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La classifica delle 5 scene più inquietanti di Yellowjackets

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Attenzione: l’articolo contiene spoiler di Yellowjackets.

Fresca della conclusione della prima stagione, la disturbante serie tv di Showtime Yellowjackets entra di prepotenza tra i prodotti da recuperare il prima possibile. In una commistione di generi e sensazioni, si tratta di una storia densa di dettagli, risvolti e misteri e che fa dell’elemento scioccante il proprio punto di forza. L’aspro racconto di una giovane squadra di calcio femminile del New Jersey coinvolta in un incidente aereo nel 1996 colleziona nel suo dispiegarsi intrighi e crudi avvenimenti. Nel corso dei diciannove mesi da disperse, le forti protagoniste sono duramente messe alla prova a livello fisico e psicologico dall’ostile foresta del Canada di cui sono prigioniere. L’accadimento e le inquietanti scelte e azioni che queste compiono con l’intento di sopravvivere alimentano la trama e segnano inevitabilmente le poche superstiti che al giorno d’oggi si trovano a fare i conti con un passato pesante che riemerge a gamba tesa. Yellowjackets non è solamente un teen drama, ma è il frutto di un astuto incontro di narrative e contesti che l’hanno preceduto, riproposto in una prospettiva consapevole, macabra e intenzionalmente esagerata. Nonostante le esasperazioni e dinamiche più surreali proposte, il grande carattere dello show è fortemente influenzato dalla sua capacità di sconvolgere e abilmente avvolgere la sua storia in una torbida atmosfera di tensione e inquietudine. Grazie a una rappresentazione nostalgica, esplicita e cruda, Yellowjackets trova la sua identità unica e in grado di tormentare le menti di noi spettatori sempre più incuriositi dai suoi intriganti misteri.

Disponibile in Italia su Sky, Yellowjackets crea dipendenza attraverso una moltitudine di sconvolgenti dettagli e segreti, impossibile fare a meno della sua storia volutamente scioccante ed esagerata.

La serie non si pone problemi nel proporre sequenze sanguinolente e violente, rendendole quasi normali e, allo stesso tempo, agghiaccianti e brutali. Per intenderci, senza censure e alcuna esitazione, Misty amputa in modo secco la gamba del coach Ben, e con altrettanta nonchalance Shauna sgozza un povero coniglietto; tutto ciò soltanto nel primo episodio in cui è più che chiara la totale perdita di innocenza da parte del gruppo di protagoniste. Yellowjackets non le manda a dire e intrattiene in modo ritmico con una storia che non ha la pretesa di insegnarci nulla o di veicolare un qualche tipo di morale. Semplicemente offre uno spietato affresco di sopravvivenza, adolescenza, e brutalità che da entrambi gli ambiti può eventualmente derivare.

Ebbene, proprio a fronte dell’originalità e sapiente articolazione della sua storia, Yellowjackets è stata già rinnovata per una seconda stagione, prima ancora che la prima andasse in onda nella sua interezza. Per celebrare la fortunata notizia, ripercorriamo insieme le cinque scene, tra le tante, che più ci hanno turbato e inquietato, ma allo stesso tempo attratto e totalmente convinto a definire il titolo di Showtime come uno dei più promettenti di questo 2022 appena cominciato.

5) Le Yellowjackets tentano di uccidere Travis

In uno dei primi contatti che il gruppo ha con la folle deriva che la solitudine, l’isolamento e l’abbandono producono alla fragile psiche di un gruppo di sedicenni lasciate a sé stesse in un’ambiente più che pericoloso, le protagoniste decidono di ricreare il ballo scolastico che si stanno perdendo a chilometri di distanza. Con una combinazione letale di fame, risentimento e Misty – la più folle e stralunata della compagnia -, il team finisce per bere un intruglio fatto con funghi velenosi, inizialmente riservato dalla giovane esclusivamente al coach Ben. Non intenzionalmente, la strana ragazzina finisce per avvelenare e inebriare tutta la squadra. In un vortice caotico e fuori controllo, le protagoniste superano per la prima volta concreta il limite. In una commistione di ormoni e drammi, subito dopo la spietatezza della natura, la cosa che più è capace di terrorizzare in Yellowjackets sono proprio gli intrecci che si possono creare tra un gruppo di sedicenni, portandole a vere e proprie malvagità e a dimenticare ogni regola in nome di onore e sopravvivenza.

