L’eredità non è solo un semplice passaggio di testimone, soprattutto nel mondo delle serie tv. In questo contesto ambiguo e confuso l’eredità rischia di diventare un problema enorme, addirittura un macigno per tutte quelle serie tv che si allacciano a temi o generi di un’opera cult. Nel mondo delle serie tv ci sono stati moltissimi prodotti che hanno fatto da spartiacque: parliamo di quei prodotti che fungono da punto di riferimento per le opere successive. Lost è sicuramente un punto di riferimento per tante serie tv in cui la narrazione orizzontale si mischia a flashback e flashforward per approfondire le vicende dei personaggi in scena. L’opera creata da J.J Abrams inoltre lega il filone avventuristico a tinte più disparate, su tutte il thriller, il dramma e la fantascienza, e anche per questo modo di mischiare sapientemente i generi, è stata eletta come una delle migliori serie tv di ogni tempo. La storia del dirottamento di un aereo e la conseguente sopravvivenza del gruppo all’interno di un luogo misterioso e inquietante è stata ripresa da molte serie tv, tra cui la nuovissima e inquietante Yellowjackets.
Yellowjackets non è Lost
Ma quanto ha Yellowjackets di Lost? Un paragone con Lost potrebbe minimizzare la sua qualità ma andiamo a vedere perché Yellowjackets non è Lost.Pur raccogliendo, in parte, alcuni principi narrativi di Lost, la nuova serie visibile su Paramount+, non è una sua copia o becero surrogato, e per godere a pieno della sua intensità dobbiamo liberarla e liberarci da ogni paragone. Innanzitutto ciò che appartiene solo e soltanto a Yellowjackets risiede nel tentativo di elaborare una narrazione in cui ci siano i presupposti per avvicinarsi ai temi di un “romanzo di formazione”. Le ragazze sopravvissute nei boschi canadesi nel 1996 vengono riprese nel presente, a contatto con una realtà completamente diversa da quella in cui hanno lasciato le loro povere amiche. L’analisi del trauma post eventi del passato viene riproposta nel 2021, a distanza di anni, per conoscere le conseguenze e soprattutto le derive di quella scottatura: c’è il desiderio di capire l’evoluzione dei pensieri nonché del carattere delle protagoniste dopo anni così ambigui. Ma soprattutto si vuole indagare a fondo un periodo, quello adolescenziale, in una cornice ancestrale e angosciante.
25 anni dopo, in Yellowjackets, le ragazze sopravvissute sono diventate donne, mamme, lavoratrici, ma le scelte del passato continuano a indirizzare i comportamenti del loro presente. L’adolescenza passata tra cannibalismo e ferite non è solo un richiamo quindi, ma un eco perturbante che non lascia mai sole le protagoniste. Questo continuo ribaltamento di fronte non può non portare alla mente i magistrali flashback di Lost, ma in Yellowjackets seguiamo le protagoniste anche nei giorni odierni, analizziamo le loro azioni tenendo conto di quanto successo all’interno dei boschi canadesi. Come sarà la loro vita adesso? Perché quegli eventi bussano ancora alla porta? Nella serie in onda su Paramount+ il presente si fa sentire forte e vivace mentre vengono scandagliate a dovere le attività quotidiane delle protagoniste, e questo è uno dei motivi che la rendono meno simile a Lost, seppur molto simile. Il vero anello di congiunzione tra le sue serie resta il racconto di un mondo claustrofobico in cui si fa fatica a respirare: cioè che si chiede allo spettatore è di intraprendere un viaggio in cui la trepidante attesa della verità resta sempre un lontano miraggio.
Un universo femminile pieno di segreti
Una più solida differenza con Lost risiede nel tentativo con cui Yellowjackets punta a raffigurare l’universo femminile in tutte le sue sfaccettature: il cast e i personaggi più interessanti appartengono al mondo delle donne. Le giocatrici della squadra di calcio con le casacche gialle sono il punto forte dello show grazie a un’introspezione psicologica non indifferente in cui l’istinto primordiale, portato al limite, esce dal suo nascondiglio per farsi vedere e sentire in tutto il suo ‘splendore’. La serie rispecchia i timori e le speranze del femminismo moderno attraverso un excursus tridimensionale in cui il presente rappresenta soltanto il culmine della stanchezza fisica e mentale delle protagoniste. L’ottimo cast delle serie riesce a dare sfogo alle sfumature delle ragazze, tutte accomunate da un’aria inquietante e cupa: Cristina Ricci e Melanie Lynskey regalano prove fuori dall‘ordinario, riescono con un solo sguardo o accenno di sorriso a incendiare l’animo della storia.
Lost risulta poi più filosofico ma meno cupo rispetto a Yellowjackets: gli elementi mitologici e scientifici vengono in parte rimossi per dare più spazio a momenti in cui tensione e paura non lasciano mai sazi lo spettatore. Yellowjackets è una storia più elettrizzante, psicologicamente realistica e violenta: attraverso un climax ascendente, la brutalità della serie, accompagnata a momenti di vero e proprio richiamo al genere dell’orrore, esce allo scoperto poco alla volta senza timore, dimostrando, per altro, l’attitudine a regalare tracce di esistenzialismo. L’atmosfera ipnotica e senza finestre ricorda i migliori momenti di Lost ma non è fine a se stessa: tutto è predisposto per il completamento di un quiz difficile da decifrare. Le due serie, in questo molto simili, ci rendono molte più domande che risposte, e questo è assolutamente un bene per la riuscita di entrambe. Ma allora perché il paragone con Lost potrebbe diventare un problema?
Come abbiamo detto nell’incipit L’eredità non é solo un semplice passaggio di testimone. Sarebbe ingeneroso guardare Yellowjackets solo per rivivere le sensazioni che abbiamo provato con Lost, e inoltre ingiusto pensare che la serie sia una sua copia. Smontando questo paragone, Yellojackets si è imposta non solo come una storia originale ma anche come uno dei prodotti migliori degli ultimi anni. Perché se Lost è e sarà sicuramente un punto di riferimento per tantissime opere, Yellojackets deve essere assaporata senza nessun tipo di paragone. Se per anni ci siamo chiesti quale fosse l’erede di Game of Thrones senza trovare nessuna valida riposta, lo stesso succede, a mio avviso, con Lost: non esistono eredi o surrogati di un’opera, tantomeno Yellojackets può essere definita tale. Quest’ultima è un piccolo gioiellino che vive e respira da solo. Yellowjackets non può e non deve essere conosciuta solo come figlia o sorella minore di Lost.