Attenzione: l’articolo può contenere spoiler su Yellowjackets.
Da pochi giorni si è conclusa la messa in onda statunitense della seconda stagione di Yellowjackets, serie tv Showtime che ha senz’altro rilanciato il genere dei teen e dei survival drama in un panorama televisivo affollato come quello della contemporaneità. Con una narrazione cruda, spregiudicata e ironica, lo show ibrida diversi generi per restituire una storia oscura, misteriosa e mozzafiato. Che cosa abbiano fatto le yellowjackets, nei 19 mesi passati disperse tra le primordiali foreste dell’Ontario, è un segreto che viene disvelato episodio dopo episodio, mettendo in luce tutte le crudeltà agite in nome della sopravvivenza. In una narrazione che alterna presente narrativo e flashback, Yellowjackets mostra il passato e la contemporaneità delle sopravvissute Shauna, Taissa, Natalie, Van, Lottie e Misty. Tutte diversissime e con differenti fantasmi che conservano a partire dallo schianto del loro volo privato, le protagoniste hanno eterogenei contributi e diramazioni all’interno della fitta trama della serie tv. Nonostante ognuna abbia una morale più che discutibile, un elemento che spicca sin dalla puntata pilota, è la controversa natura della bizzarra Misty Quigley, interpretata dall’iconica Christina Ricci nella versione adulta e dalla promettente giovane Sammi Hanratty negli anni dell’adolescenza.
Tra i personaggi di Yellowjackets, Misty Quigley è tra i più imprevedibili e manipolatori. Caratterizzandosi per un’interessantissima personalità multistrato che orienta come pochi altri le sorti della serie tv.
Nel corso delle due stagioni, abbiamo iniziato a conoscere Misty, una delle colonne portanti del titolo Showtime che, proprio a fronte della sua scomoda aura, è particolarmente divisiva e controversa. Che la si ami o la si odi, è tra i più fascinosi membri del cast, capace di farci emozionare e infuriare in maniera alternata. Proprio per questo, abbiamo collezionato argomentazioni eterogenee per riassumere perchè non possiamo fare a meno della follia insolita e accattivante di Misty, che è la stessa ragione per il quale a volte non possiamo tollerarne l’indomabile natura.
5 motivi per amare la follia di Misty Quigley:
1) Il comico fanatismo
Sin dalla prima puntata di Yellowjackets, la giovane Misty Quigley è presentata come un’adolescente impacciata, non particolarmente popolare o avvezza a seguire le tendenze. E’ infantile, sola, nerd e spesso derisa dai pari, soprattutto per l’eccentrico fanatismo che la contraddistingue e che porterà con sè per tutto il resto della vita, anche in età adulta. Ciò nonostante, il goffo ed eccentrico entusiasmo di Misty è comico e irresistibile, rendendola solitamente il comic relief migliore dello show, soprattutto nella narrazione del presente, grazie anche ai contrasti evocati con la tenebrosa Natalie. La responsabile dell’attrezzatura delle yellowjackets è una vera fanatica, prima della squadra di calcio, poi dei misteri che si diverte a risolvere in età avanzata in qualità di detective cittadina online, rendendola meticolosa, confabulatrice e inquietante in maniera distintiva e ironica.
2) Le insolite capacità di sopravvivenza
Da un personaggio così apparentemente maldestro e inoffensivo ci si aspetterebbe di tutto, fuorchè delle insolite doti proiettate alla sopravvivenza. Nonostante Misty non sia mai stata pienamente accettata nella squadra, a seguito dell’incidente, le sue capacità diventano una risorsa preziosa che le procurano il meritato rispetto. Da doti di primo soccorso, a inspiegabili e macabre conoscenze nell’ambito della gestione dei cadaveri, Misty riesce a raggiungere l’apprezzamento altrui. Ciò posto, sono proprio le inspiegabili competenze già sviluppate in età adolescente, a evidenziare la sua folle e terrificante personalità. Impiegate in maniera variegata a seconda delle necessità, Misty ha una serie di assi nella manica da giocare con cui lasciare tutti a bocca aperta, terrorizzandoci e incuriosendoci sempre di più. Senza il suo contributo, le yellowjackets avrebbero avuto molte meno possibilità di sopravvivenza nella foresta, e avrebbero fatto molta più fatica ad affrontare anche le avversità del presente.