Dopo aver scoperto Jackie e Travis appartati e coinvolti in una nuova intimità, alcune delle calciatrici iniziano a passarsi il ragazzo e a forzarlo in quello che potrebbe rivelarsi un atto sessuale ritualistico e collettivo. L’apparentemente bramosità carnale si trasforma in una ferocia terrificante riflessa nel volto delle ragazze totalmente irriconoscibili e plagiate dalle sostanze assunte. Riuscendo a liberarsi prima che questo possa compiersi, Travis viene inseguito e ripreso in una fuga disperata e senza speranza. Nuovamente catturato, viene legato mentre il team, sotto la guida di Lottie, è disperatamente allucinato, aggressivo e disposto a togliere la vita al ragazzo. Le allucinazioni aumentano e l’alienato gruppo sembra per la prima volta aver rinunciato a ogni traccia di umanità. Shauna sta per tagliargli la gola come a un cervo qualunque, ma viene fermata in tempo da Natalie che mette in pausa il folle tracollo che le ragazze stanno vivendo in una scena acida, surreale e ricca di un’inquietante e crescente tensione.

4) Simone scopre che Taissa ha sacrificato il loro cane

In una delle scene conclusive della prima stagione, la Taissa del presente riesce finalmente a vincere le elezioni e divenire Senatrice del trentunesimo distretto, obiettivo alla quale ha rivolto tutta sé stessa nel corso delle puntate. Che la donna fosse disposta a tutto per raggiungere il proprio scopo era già chiaro, ma ancora più macabra diviene la sua dapprima controversa figura in uno dei plot twist finali. In una sequenza costruita da un’atmosfera da horror che fa della suspance il proprio fulcro, la moglie della protagonista, Simone, entra in casa. Mentre si trova nel seminterrato dell’abitazione la sua attenzione viene catturata da un dettaglio. Le macchie di sangue che segue la portano a scoprire un luogo segreto. Un’inedita stanza della casa, vuota, grezza e fatta di vecchi mattoni. Qui, è scioccata dall’ingente quantità di sangue presente sulle pareti che la portano a una macabra scoperta.

Ecco sullo schermo l’inquadratura di un tavolo organizzato ad altare in cui si è palesemente svolto un sacrificio ritualistico. In questo caso, la vittima e offerta è il cane della coppia che in precedenza Taissa aveva confessato alla compagnia di aver lasciato scappare in uno dei suoi episodi di sonnambulismo. Quel che rimane della testa del povero animale posa sulla superficie insieme ad altri elementi della storia e al simbolo che pare perseguitare costantemente il gruppo di ragazze. Gli indizi forniti dalla rappresentazione proposta fanno dunque intendere che, probabilmente in preda all’ennesimo episodio di sleepwalking, Taissa abbia sacrificato il cane in un qualche rito propiziatorio simile a quanto solita a praticare nei mesi successivi allo schianto. L’informazione è chiaramente fornita dall’agghiacciante primo piano sulla donna trionfante con cui la sequenza termina.

3) Taissa è la donna sull’albero

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Quello di Taissa è sicuramente uno dei personaggi più controversi e complicati di Yellowjackets. Traumatizzata come le compagnie dall’esperienza dello schianto e dei mesi che ne sono seguiti, ne subisce pesantemente le conseguenze durante la reclusione nella natura e ne continua a vivere gli effetti nella vita adulta. Nel corso della stagione, la storia offre poco a poco indizi sull‘instabile condizione psicologica della donna, fino a rivelare i problemi che questa ha di sonnambulismo e evidente doppia personalità. Il lato oscuro di Taissa è sempre stato celato, per poi esser amplificato e portato alla luce dall’esperienza che ne ha marcato l’esistenza. In un presente in cui il passato torna a galla, la donna è tormentata dalle azioni commesse in precedenza e la sua inquietudine si riflette su sé stessa, sulla propria carriera e, in particolare, sulla propria famiglia. Suo figlio Sammy contribuisce in maniera anomala alla trama. Inizialmente sembra lui l’elemento dissonante che pone a rischio l’incolumità del nucleo familiare. Inquietantemente tormentato da una serie di accadimenti sospetti e tenebrosi, il bambino parla in particolare di una certa donna sull’albero che ne spia le gesta di notte e che si macchia di alcune azioni per cui Sammy è incolpato dalle madri che non gli credono.

