle generazioni future. Ma è tutto iper-semplificato, involgarito, spiegato ai poveri, banalizzato. È un mondo fatto di plastica, privo di qualsiasi valore.
Così, Mulder/Duchovny. Nella trasposizione cinematografica che appare nell’episodio, si vede chiaramente come la vicenda sia arricchita da battute scadenti e annullata nella sua profondità. In X-Files quasi mai a conclusione di una puntata la verità appare univoca ma sempre aperta alle inevitabili e molteplici letture. Nel film, di contro, il finale si chiude in maniera netta e ridicola. Le due figure principali “Hoffman e O’Fallon, erano due personaggi fatali, complicati e molto profondi che grazie al film verranno ricordati come dei buffoni. Hai visto? Il personaggio di O’Fallon sui titoli è chiamato addirittura il ‘sant’uomo che fuma’.” Un riferimento quest’ultimo all’‘uomo che fuma’, personaggio ricorrente e misterioso in X-Files.
Citazioni, autocitazioni, allusioni e giochi autoreferenziali accompagnano un episodio che restituisce una delle satire più vivide, piene e divertenti dello show-business dei blockbuster americani. E che conferma la qualità di uno show pienamente maturo alla sua settima stagione. Imperdibile lo sketch con un rilassatissimo direttore Skinner nella vasca da bagno.