3) Una vera manipolatrice
Col progredire della narrazione, Misty Quigley acquista sempre più potere, bramato e rincorso sin dall’esclusione sociale vissuta in adolescenza. Eccentrica, euforica e cinica, la donna sembra capace di tessere le fila del racconto, orientando la storia con meschinità e sottili influenze. Nonostante la personalità scomoda e repellente, riesce spesso a farsi largo tra gli altri, imponendo implicitamente la sua visione e marcando inesorabilmente il destino delle yellowjackets. Questo è un tratto distintivo della sua personalità, che la rende particolarmente abile nel destreggiarsi tra i punti deboli delle compagne. Più o meno esplicitamente, Misty è tra le figure più scaltre e intelligenti dello show, in grado di muoversi a piacere tra le più controverse situazioni.
4) Una figura devota e un duo imprevedibile
Nella seconda stagione, la Misty adulta fa un’insolita conoscenza: quella di Walter Tattersall, un bizzarro individuo estremamente e spaventosamente simile a lei. Entrambi detective cittadini in rete, i due hanno dei simpatici feticci in comune, divenendo istantaneamente il power duo di Yellowjackets. Egualmente cinici, apparentemente anestetizzati dalla passione per le indagini e il complottismo, Misty e Walt diventano ancora più singolari insieme. Dopo anni di solitudine, la buffa infermiera ha finalmente trovato qualcuno che comprenda il suo folle fanatismo e che possa colmare il bisogno di accettazione e riconoscimento. Misty è un personaggio devoto e fedele, impulsivo, che farebbe qualsiasi pazzia per le persone a cui tiene di più. L’ingresso di Walt nella sua vita non fa altro che accentuare le sue strambe fissazioni e colmare la solitudine in cerca di una metà a cui dedicarsi e da cui esser supportata contro il grigiore del presente. Nonostante i due non abbiano ancora ufficializzato la situazione sentimentale, costituiscono comunque una squadra di indagini e operazioni imprevedibile, scaltra e fanatica per cui non si può non fare il tifo: sono folli, bizzarri e perfetti l’uno per l’altra.
5) Una coscienza tutt’altro che limpida
Misty è determinata nel perseguire i propri scopi, anche quelli più moralmente discutibili. Proprio per questo, la sua coscienza è stata spesso corrotta dalla natura più spietata del suo animo: è probabilmente tra i personaggi che contano più vittime mietute in Yellowjackets. Alcune volte, le decisioni ci sono sembrate troppo avventate e immotivate, altre volte accidentali, eppure, il pragmatismo e la fredda efficienza di Misty alimentano una killer razionale e capace di agire nell’immediato e nel tentativo di risollevare qualsivoglia situazione. Tra i personaggi più moralmente controversi, è sostenuta senz’altro dalla forte ragione che la spinge ad agire, facendo sembrare ogni fatale azione plausibile e necessaria ai fini della trama.
5 motivi per odiare l’indomabile pazzia di Misty Quigley:
1) Una scelta più che discutibile
Non sempre le scelte compiute da Misty sono state le più risolute e adeguate ai contesti. Nonostante i crimini commessi e le morti sulla propria coscienza, l’azione che probabilmente segna maggiormente il futuro del personaggio è quella più avventata e controversa compiuta all’inizio della serie tv. A poco tempo dallo schianto del volo delle yellowjackets, Misty riscopre sè stessa nella conquistata necessità e dipendenza altrui. In un ambiente in cui si sente finalmente riconosciuta e rispettata, la giovane non è pronta a rinunciare troppo presto alla sua conquistata notorietà. Proprio per questo, compie un gesto che marcherà per sempre la permanenza delle adolescenti nelle gelide foreste canadesi: lontana dal resto dei sopravvissuti, Misty trova la scatola nera dell’aereo e la distrugge in pochi secondi, riducendo inesorabilmente le possibilità che le yellowjackets hanno di essere rintracciate. Eliminando l’unico strumento di comunicazione a loro disposizione, il personaggio prende la egoistica e avventata decisione di tagliarle fuori dal resto e isolarle fino al loro salvataggio, avvenuto solo dopo 19 mesi.
