Il network statunitense FX ha dato il via alle riprese del pilot di Y, la Serie Tv basata sui fumetti Y – The Last Man pubblicati dal 2002 al 2007 dalla divisione editoriale DC Vertigo, scritti da Brian K. Vaughan (già sceneggiatore di Lost) e disegnati quasi interamente dalla co-creatrice Pia Guerra.
Le news sulla trama indicano che le intenzioni degli sceneggiatori sono di mantenersi fedeli alla base cartacea. La storia si sviluppa da un’improvvisa catastrofe che nel giro di pochi istanti stermina tutti i mammiferi di sesso maschile sulla faccia della Terra, eliminando il cromosoma X a favore dell’Y. L’unico a salvarsi è Yorick Brown, il protagonista, giovane e scapestrato escapista dilettante che utilizza l’umorismo come arma di difesa (un po’ un Chandler Bing su carta).
La storia di questo fumetto non è molto conosciuta e la prima domanda che mi sono posto quando hanno annunciato la serie è stata: avevano finito i fumetti?
Un buco nero
Da quando all’inizio del nuovo millennio a qualcuno è venuta l’idea di ricominciare a portare sullo schermo gli eroi dei fumetti (presumibilmente è stata la Fox nel 2000 con il primo film sugli X-Men), il mercato dei cosiddetti cinecomic si è spalancato come un enorme buco nero ingloba soldi. Stiamo parlando di un settore che nel 2017, solo contando gli incassi dei film, ha totalizzato quasi cinque miliardi di dollari, senza considerare il merchandising e tutte le attività collegate. Un mercato che sforna una media di sei pellicole all’anno e che non accenna a smettere.
Dal grande al piccolo schermo
Non stupisce quindi che il cinecomic sia diventato anche telecomic, allargandosi piano piano al piccolo schermo. I network fanno a gara per accaparrarsi il personaggio e la storia. Lo ha fatto Greg Berlanti per il canale The CW, creando l’Arrowverse: un universo condiviso con protagonisti i supereroi minori (concedetemi la dicitura) della DC Comics. Lo ha fatto la Marvel, non sazia del suo Cinematic Universe, mettendo in pista mille progetti con Agents of S.H.I.E.L.D., Agent Carter. Lanciando poi anche insieme a Netflix quattro storie su altrettanti eroi: Daredevil (di cui sta arrivando la terza stagione), Jessica Jones, Luke Cake e Iron Fist. Ed ecco nati i Marvel’s The Defenders, i Vendicatori della Tv. Inoltre è solo di pochi giorni fa la notizia che sulla futura piattaforma streaming della Disney saranno realizzate nuove serie sui personaggi della Casa delle Idee, come Loki o Scarlett Witch. Character già usati ma che a quanto pare non avevano ancora dato abbastanza.
Raschiare il barile
Cosa rimane per i piccoli e medi network che vogliono una parte della grande torta col mantello? Le briciole da grattare in fondo al barile. Quelle graphic novel o serie fumettistiche come Y – The Last Man che non sono ancora entrate nella cultura di massa. Questo ha grossi privilegi ramificati: meno aspettative da parte del pubblico, che significa più libertà di adattamento, budget non necessariamente faraonici e meno rischi di snaturare un personaggio classico.
Y – The Last Man
In questo esatto punto si inserisce Y – The Last Man, una serie che si preannuncia di tutto rispetto se le premesse verranno mantenute. Nel fumetto si affrontano temi contemporanei e importanti come etica, clonazione, rapporti uomo-donna, religione, sesso, guerra. Anche l’idea delle donne superstiti che si riuniscono in una nuova società per capire come evitare l’estinzione è una bella metafora delle riorganizzazioni governative dopo guerre e attacchi terroristici. Poi il cast è di buon livello. Il protagonista sarà  Barry Keoghan, giovane attore che si è fatto conoscere con Dunkirk; Marin Ireland (Girls, Homeland, Masters of Sex), la quale interpreterà il braccio destro del Presidente. La ciliegina sulla torta sarà però Diane Lane. L’attrice hollywoodiana impersonerà la Senatrice Jennifer Brown, madre di Yorick.
L’idea di fondo è tutt’altro che banale e il fumetto è sempre sul filo del politicamente scorretto, una coerenza che spero si mantenga anche nel corrispettivo seriale.
Vedremo come sarà , visto il topic del “ultimo rimasto” che sa un po’ di rimasuglio contrapposto a temi invece fortemente moderni. Un po’ di buone speranze le nutro, anche perché nella 6×05 di Lost (Lighthouse), Hurley stava leggendo il quindicesimo capitolo della serie. Ci fidiamo di Hugo?