A seguito di una serie di disturbanti rivelazioni, giungiamo alla già citofonata verità, è Taissa la donna che tormenta suo figlio e che lo terrorizza al punto da alterarne totalmente il comportamento e modo di relazionarsi. Con una breve ma incisiva scena, questa viene mostrata in un caso di psicosi e sonnambulismo. Dallo sguardo gelido e perso, Taissa è scossa e riportata alla normalità da una chiamata telefonica. Questa interrompe la scioccante tensione costruita in una scena tenebrosa e dai colori freddi, determinata proprio dalla capacità di Tawny Cypress di dare vita a un personaggio alienato e disturbato.

2) Le Yellowjackets svolgono un rito cannibalistico

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Sin dall’inizio della prima puntata, uno dei citofonati accadimenti che segnerà inevitabilmente la vita delle superstiti è il ricorso al cannibalismo, di cui vengono sporadicamente mostrate alcune scene in flashforwards rispetto al momento temporale in cui la storia dello schianto è narrata. Anticipando quanto lo squilibrio che la mortale esperienza abbia provocato nel gruppo, sono proposte sequenze in cui la deriva tribale della squadra è evidente. Nel disperato tentativo di sopravvivere all’inverno, o quanto meno ricreare una qualche forma di comunità autosufficiente e propiziatoria, la squadra pare aver abbracciato sotto la guida di Lottie la forma tribale e primordiale. In una scena decontestualizzata viene mostrato un religioso momento di cannibalismo in cui le protagoniste condividono un pasto a base di carne umana, senza mostrare però quale di loro sia l’effettiva vittima del sacrificio. A rendere la sequenza ancor più macabra di quanto già non possa una scena di cannibalismo essere, è l’atmosfera religiosa che viene attribuita all’azione che diviene un vero e proprio culto per l’ormai setta di sedicenni. Vestite di pellicce, corone di ossa e rami, e sottomesse a una reale figura leader (Antler Queen), le ragazzine sembrano aver abbandonato ogni sorta di costume umano socialmente accettato e moderno in nome di un clan che mira a garantirne la prosperità nell’ostile contesto.

Proprio per questo, non è un caso che buona parte delle scene qui menzionate siano d’effettiva apertura a quanto probabilmente accadrà nelle stagioni future. La prima produzione è concretamente e proficuamente utile a gettare le grandi basi della intrecciata e complessa storia delle Yellowjackets.

1) Lottie è posseduta durante la seduta spiritica

Il primo evidente segno del fatto che ci sia qualcosa di anomalo nell’esperienza già dura che le Yellowjackets devono affrontare si ha nel momento in cui, un po’ per divertimento, un po’ per sospetto, alcune delle ragazze decidono di organizzare una seduta spiritica. Con l’intento di capire se la casa di legno trovata nella foresta sia potenzialmente infestata o tormentata da una qualche entità, le giovani si radunano di notte e cercano di comunicare con gli spiriti. In un contesto inizialmente fatto di banale divertimento adolescenziale, con domande sciocche sulla vita privata e scolastica delle compagne, la vicenda prende una deriva insolita e inquietante. Lottie entra finalmente in contatto con le visioni che ne segnano il percorso e contributo nella storia. La sequenza si incupisce fino a quando la giovane cambia totalmente e sembra posseduta da una qualche forza che fa il suo prepotente ingresso nella stanza dalla finestra. Lottie, ansima, urla, soffre e si dispera, fino a ridere nervosa e assumere una strana confidenza. Nel climax della sequenza, Lottie comincia a parlare francese e a invocare l’enigmatica frase «You must spill blood». Questa assume concretezza maggiore nel momento in cui, nel vortice della confusione, la giovane sbatte intenzionalmente la propria fronte contro la finestra fino a ferirsi. Nel mentre al piano di sotto il coach Ben è vittima dell’ennesimo veleno somministratogli dall’ambigua Misty (nella versione adulta interpretata dall’iconica Christina Ricci). Le grida di dolore e sconvolgimento di Lottie segnano il primo effettivo incontro con la parte più spirituale, surreale e fantascientifica ancora poco approfondita di Yellowjackets e che speriamo trovi una forma concreta nella seconda stagione già confermata.

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