2) Il bisogno di attenzione
E’ proprio il problema che Misty ha con l’approvazione altrui a orientare molte delle sue scelte più sconsiderate. Non solo la distruzione della scatola nera, sono diverse le impulsive azioni che ha compiuto, soprattutto in gioventù, in nome del desiderio d’esser notata e apprezzata. Soffrendo di bullismo e isolamento nel periodo precedente allo schianto, l’adolescente trova nuova linfa vitale nel contesto di prigionia nella foresta, in cui le compagne sono obbligate a fare gioco di squadra in nome della sopravvivenza comune. Finalmente notata dalle sue pari, grazie anche alle folli doti celate, Misty svela tutte le meschinità che è disposta a compiere pur di non perdere la tanto agognata inclusione. Da alcune scene si può persino arrivare a sospettare una qualche forma di sindrome di Munchausen, vista la tendenza della ragazza a lasciare le persone tra dolore e sofferenza (spesso essendo essa stessa a sabotarne le condizioni di salute) per conquistare ancora più la validazione altrui. Nemmeno da adulta le cose sembrano cambiare: nel presente ha abbracciato la professione di infermiera, avendo ogni giorno a che fare con vittime bisognose del suo aiuto.
3) L’ossessione
Complice l’esclusione sociale vissuta nel contesto scolastico, Misty sembra avere una forte attitudine maniacale, sviluppando vere e proprie ossessioni. Tra i vari, il povero Coach Ben è vittima delle eccessive attenzioni indesiderate della giovane, che coltiva una strana infatuazione per l’unico adulto nella foresta. Dopo avergli mozzato la gamba per salvargli la vita, Misty desidera qualche riconoscimento in più da Ben, finendo persino per diventare particolarmente pericolosa e vendicativa quando ferita emotivamente. Inibita dall’eccessivo potere riconosciutogli nel contesto di emergenza, l’adolescente è completamente alterata e tende ad accentuare ulteriormente le fissazioni che sviluppa.
4) Un’eccessiva maldestrezza
Nonostante sia furba, scaltra ed efficiente nel individuare una strategia e metterla in atto, Misty è purtroppo molto goffa. Spesso complici le imprevedibili gesta delle compagne, sia nel passato che nel presente, i suoi piani non vanno sempre pienamente in porto, comportando l’aggravarsi della situazione di partenza. Pur cercando di risolvere qualsivoglia problematica in modo risoluto e maniacale, Misty finisce spesso per essere vittima delle proprie azioni e della diffidenza delle sue partner. Tra maldestrezza e insufficiente fiducia altrui, la povera non fa che peggiorare le cose, commettendo errori madornali che peseranno sulla sua coscienza, e avendo dunque a che fare con dinamiche ancor peggiori.
5) Un’amicizia fatale
Fatalmente, nonostante una personalità divisa tra ossessività e devozione, Misty non sembra essere particolarmente fortunata sul piano dell’amicizia. Nel corso delle due stagioni di Yellowjackets, il povero personaggio di Christina Ricci e Sammi Hanratty non ha gestito al meglio le dinamiche connesse all’affetto e alla confidenzialità che si instaurano tra amici stretti. Infatti, purtroppo, Misty fa fatica a proteggere le persone che ama. In un cocktail fatale di inesperienza, impulsività e goffaggine conta già due pesanti vittime sulla sua coscienza. Infatti, senza fare troppi spoiler, ha già erroneamente ucciso due delle sue amiche più care. A quanto pare, la vicinanza e la fiducia riposte nell’autodistruttiva donna sembrano essere un’arma a doppio taglio che non lascia scampo a nessuno, neppure a chi tiene veramente a lei.