“Al tempo degli Dei dell’Olimpo, dei signori della guerra e dei re che spadroneggiavano su una terra in tumulto, il genere umano invocava il soccorso di un eroe per riconquistare la libertà. Finalmente arrivò Xena, l’invincibile principessa guerriera forgiata dal fuoco di mille battaglie. La lotta per il potere, le sfrenate passioni, gli intrighi, i tradimenti furono affrontati con indomito coraggio da colei che, sola, poteva cambiare il mondo”.
Così iniziano le puntate della serie tv Xena (interpretata dalla bellissima Lucy Lawless). Andata in onda dal 1995 al 2001, ancora oggi l’inizio è un mantra che non riesco a togliermi dalla testa. In un tempo non sempre precisato, in cui le guerre erano all’ordine del giorno, gli uomini cercavano e invocavano la salvezza. Ed ecco che arrivava Xena, la principessa guerriera, a intervenire per salvare i malcapitati di turno. Forte, agile, invincibile, Xena era il tipo di donna che chiunque avrebbe voluto essere.
Anche se con il passare degli episodi venivano svelati aspetti del suo carattere non sempre invidiabili (per esempio la sua rabbia eccessiva), quello che attirava e ammaliava di più restava comunque le doti meramente fisiche del suo personaggio. Dotata di una forza incredibile, di velocità, di abilità del combattimento, Xena restava il personaggio a cui tutte, quando guardavamo la serie, aspiravamo. Chi non ha mai desiderato combattere i cattivi per salvare i più deboli? Chi non ha mai sognato saper combattere come un’eroina amazzone?
In un mondo di eroi, nessuno vorrebbe essere la fanciulla da salvare al posto dell’eroina che ti salva. Nessuno vorrebbe essere Olimpia al posto di Xena.
Anche Olimpia inizialmente era tra i malcapitati di turno che invocavano l’aiuto della principessa guerriera. E anche Olimpia è rimasta ammaliata dalle doti combattive di Xena vedendola in azione. Voleva imparare a combattere anche lei, anche lei voleva diventare come Xena. Il suo percorso è risultato lungo e difficile, ma efficace. Se inizialmente non era in grado di badare a se stessa, necessitando continuamente di Xena, alla fine si è dimostrata la sua degna erede. Nello straziante ultimo episodio della serie. Olimpia compensava Xena dal punto di vista morale, emotivo, diplomatico. Se la principessa guerriera ricorreva sempre e solo alla violenza, Olimpia cercava vie più miti, allo stesso modo efficaci.
Anche se all’epoca ero piccola per capire l’importanza del rapporto tra le due eroine, viste sempre e solo come amiche, con gli anni ho capito. Mi sono resa conto che in realtà le dinamiche all’interno del loro rapporto erano ben altre. Tutto acquisisce un significato più profondo se rivisto nell’ottica che le due in realtà erano amanti (e bisogna ammettere che le scene “intime” tra le due sono tenerissime). Anche se non sono mai uscite totalmente allo scoperto (anche perché nel corso delle stagioni entrambe hanno avuto degli amanti ed entrambe sono diventate madri), Xena e Olimpia si completano in un modo perfetto.
Olimpia rappresenta la bontà e l’innocenza, tutto ciò per cui in un mondo di guerra, di mostri e di cattiveria non c’è posto.
Nessuno vorrebbe essere debole e vulnerabile, perché già di per sé fa paura, figuriamoci in un mondo in cui la violenza regna sovrana. L’unica che vorrebbe essere un po’ più come Olimpia e un po’ meno se stessa è Xena. Ma è un paradosso vecchio come il mondo: più hai meno vuoi, meno hai più vuoi. Xena invidia a Olimpia la sua innocenza, la sua lealtà, la sua bontà e voglia di aiutare sempre gli altri in qualunque situazione. Ed è per questo che le due si compensano perfettamente. Con il tempo Olimpia impara a combattere e diventa abile nel combattimento con il bastone. Ma la sua influenza positiva e il suo animo rimangono immutati.
E, anche se per alcuni rimane sempre l’eterna seconda, il suo percorso è decisamente molto più interessante rispetto a quello della protagonista vera e propria. Olimpia è l’esempio lampante di come non serve essere per forza delle eroine o delle guerriere per saper badare a se stesse ed essere indipendenti.
Abbiamo imparato che gli eterni secondi sono quelli senza i quali i protagonisti sarebbero persi.
Xena senza Olimpia avrebbe perso la strada più volte, dimenticandosi perché combatte e lasciandosi probabilmente divorare dall’odio; allo stesso modo, Olimpia ha bisogno dell’amica per mantenere intatti i suoi principi. Dotata di un’intelligenza acuta e di una profonda sensibilità, Olimpia è il simbolo della perseveranza e della lealtà: è facile voler essere le eroine, coloro a cui tutto sembra facile (anche se alla fine così non è), coloro che non hanno bisogno di niente e nessuno. È più difficile essere coloro che, nonostante tutto, alla fine ce la fanno, dimostrando che in questo mondo di eroi non deve esserci per forza sempre qualcuno a salvarti: puoi benissimo imparare a farlo da sola.
Olimpia in Xena ci ha insegnato che non serve per forza qualcuno che ti protegge e ti aiuta a realizzare ciò che vuoi; l’esempio ci viene dato da tutte le innumerevoli donne che sono presenti all’interno della serie e che fanno la loro comparsa nel corso degli episodi: donne rese schiave che hanno trovato il modo di liberarsi, donne a cui è stata portata via una persona cara e hanno trovato il modo di vendicarsi, donne che hanno mostrato senza vergogna né timore i loro sentimenti. Xena ci ha insegnato che in un modo o nell’altro bisogna imparare a cavarsela, e Olimpia ne è la prova lampante.